nel documento di alcuni
insegnanti universitari (Cultura, scuola, persona) leggiamo le stesse
considerazioni sulle finalitą della scuola che ritroviamo nella riforma Moratti:
l’ambizione velleitaria all’educazione integrale in tutti suoi aspetti
(“cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali”).
Confidiamo nelle buone
intenzioni, ma proponiamo pił modestamente di limitare il compito della scuola
alla formazione culturale: alla centralitą della persona opponiamo la centralitą
del sapere disciplinare. Nella convinzione che la cultura abbia un valore
educativo fondamentale.
Chiediamo pertanto di
ridurre drasticamente la premessa pedagogica che accompagna le Indicazioni
nazionali a pochi ed essenziali princģpi, cancellando, s’intende, la parte
relativa al portfolio delle competenze individuali.
Chiediamo inoltre di
cancellare tutta la sezione dedicata all’educazione alla convivenza civile: si
tratta in ogni caso di insegnamenti che sono ricompresi nelle singole
discipline.
Ma chiediamo innanzi tutto
il rispetto degli insegnanti, della libertą e della dignitą professionale: non č
possibile contrabbandare per indicazioni le solite prescrizioni autoritarie di
un ministero centralista.
Chiediamo infine di
ridurre drasticamente la colonna delle conoscenze disciplinari: sono sufficienti
poche ed essenziali indicazioni riassuntive. Ed insieme di cancellare la colonna
delle abilitą: si tratta perlopił di metodi ed obiettivi che ogni insegnante
conosce ed utilizza secondo la sua esperienza e le circostanze didattiche. |