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Numero 3 - Maggio 2017
Numero 3 Maggio 2017

Safer Internet Day. La giornata internazionale della sicurezza in Rete

Per diventare"protagonisti del cambiamento, uniti verso un Internet migliore".


23 Aprile 2017 | di Massimo Quintiliani

Safer Internet Day. La giornata internazionale della sicurezza in Rete Il 7 febbraio 2017, in oltre 100 Paesi del mondo, hanno avuto luogo eventi di vario genere per richiamare l'attenzione su questi temi, coinvolgendo istituzioni, enti, organizzazioni (pubbliche e private) e società civile.
Nato nel 2004 su progetto dell’Unione Europea, il Safer Internet Day, persegue la finalità di mantenere alta l’attenzione dei ragazzi sulle vecchie e nuove trappole nelle quali possono incappare da cybernauti, cioè come frequentatori del cyberspazio. Sono cresciuti tra smartphone, tablet, Internet e computer , ma, pur conoscendone alla perfezione la tecnologia, non comprendono fino in fondo le insidie che si celano dietro lo schermo. La chiamano ''Generazione Z''. Sono tutti quei ragazzi nati tra la metà degli anni '90 e il primo decennio del nuovo millennio.
Alcuni sono maggiorenni, altri poco più che adolescenti, ma qualsiasi dato statistico viene rapidamente superato poiché la presenza online dei minori cresce di giorno in giorno. Per questo è bene intervenire sui fenomeni come le nuove dipendenze, la Rete del bullismo, le verifiche della sicurezza dei propri account, ecc. . I giovani vanno informati e formati anche attraverso campagne ed interventi istituzionali atti a sensibilizzarli si all’abuso ma soprattutto all’uso consapevole del web. Uniti per evitare i pericoli della Rete. "Be the change: unite for a better internet", è la frase simbolo pensata per il 2017. Uno slogan finalizzato a far riflettere i ragazzi così come gli adulti sul ruolo attivo e responsabile che ciascuno può ricoprire nel trasformare Internet in un luogo positivo e sicuro.
Sul tema anche il Miur il 4 febbraio ha dato il proprio contributo con l’organizzazione della “Prima Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo”. Mille studenti sono stati i protagonisti dell'evento tenutosi presso gli spazi espositivi dell'ex caserma Guido Reni, in Via Guido Reni a Roma. Dibattiti, workshop e laboratori per dire tutti insieme stop a cyberbullismo, pedo-pornografia online, sexting e a tutti quei fenomeni devianti che partono da un computer e una tastiera. Nello stesso giorno il Miur ha celebrato la "Prima Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, dal titolo "Un Nodo Blu - le scuole unite contro il bullismo", che invita appunto a indossare un nodo di colore blu in segno di solidarietà alle vittime di questa piaga sociale.
 
A seguito degli interventi messi in programma dal Piano Nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola e della relativa “Call To Action” per l’anno scolastico 2016/2017, sono stati finanziati progetti per 2 milioni di euro per l’elaborazione di interventi di sensibilizzazione per la promozione di un uso consapevole della rete e la costituzione di una rete nazionale di istituzioni scolastiche per il contrasto del bullismo. La prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, ancora, sarà una delle linee prioritarie delle attività previste dal Piano Nazionale di Formazione dei docenti del MIUR che, a partire da quest’anno scolastico, vedrà il coinvolgimento di circa 16mila docenti.
 
VIAGGIO NEL DEEP WEB
I dati emergono da un sondaggio di Telefono Azzurro e un'indagine affidata da Generazioni Connesse in collaborazione con il Miur, Skuola.net e Università degli Studi di Firenze:


I COMPORTAMENTI
Una generazione sempre connessa. Recenti ricerche sul comportamento dei minori italiani sul web invitano alla massima attenzione: il 19% dei teenager dice di essere connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno e quasi 1 su 5 di non poter fare a meno di Internet (neanche a scuola), rimanendo sempre online. In totale, dunque, il 40% passa buona parte della giornata navigando. I social network sono i loro preferiti: più del 90% del campione analizzato ammette di usare le chat - di cui WhatsApp è la regina incontrastata - ogni giorno; qualcuno lo fa anche di notte (innescando il fenomeno del vamping). I teenager passando più tempo online che in altri luoghi fisici, percepiscono la virtualità in modo più reale di quello che gli adulti siano abituati a pensare.
 
I DATI
Due su 3 tra gli intervistati (sia adulti che minori) dicono di sapere che quando navigano sui siti web, questi registrano il passaggio digitale e 8 su 10 dichiarano di preoccuparsi molto o abbastanza di come vengono usati i propri dati personali. Entrambi i gruppi, però, non hanno una chiara conoscenza di quali dati vengano effettivamente raccolti e non si preoccupano di leggere termini e condizioni d'uso dei servizi online.
 
GLI SCENARI
A mancare è l'educazione online. L'abitudine a dialogare virtualmente però spesso non coincide con la prudenza. Se, infatti, la maggior parte dei nativi digitali pare essere attenta alla privacy, più del 10% ha confessato di condividere online i propri segreti e soprattutto foto intime (il cosiddetto sexting, pericolosa pratica molto in voga soprattutto tra i più piccoli). Circa l'8% degli intervistati, poi, dichiara di aver attuato intenzionalmente comportamenti da bullo online (ma bisogna calcolare che su questo argomento ci potrebbe essere molta reticenza) e un ulteriore 10% banalizza le proprie azioni come semplici scherzi. La conseguenza più evidente è che l'8,5% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni è abitualmente vittima di cyberbullismo. Ancora peggio se ci concentriamo sulla fascia d'età 11-13 anni, dove si stima che due studenti per classe potrebbero essere potenziali vittime.
 
INTIMITA' ONLINE
Il 75% degli adulti e il 72% dei ragazzi intervistati credono che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati, e la responsabilità è equamente distribuita tra chi ha diffuso (lo pensa il 67% degli adulti e il 65% dei ragazzi) e chi ha condiviso in modo allargato e non autorizzato un contenuto (per il 67% degli adulti e il 68% dei ragazzi).
 
I VIDEO ONLINE
Il 23% degli adulti e il 29% dei ragazzi sono convinti che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi on line perché "lo fanno tutti", mentre il 41% degli adulti e il 44% dei ragazzi, benché consapevoli dei rischi, ritengono che a volte non si abbia nessuna scelta alternativa. Il 47% degli adulti e il 48% dei ragazzi ritengono che la condivisione di materiali intimi sia sicura se conoscono personalmente quelli con cui condividono.
 
NOTIZIE E AFFIDABILITA'
Per i tre quarti la prudenza è d'obbligo: non si può mai sapere se è davvero attendibile per il 78% degli adulti e per il 73% dei ragazzi. Ma la ricerca evidenzia che 2 ragazzi e 2 adulti su 5 considerano affidabile una news semplicemente perché apprezzano quella notizia; il 43% dei ragazzi e il 37% degli adulti basano l'attendibilità delle news on line sulle condivisioni che quella notizia riceve, il 38% dei ragazzi e il 32 degli adulti la ritengono affidabile se ha molti "like", il 47% degli adulti e il 53% dei ragazzi se la notizia è corredata da immagini e video.
 
SEMPRE PIU' SOCIAL
Dalla ricerca emerge che la quasi totalità dei ragazzi (97%) e degli adulti intervistati (95%) possiede ed utilizza uno smartphone per navigare. Rispetto al 2013 si registra un +26% per i ragazzi, mentre rispetto al 2014 un +18% degli adulti. I bambini ricevono il loro primo smartphone a 11 anni e mezzo, età media più bassa di un anno rispetto al 2015.
Il 94% degli adulti e l'87% dei ragazzi ha almeno un profilo social e in media hanno più di 5 profili ciascuno.
Mediamente i ragazzi si iscrivono a Facebook a 12 anni e mezzo (un anno in meno del 2015), dichiarando un'età superiore. La ricerca racconta inoltre che la condivisione di immagini e video di se stessi o degli altri, con riferimenti sessuali o in pose imbarazzanti, rappresenta purtroppo un'attività molto diffusa tra i ragazzi.
Più di 1 su 5 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei conosciuti in rete, o attiva la webcam per ottenere regali. Quattro su 10 , infine, inviano o postano immagini intime di loro conoscenti, più di 1 su 3 invia o riceve messaggi con riferimenti espliciti al sesso, mentre 1 su 5invia ad amici propri video o foto intime.
 
Sitografia:
http://www.generazioniconnesse.it
con il vademecum
http://osservatorio-cyberbullismo.blogautore.repubblica.it 
con il dizionario dei pericoli 2.0
 
Lettura consigliata: 
Matteo LanciniAdolescenti navigati. Come sostenere la crescita dei nativi digitali
Editore Erickson
 
 


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Numero 3 - Maggio 2017
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
Maurizio Berni, Paolo Manzini, Fabrizio Tonello, Emilio Pasquini, Giorgio Quaggiotto.