Il monopolio dell’inglese

 

(di Bruno Telleschi)

 

La riforma Moratti opera una doppia riduzione: prima limita l’insegnamento delle lingue straniere alle lingue europee[1], poi riduce l’insegnamento delle lingue europee alla lingua inglese[2]. Infatti consente di trasferire sull’inglese anche le ore della seconda lingua.

La riforma Moratti legifera in contrasto con le risoluzioni europee che prevedono non solo l’insegnamento delle lingue comunitarie, ma anche le principali lingue mondiali. E infine le lingue degli immigrati: “Promuovere la diversità linguistica significa incoraggiare attivamente l'insegnamento e l'apprendimento della gamma più ampia possibile di lingue nelle nostre scuole, università, centri d'istruzione per adulti ed imprese. In generale, le lingue proposte dovrebbero comprendere le lingue europee minori al pari delle principali, le lingue regionali, minoritarie e le lingue delle comunità migranti, nonché quelle con lo statuto di lingua nazionale e le lingue dei nostri più importanti partner commerciali di tutto il mondo. L'imminente allargamento dell'Unione europea apporterà un'abbondanza di lingue appartenenti a varie famiglie linguistiche; occorrerà uno sforzo speciale per far sì che le lingue dei nuovi Stati membri siano oggetto di un più ampio apprendimento negli altri paesi. Gli Stati membri hanno la grande opportunità di promuovere per primi l'insegnamento e l'apprendimento di un numero di lingue maggiore rispetto a quello attuale.” (Commissione europea, Piano d’azione 2004-06, 27.7.2003, pp.10-1).

L’Unione Europea considera con preoccupazione l’esclusione delle lingue straniere (ibidem pp.4-5: “Il principio che imparare l'inglese non basta e che devono essere disponibili corsi per un gran numero di lingue ha riscosso il consenso generale.”) ed auspica una scelta più ampia (ibidem p.9: “Gli Stati membri concordano che gli allievi dovrebbero padroneggiare almeno due lingue straniere.”). Con il consenso generale! O forse l’Italia si è dissociata?

Contro la riforma Moratti che impone il monopolio dell’inglese bisogna richiamare il rispetto dell’Unione Europea e il buon senso che vuole riflettere sulla cultura dei popoli per rafforzare la solidarietà internazionale.

 

26.11.2005


 

[1] legge 28.3.2003 n.53 (Delega al governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli esenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale) art.2 sub f.

[2] dlgs17.10.2005 n.226 (Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28.3.2005 n.53) art.25 comma 2. Nonché in tutti gli allegati il piano degli studi che limita al solo inglese l’insegnamento di una disciplina non linguistica al quinto anno.