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Gökhan Çakar, docente di biologia in un liceo di Istanbul, risponde ad un’intervista sul sistema scolastico turco.

A cura di Gian Piero Ghini

 

La scuola in TURCHIA
Intervista a Gökhan Çakar
 

La Turchia è sempre più divisa e lacerata tra occidente e oriente. Ma l’occidente oggi non è più soltanto il generico modello di stato liberal-democratico e laico tracciato dal fondatore della moderna Turchia, Ataturk (il padre dei Turchi), ma è la UE, a cui da un decennio la Turchia aspira ad aderire, tra mille difficoltà, i molti lacci e lacciuoli posti dai titubanti partner; e l’oriente non è certo più costituito dal defunto impero sovietico (per il quale la Turchia non ha mai sentito una particolare attrazione) ma è l’estremismo islamico, foraggiato da iraniani e sauditi. Per il momento il risultato è il governo democraticamente eletto dell’islamico moderato Erdogan (che dichiara di avere come modello il democristiano italiano Alcide DeGasperi).

Al centro dello scontro sono attualmente le tre istituzioni chiave dell’identità laica e occidentale della Turchia: le forze armate, la magistratura e il sistema scolastico. Sono molti infatti a considerare come “golpe giudiziari” i verdetti a favore della laicità pronunciati dalla Suprema Corte turca.

Ci occuperemo qui, ovviamente, solo della scuola. E dato che siamo dell’idea che prima di tranciare dei giudizi sia sempre meglio conoscere le cose, parliamo del sistema scolastico turco con Gökhan Çakar, docente di biologia in un liceo di Istanbul. 

1) Il sistema scolastico turco è molto simile al nostro?

A quanto so, sì. Comprende, infatti, una scuola materna, una scuola dell’obbligo di otto anni, dai 6 ai 14 anni, suddivisa in elementare e media, e una scuola superiore a cui fanno seguito vari tipi di corsi universitari e non. 

2) A livello di ingegneria istituzionale mi pare che i sistemi siano molto simili. Ma vediamo in particolare l’ istruzione superiore: Dura 4 anni? Ha un unico indirizzo?

Intanto va detto che per accedere all’istruzione superiore si deve sostenere un esame, molto selettivo. Fino al 2002 era dello stesso tipo di quello al termine della scuola superiore, in una sessione unica, ora è articolato su esami e valutazioni alla fine dei tre anni, con media sui risultati. La destinazione è vincolante. Non è un parere orientante.

I Licei hanno tre denominazioni (Fen, Anadolu e Düs, in ordine decrescente di qualità) tutti statali e gratuiti, di durata di 5 anni e una preparazione pre-universitaria, cioè per affrontare l’esame che dà accesso alle università.

Ci sono poi dei licei tecnico-professionali locali (ma sempre statali), ad esempio il turismo o l’ industriale automobilistico, l’elettrico o l’agricolo, a seconda delle vocazioni locali. 

3) Abbiamo sentito parlare di licei teologici, sui quali il governo Erdogan sta puntando molto, e che finanzia abbondantemente.

Ci sono sempre stati i licei teologici statali: preparano i futuri imam, i celebranti del culto islamico. Sono poco frequentati, se non da chi intende diventare ministro di culto o da alcune ragazze di quelle famiglie che, per motivi religiosi, non vogliono che le figlie frequentino gli altri licei statali o privati che sono sempre misti.  

4) Ci sono quindi anche scuole private?

Ci sono molti licei privati e anche università. I più prestigiosi e cari sono quelli internazionali: a Istanbul, Ankara e Smirne: francese, inglese, tedesco, americano. Anche quello italiano di Istanbul gode di una buona fama.  

5) Come vengono formati e selezionati i docenti?

Nello stesso modo di quelli statali, in genere i candidati promossi con i voti migliori preferiscono un posto nella scuola statale, anche se la retribuzione è spesso inferiore, perché il posto è fisso e sicuro. Per accedere alla professione si sostiene un esame nazionale, dopo aver frequentato un corso universitario nell’area disciplinare ma che comprende anche esami di pedagogia e psicologia. 

6) Un passo indietro: c’è un insegnamento religioso anche negli altri licei?

Si, un’ora alla settimana di religione ed è tenuta da un docente laureato in una facoltà di cultura e storia religiosa: non è un imam, voglio dire. 

7) Passiamo ora all’esame finale, per accedere all’università.

Da tutti i vari tipi di scuola superiore (ad eccezione di quella religiosa) si può accedere all’università ma solo dopo aver sostenuto l’esame nel indirizzo prescelto: da un liceo tecnico-professionale per l’agricoltura si può accedere a medicina o archeologia, ma superare l’esame è impossibile, praticamente. Dal 1999, l'esame di accesso è essenzialmente basato su una sola fase di esame, vale a dire la ÖSS (esame di selezione degli studenti), che consiste in un test di 180 domande (Scienze Naturali, Matematica, Turco, Scienze sociali e di una lingua straniera, ma in quantità variabili a seconda dei due indirizzi delle facoltà indicate al momento della domanda: umanistico o scientifico), il tutto in 3 ore e mezza. L’ammissione si basa sulla valutazione che tiene conto del test e della media delle valutazioni degli anni precedenti. Molto, molto duro. 

8 E dopo cosa succede?

Il candidato con il punteggio raggiunto viene inserito in una graduatoria nazionale delle diverse università, che annualmente indicano le quote, un numero chiuso, insomma. Faccio un esempio, per chiarire: con una valutazione appena superiore alla sufficienza ci si può iscrivere nelle facoltà meno richieste e soprattutto in una università non molto quotata, in genere all’est del paese. Con il massimo dei voti, uno può andare a Medicina a Istanbul. Tasse e spese di sussistenza nei college sono molto basse, ci sono anche borse che coprono quasi interamente le spese. 

9) Un sistema molto selettivo e meritocratico. Da noi sarebbe giudicato anche classista e antidemocratico.

Non so. I ricchi possono sempre andare nelle università private, pagando un sacco di soldi, ma allo stato non costano nulla e non portano via i posti agli altri. Non so dire se sia più o meno democratico. 

10) Visto che questa intervista sarà pubblicata su un giornale di una associazione professionale degli insegnanti, parliamo un po’ della condizione dei docenti? Della loro retribuzione (inizio e fine carriera)? L’età media docenti?

I docenti svolgono 15 ore settimanali di lezione. Le ore di lezione in più vengono pagate 3 euro circa. La retribuzione muta poco nel tempo e va da 590 a 640 euro circa, più un aumento annuo legato all’inflazione (da qualche anno circa 4%). L’età media è più bassa che in Italia, perché fino al 2002 i docenti potevano andare in pensione dopo 25 anni di insegnamento (ora 65 gli uomini e 60 le donne). Le donne sono in netta maggioranza, ma gli uomini stanno aumentando. 

11) E i dirigenti? Avete uno staff manager? E gli Organi collegiali (genitori, studenti)?

Il dirigente ha una retribuzione uguale a quella dei docenti più una indennità di 250 euro circa. Ci sono poi da uno a cinque vice-dirigenti a seconda della grandezza della scuola. Dipartimenti disciplinari si riuniscono ordinariamente 3 volte all’anno. I genitori partecipano a riunioni con i docenti e il dirigente 2 volte l’anno. Gli studenti non hanno rappresentanti, ma solo responsabili della disciplina che in caso di necessità possono venire convocati dal dirigente o chiedere incontri con i docenti.
 

(27 agosto 2008)

 
 

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