RIFORMA: ARRIVANO LE MATERIE OPZIONALI.
- DOCENTI A UN BIVIO -
Il 23/01/ 2004 è stato approvato il decreto relativo alla riforma della scuola dell’infanzia e del primo ciclo (scuola primaria – ex scuola elementare e scuola secondaria di 1° grado – ex scuola media ). Nell’a s. 2004-2005, la riforma sarà applicata in tutta la scuola elementare e nella classe 1° della scuola media.
Essa riduce le ore disciplinari (in alcune materie in modo drastico, come la classe di concorso A033 educazione tecnica che viene eliminata) e, contestualmente, introduce delle ore opzionali: 3 nella scuola elementare e 6 nella scuola media.
La dizione legislativa relativa all’introduzione delle materie opzionali è sostanzialmente identica nell’articolo 7 (scuola primaria) e nell’art. 10 (scuola secondaria). Vi si legge:
“Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del piano di studi, organizzano, nell’ambito del piano dell’offerta formativa, tenendo conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività e insegnamenti coerenti con il profilo educativo (e con la prosecuzione degli studi del secondo ciclo – solo per il 1° ciclo della secondaria) per ulteriori 99 ore annue (198 per il 1° ciclo della secondaria), la cui scelta è facoltativa e opzionale per gli allievi e la cui frequenza è gratuita. Gli allievi sono tenuti alla frequenza delle attività facoltative per le quali le rispettive famiglie hanno esercitato l’opzione”.
il bivio…
I docenti si trovano di fronte ad un bivio. La scelta della direzione operata quest’anno – in cui le famiglie non hanno avuto modo di avanzare delle richieste poiché il lasso di tempo intercorso fra l’approvazione della riforma e la scadenza delle iscrizioni è stato strettissimo - potrà essere determinante per l’impostazione futura.
Al bivio si intravedono due possibili opzioni:
a) l’opzione di mercato. I docenti possono decidere di favorire attività e insegnamenti di sicuro appeal per le famiglie e gli studenti, ritenendo in questo modo di garantire la scuola, e di conseguenza se stessi, nell’ambito di un sistema concorrenziale in cui l’effetto vetrina gioca sicuramente un ruolo molto forte. In questo caso verrà sicuramente prevista anche la presenza di esperti esterni in grado di vendere prodotti nuovi, inediti, tali da caratterizzare l’offerta formativa della scuola;
b) l’opzione culturale-professionale. I docenti possono anche decidere di imboccare una via diversa, che non giochi sull’effetto vetrina ma sull’investimento a lungo termine. In questo caso la cosiddetta offerta privilegerà scelte a forte valenza culturale, che pongano al centro l’insegnamento disciplinare e che coinvolgano i docenti che operano all’interno della scuola, la cui stabilità viene fortemente messa in gioco dall’impianto della riforma e dalla generale tendenza a fare della scuola una delle tante agenzie formative.
In questo caso – ed è questa la direzione che la Gilda indica – nell’ambito delle scelte rese possibili dall’autonomia, i docenti sceglieranno di:
a) restituire alle discipline ciò che è stato tolto. Ad esempio l’ora in meno di lingua inglese verrà compensata da un’ora di attività di – ipotizziamo – conversazione in lingua inglese, che permetterà di rafforzare la trasmissione culturale;
b) di evitare l’avvio di attività che coinvolgano esperti esterni in pianta stabile, la cui presenza, oltre ad avere effetti sull’occupazione, mette in discussione il primato della scuola – che non può diventare una delle tante agenzie formative - e pone i docenti spesso in una condizione di subordine, se non di dipendenza;
c) di proporre opzioni pluriennali (ad esempio, per l’ex scuola media: conversazione inglese per 3 anni) che riducano la frantumazione dell’insegnamento e riducano gli elementi di instabilità, inevitabile fonte di insoddisfazione e di conflitto fra i colleghi;
c) di fare in modo che la frequenza dell’orario annuale personalizzato – prevista per gli studenti della scuola media – non diventi prevalentemente frequenza di “altro” dall’italiano o dalla matematica…
Evitare, in fine, che le ore opzionali ci portino alle vecchie L.A.C. (libere attività complementari) degli anni settanta.
E’ nostro interesse, ed è soprattutto interesse della società, salvaguardare il nucleo forte della scuola – rappresentato dalla cultura e da coloro che sono, in primis, chiamati a trasmetterla…
E’ interesse delle famiglie operare scelte che rafforzino la formazione dei propri figli attraverso l’approfondimento delle discipline, anche al fine del proseguimento degli studi.
Il rapporto scuola-famiglia diventa cruciale per riequilibrare l’assetto della scuola.
LA GILDA DEGLI INSEGNANTI
chiede a tutti i docenti, ai collegi, alle RSU
DI OPERARE SCELTE COERENTI
con l’obiettivo di salvaguardare
QUALITA’ E PROFESSIONALITA’
Serafina Gnech e Angelo Scebba