Convegno "L’istruzione artistica nella riforma dei cicli"

Firenze I.S.A. - 13 Aprile 2000

Intervento di Teresa Pasqui (docente dell’Istituto d’Arte di Firenze).

L’ I.S.A. di Firenze ha elaborato un progetto di sperimentazione autonoma approvato nel Maggio 1992, l’esperienza non fu priva di contrasti ed anche lacerazioni. Tra il corpo docente si confrontarono posizioni culturali diverse, emersero resistenze legate alla difesa di quote orarie disciplinari, ma, si discuteva allora, su come un "modello" di scuola come l’I.S.A. poteva rinnovarsi, tenendo conto dei nuovi bisogni che la società e il mercato del lavoro ponevano, senza perdere la specificità formativa su cui la maggior parte di noi ha sempre fermamente creduto.

Quell’idea di rinnovamento conteneva anche la speranza di riuscire, con una elaborazione originale e sperimentata, a scongiurare il pericolo di una riforma calata "dall’alto" contribuendo noi stessi al cambiamento. La proposta di riforma dell’area artistica nel riordino dei cicli cancella la specificità della formazione nelle arti applicate. La progettazione ed il laboratorio, due discipline fondamentali nel profilo formativo degli I.S.A. spariscono, sostituite da vaghe "Metodologie e tecniche artistiche" per una quota oraria (4/5 ore settimanali) assolutamente inadeguata a fronte delle attuali 12 ore. Ma del resto che cosa aspettarsi da discipline, uniche nella proposta di riordino, a perdere anche la dignità della propria denominazione. Tutte le altre materie infatti dall’area dell’equivalenza a quella di indirizzo, conservano la loro denominazione e quindi riconoscibilità. Ma, si sa che l’orario deve ridursi da 39 a 30/34 ore settimanali e dunque nello scegliere i tagli da operare sembra contraddittorio che ci si orienti su quelle discipline che per le loro peculiarità epistemologiche e operative sono il luogo della elaborazione critica e della sintesi delle conoscenze nonché della loro verifica, dove lo studente è sempre stato al centro dell’attività formativa individualizzata proprio per le metodiche necessarie allo sviluppo di quelle attività.

Davvero si crede ancora che i processi e metodi per la progettazione e produzione di un "oggetto" non contengano rigore ed esercizio logico? Che la creatività e fantasia non siano collegate ad una cultura storico artistica, ad una capacità di ricerca? Che costruire un "modello" sia meno formativo che studiare filosofia?

L’interesse, a volte la passione con la quale gli studenti frequentano le nostre discipline, quelle in cui generalmente rendono di più, raggiungendo i migliori profitti, non contano nulla?

Fatta salva la formazione generale dello studente dovremo guardare con più attenzione a ciò che in quest’area merita di essere valorizzato e non annullato, anche alla luce delle richieste del mercato del lavoro.

Ricordo che alcuni settori in cui operano gli I.S.A. (moda, conservazione dei materiali lapidei, pittorici e architettonici, l’oreficeria, il design, la grafica….) sono parte integrante e vitale dell’economia del nostro paese.

Davvero si crede di poter recuperare interamente, senza averla prima adeguatamente preparata, una formazione finalmente specialistica soltanto con la prosecuzione degli studi : Università, Accademia. I.F.T.I.S.?

Nel "Sistema stellare dove si praticano i vari saperi" (dott. Scala) i nostri laboratori serviranno sempre più a corsi di diploma universitari, alla formazione integrata, all’università dell’età libera, alla formazione dell’apprendistato…., ma non alla formazione degli studenti della secondaria. Questo accade mentre il Ministro L. Berlinguer propone di diffondere la cultura artistica, intesa anche come "operatività", a tutte le scuole (licei).

Credo che le ipotesi di riordino dei cicli difficilmente produrranno risultati positivi senza la condivisione degli obbiettivi da parte del corpo docente, oggi più che mai in crisi per effetto dei numerosi cambiamenti in atto ma anche per la distrazione con la quale si assumono decisioni, ai vari livelli, senza il loro coinvolgimento diretto.

In questi mesi si definiscono i P.O.F. nelle scuole, nel rispetto del curricolo nazionale, credo il curricolo di istituto debba costruirsi in modo da fare incontrare lo studente con la storia e la fondatezza del patrimonio culturale della scuola dove si sviluppano i saperi, le discipline, i contenuti, le conoscenze, i linguaggi, i metodi, gli strumenti, la capacità di comunicare, gli atteggiamenti, lo stile relazionale, l’autonomia…. L’Istituto Statale d’Arte di Firenze ha costruito la propria identità ed è conosciuto in Italia e nel mondo grazie agli oltre cento anni di attività nel campo delle arti applicate.

Il collegio dei docenti riunitosi in data 5 Aprile 2000 ha votato a larghissima maggioranza un documento che esprime forte preoccupazione per l’ipotesi di riordino nell’area artistica.