Oh Dio ... il portfolio! (Terza parte)
di Serafina Gnech
3. Un modello: il porfolio lombardo.
Non esiste nessun modello ufficiale di portfolio redatto dal MIUR. Ciò risulta congruo con l’ipotesi elaborata da Giuseppe Bertagna e dal gruppo di lavoro preliminare alla riforma istituito con D.M. 18 luglio 2001. Questa ipotesi prevede infatti che il portfolio comprenda due schede: la scheda di valutazione e la scheda di orientamento. La prima deve essere redatta sulla base delle indicazioni ministeriali (“indirizzi generali circa la valutazione degli alunni e il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi”), come previsto dal Dpr. 275 del ’99; la seconda è in carico alle scuole, chiamate a strutturarla sulla base delle indicazioni fornite.
Il portfolio Moratti presente nelle Indicazioni nazionali che accompagnano la riforma riprende praticamente in toto la proposta Bertagna.
Il passaggio dalla teoria alla pratica, cioè dalle indicazioni ad un portfolio tipo, è avvenuto dunque a livello locale, nelle scuole in cui è stata attivata la sperimentazione per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e nelle regioni in cui è partita la sperimentazione della scuola secondaria di 2° grado, precedentemente o a seguito dell’ accordo quadro nazionale del 20 giugno scorso.
Riteniamo utile, a conclusione di questa analisi, pubblicare un portfolio-tipo, non solo per dare un volto a “questo sconosciuto”, come hanno detto molti docenti, ma anche e soprattutto per avere un’idea degli impegni professionali concreti che esso richiederà.
Abbiamo scelto il porfolio lombardo, che si presenta accompagnato da una guida meticolosa e puntuale. Bisogna tenere presente che si tratta di un portfolio concepito per sperimentare la riforma della scuola superiore, con riferimento al canale di istruzione-formazione (1).
Schema del portfolio nella prospettiva del percorso formativo
Si presenta di seguito uno schema di portfolio, organizzato nella prospettiva del percorso formativo. Ciò corrisponde alla natura di uno strumento che accompagna la persona nel suo percorso e ne documenta i progressi in relazione alle varie fasi di cui questo si compone.
Segue una caratteristica processuale delle varie parti in cui si compone che evidenzia:
- le caratteristiche della singola scheda (Denominazione/Descrizione)
- quando è previsto l’uso della singola sezione del portfolio (Tempistica)
- come si procede per giungere alla compilazione (Modalità)
- chi è responsabile della sua compilazione (Referente)
- eventuali osservazioni (Note)
Legenda: Nella struttura che si propone di seguito, le parti relative alla versione essenziale del portfolio – ovvero corrispondente al Libretto – è indicata con carattere sottolineato da quella riferita ai documenti della versione più ampia.
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Fase Materiali
Scheda
A) Dossier personale
Previa dati personali
esperienze scolastiche e formative
esperienze di lavoro/apprendistato
altre esperienze significative
Orientamento iniziale
attività svolte
progetto personale
B)
Avvio Profilo dell’allievo
Percorso formativo personalizzato
Revisione del progetto personale
passaggio ad altri indirizzi scolastici o di formazione professionale
ulteriori revisioni del progetto personale
C) Profilo dell’allievo
In itinere
Revisione del progetto personale
Raccolta, selezione e valutazione materiali
Valutazione dello stage
Valutazione delle competenze
D) Profilo dell’allievo
Finale
Orientamento finale
attività svolte
progetto personale
Valutazione sommativa delle competenze
Lo schema generale che abbiamo riportato è seguito, come viene detto in premessa, da quattro schede particolareggiate relative alle diverse fasi (previa, di avvio, in itinere e finale). E’ previsto che il portfolio abbia due versioni: una versione estesa ed una sintetica – che comprende le parti sottolineate – e che corrisponde al “Libretto formativo del cittadino” previsto dall’accordo Stato-Regioni altrove citato.
Poiché risulterebbe troppo lungo riportare tutti gli schemi, vediamo di riassumere ciò che essi contengono, ponendo particolare attenzione al coinvolgimento ed all’impegno che essi implicano per i docenti.
Il primo schema, relativo alla fase d’avvio, contiene due Dossiers personali dell’allievo: il primo raccoglie i dati personali e tutte le esperienze (scolastiche, formative, ecc.); il secondo è relativo all’orientamento e alle azioni svolte in questo ambito ed esplicita il “progetto personale” di studio e di vita dell’allievo.
Questa prima parte del portfolio viene compilata dalle segreterie; la seconda parte può essere curata anche dall’orientatore o dal servizio orientativo.
Il secondo schema, relativo alla fase d’avvio, contiene un Profilo dell’allievo ed il tracciato del Percorso formativo personale. Può contenere anche una Revisione del progetto personale nel caso in cui l’allievo voglia rivedere il percorso previsto nella fase previa.
La cura di tutte queste parti viene affidata al tutor (T) , che deve organizzare un numero di sessioni formative (con gli allievi) pari al numero degli allievi a lui affidati. Ipotizzando benevolmente che un tutor abbia in carico 25 allievi e tenendo conto del fatto che dalla guida risulta che le sessioni formative relative al profilo devono essere dedicate solo ad esso, verremmo ad avere:
- 25 sessioni formative per delineare i diversi profili (T);
- 25 sessioni per tracciare i percorsi formativi (T);
- x sessioni per gli eventuali cambiamenti di percorso (T).
Il terzo schema è relativo alla fase in itinere. Esso comprende ancora una volta Il profilo dell’allievo (si considera che venga riportato il profilo delineato nella prima fase) e la Revisione del progetto personale (dovrebbe a logica riportare l’eventuale revisione già effettuata). A parte questo, la scheda comprende una Raccolta, selezione e valutazione materiali della Unità di Apprendimento e la Valutazione delle competenze. Nel caso in cui siano stati fatti degli stages, ci sarà anche una parte relativa alla loro valutazione. Sono previste inoltre due sezioni funzionali alle precedenti. Si tratta di sezioni contenenti le rubriche. E qui risulta necessaria una breve digressione per spiegare di che cosa si tratta.
La rubrica, ci dice Comoglio (2) facendo riferimento alla valutazione delle prestazioni e delle competenze, è “un elenco di linee guida che specifica gli elementi che contraddistinguono la qualità (eccellente, buona, debole o scarsa) di una prestazione”. Alla progettazione della rubrica, continua sempre Comoglio, sono deputati gli insegnanti, ma dovrebbero essere anche coinvolti e responsabilizzati gli studenti e i genitori. Fortunatamente il portfolio lombardo non recepisce però questa sana indicazione.
E veniamo ai soggetti coinvolti e agli impegni conseguenti.
In questa fase vengono coinvolti i docenti – qui formatori, ed i tutors. La presenza verrà indicata rispettivamente con la lettera T (tutor) e D (docente-formatore). Questi gli appuntamenti:
- 25 sessioni formative per la raccolta e la selezione dei materiali (T);
- 25 sessioni per la valutazione delle competenze (D);
- 25 sessioni formative per la rubrica delle prestazioni (T);
- X sessioni formative relative agli stages
Le 25 sessioni formative per la valutazione delle competenze acquisite alla fine delle Unità di Apprendimento vanno ovviamente moltiplicate per le UA contemplate nel corso di un anno scolastico.
La quarta scheda, relativa alla fase finale, comprende una sezione per L’orientamento finale ed una sezione per la Valutazione sommativa delle competenze. La prima è in carico al tutor, la seconda ai docenti-formatori, sotto la guida di un Coordinatore. Risultano i seguenti impegni:
- 25 sessioni formative per l’orientamento (T);
- X incontri dei docenti-formatori per la valutazione sommativa (scrutinio finale).
Agli impegni sopra elencati vanno aggiunti gli incontri con i famigliari. Nella organizzazione prevista in Lombardia, gli incontri con i famigliari, distinti e finalizzati alla delineazione del profilo dell’allievo, sono previsti nella fase di avvio, nella fase in itinere (per eventuali aggiornamenti) e nella fase finale per il completamento della scheda. Non viene specificato nelle indicazioni, ma si presume che questi incontri coinvolgano il docente-tutor e che vengano fatti ricevendo singolarmente le famiglie (non è concretamente possibile svolgere un lavoro di questo tipo in una sorta di riunione di gruppo!). In questo caso si configureranno per il tutor i seguenti impegni:
- 25 incontri iniziali con i famigliari (T);
- 25 incontri intermedi (T);
- 25 incontri finali (T).
Non intendo fare molti commenti su quest’ultima parte.
Lascio a qualche collega volenteroso l’onere e il piacere (!) di tradurre in una tabella gli impegni lavorativi che risultano – per il tutor e per i docenti-formatori – dall’adozione di questo affascinante strumento educativo, di quest’opera corale e multiprospettica che potrà finalmente realizzare il sogno di una vera rifondazione della valutazione scolastica.
Io, da parte mia, concludo riprendendo il titolo che ho voluto dare a questa analisi:
OH DIO… IL PORTFOLIO!!!
- Sulla sperimentazione lombarda vedi: Del Giudice, Dotti, Gnech, La sperimentazione lombarda del canale di istruzione e formazione professionale: teoria e fatti, www.gildains.it – sezione Centro Studi
- Op. cit.