L A T I N O
Maria
T. Lupidi Sciolla
Antonio La Penna
§1) NATURA E FINALITÀ DELLA DISCIPLINA
Il dibattito sul latino
Nella scuola italiana esiste una vera e propria “questione latino” che risale almeno al 1859, quando la legge Casati istituisce in Italia la scuola pubblica (tendenzialmente per tutti).
Allora vengono istituite due scuole parallele, una con il latino, destinata a chi prosegue gli studi, e una senza latino per tutti gli altri.
La presenza del latino caratterizza il percorso socialmente, culturalmente e intellettualmente più alto.
I vari progetti di cambiamento del sistema scolastico italiano, presentati dal 1870 al 1923 e volti a unificare la scuola secondaria di primo grado attraverso la fusione della scuola tecnica con il ginnasio (e la conseguente eliminazione del latino), incontrano opposizioni forti e inconciliabili.
Non è inutile rilevare come i fautori delle differenti posizioni si appellino, per sostenere il proprio punto di vista, al concetto di umanesimo, concetto che però viene inteso dagli uni come apprendimento dell’unica cultura possibile, quella delle bonae litterae, dagli altri invece come rifiuto del grammaticalismo dis-umanizzante, legato principalmente all’insegnamento del latino, a vantaggio di un “umanesimo reale”, che si occupi cioè di tutte le culture, da quelle popolari a quelle scientifiche.
La riforma Gentile nel 1923 annullerà di fatto ogni possibilità di scuola secondaria di primo grado unificata per circa 40 anni, fino all’istituzione della scuola media unica (1962).
Ancora oggi, dopo l’approvazione della L.30/2000 sul Riordino dei cicli scolastici la scuola media è il segmento formativo più discusso; e la presenza del latino nei curricoli scolastici del ciclo secondario accende il dibattito, tanto che, in un tentativo di mediazione tra fautori e detrattori, il documento del 1998 sui “Saperi essenziali” propone l’insegnamento di una cosiddetta “tradizione classica”.
Il latino nel percorso di formazione di un
adolescente
In via preliminare occorre riconoscere che, se il latino non è (come del resto nessun’altra materia può essere) la sola disciplina capace di sviluppare abilità e attività mentali del soggetto che apprende, essa tuttavia concorre significativamente a sviluppare tali abilità e attività insieme con altre discipline, appartenenti o non appartenenti al medesimo ambito. Ne consegue che il latino, anzi il programma di latino, va considerato all’interno del curricolo e non in una posizione isolata dal contesto culturale ed educativo che costituisce lo specifico dell’istituzione scolastica.
Criteri generali
Per garantire un approccio all’insegnamento/apprendimento di latino lontano da ogni polemica, e soprattutto per non snaturarne le peculiarità (sia teoriche sia didattiche), occorre riflettere intorno ad alcuni aspetti della disciplina:
le finalità che le sono proprie; le valenze educative che ne legittimano la presenza in un percorso formativo e attivano le competenze nei soggetti che apprendono.
In tale prospettiva, cerchiamo di rispondere ad alcuni interrogativi fondamentali:
* che cos’è il “latino”e a che cosa serve insegnarlo nella scuola oggi;
* in quali aree e indirizzi del ciclo secondario deve essere presente.
Che cos’è (e a che cosa serve) il latino nella scuola secondaria
Il latino, materia complessa e documentata da un corpus noto di testi, è un intreccio fra elementi linguistici, letterari e storico culturali.
Pertanto, la didattica del latino non può che situarsi nell’ambito dell’educazione linguistica e il latino non può che collocarsi nell’insieme delle altre discipline linguistico-letterarie presenti nel curricolo (italiano e lingue straniere), pur con le differenze dovute. Infatti, alcuni obiettivi di apprendimento sono comuni a tutte le materie linguistico-letterarie, come l’acquisizione di competenza e di consapevolezza linguistica, mentre altri si diversificano necessariamente: per il latino, lingua non più usata oggi, nella competenza comunicativa deve essere escluso il momento della competenza produttiva (se non a fini di eventuale manipolazione linguistica, nel corso di esercitazioni mirate).
Altri obiettivi invece vengono raggiunti con particolare efficacia proprio attraverso il latino.
Infatti, sotto il profilo storico-culturale, il latino promuove e sviluppa:
· l’acquisizione di senso storico (derivata dalla frequentazione sistematica di testi che testimoniano il rapporto di continuità e di alterità con il passato);
· l’ampliamento dell’orizzonte storico-culturale , in quanto dà fondamento linguistico e culturale al lungo cammino che ha dato origine alla civiltà europea;
· l’accesso diretto e concreto ai testi che hanno accompagnato il graduale costituirsi del patrimonio occidentale di pensiero che copre tutti i rami del sapere, comprese scienza e tecnica.
Sotto il profilo linguistico, e trasversale in senso lato, il latino promuove e sviluppa:
· la capacità di cogliere una lingua come sistema e di comprenderne il funzionamento;
· l’acquisizione di strumenti teorici e operativi per una compiuta analisi del linguaggio;
· la consapevolezza che il latino rappresenta la lingua da cui trae origine l’italiano, e che quindi fra latino e italiano ci sono rapporti di continuità e di alterità;
· la capacità di riflettere sulle varietà diacroniche della lingua in generale e dell’italiano in particolare;
· la consapevolezza del rapporto esistente fra le varie lingue neolatine;
· l’abitudine a operare confronti fra lingue (e culture) diverse;
· l’abilità di traduzione, che favorisce anche la produzione in italiano.
Tradurre ha una forte valenza educativa “trasversale”, in quanto l’incontro con il testo educa al confronto e al rispetto dell’alterità, mentre l’abitudine a formulare ipotesi di comprensione/traduzione educa alla flessibilità e alla versatilità mentale.
Sotto il profilo letterario, il latino promuove e sviluppa:
· il possesso di strumenti utili a comprendere l’intreccio di tradizione e innovazione presente nel sistema letterario occidentale;
· la conoscenza dell’origine storico-culturale di archetipi, di miti, leggende e personaggi ancora variamente presenti nell’immaginario, nelle letterature e nelle arti figurative del mondo occidentale
· la capacità di riconoscere le principali differenze antropologiche fra il mondo classico e il mondo contemporaneo, collegandole anche con le altre manifestazioni (archeologiche, artistiche...);
· l’abitudine a individuare i fattori di cultura e di civiltà di lunga durata;
· la capacità di individuare gli aspetti estetici nelle opere letterarie.
La frequentazione dei classici in generale rende i giovani più abili nella comparazione (fra antico e moderno ...) e quindi più autonomi nel giudizio.
§2) COLLOCAZIONE DELLA DISCIPLINA NELLE AREE E NEGLI
INDIRIZZI
Dato che le valenze formative e le finalità del latino rientrano nel grande ambito dell’educazione linguistico-letteraria, favoriscono il possesso dell’italiano “intellettuale” e l’accesso alle radici culturali della civiltà occidentale, l’insegnamento di latino deve essere coerentemente presente in numerosi indirizzi, in ciascuno secondo il suo specifico:
Þ nell’Area classico-scientifica, in tutti gli indirizzi;
Þ nell’Area tecnico-tecnologica, alcuni indirizzi (relativi ad esempio all’ambiente, ai servizi della persona, al turismo);
Þ nell’Area artistica e musicale.
Per tutti
gli indirizzi delle ultime due aree andrebbero comunque studiate anche le
modalità per introdurre un insegnamento di cosiddetta “Tradizione classica”,
insegnamento che contribuirebbe a promuovere l’ accostamento degli studenti al
mondo antico e farebbe acquisire le indispensabili conoscenze storiche,
linguistiche e antropologiche che, altrimenti, sarebbero destinate a
disperdersi in una pluralità di approcci (come ad esempio quello storico,
geografico, letterario, giuridico...). Tale insegnamento, insieme ad alcuni
riferimenti all’origine latina dell’italiano, può costituire una sorta di
livello essenziale di apprendimento relativo al mondo antico (livello 3).
L’insegnamento specifico di latino, per essere in armonia con le caratteristiche proprie della disciplina, deve disporre di un numero di ore adeguato e quindi deve iniziare sin dal primo anno del ciclo secondario. e contare su un’estensione quinquennale. A seconda poi della specificità del singolo indirizzo dovranno essere calibrati obiettivi/competenze, contenuti e metodi e materiali didattici.
§3) OBIETTIVI
Gli obiettivi/competenze di un programma di massima di latino devono essere individuati tenendo conto dei settori in cui la materia si articola, cioè del settore storico culturale e del settore linguistico-letterario, mantenendo il più possibile la correlazione fra gli stessi.
Vanno indicati pertanto obiettivi/competenze forti, che devono inoltre essere correlati a contenuti di tale significatività culturale da risultare motivanti per gli studenti.
Qualche esempio più mirato all’educazione linguistica:
Lo studente, al termine degli studi di latino dovrà essere in grado di:
* individuare le strutture fondamentali del sistema linguistico latino a livello sintattico, morfologico e lessicale;
* riconoscere gli elementi latini della connessione testuale;
* analizzare le strutture di un testo latino per comprenderlo;
* individuare le differenze fondamentali fra latino e italiano;
* riformulare un testo latino (tradurre) secondo le regole di produzione della lingua italiana;
* riconoscere in un testo italiano i suoi rapporti con il latino;
* collegare lo studio della lingua latina alla civiltà che essa esprime.
* cogliere elementi di lessico significativi sia per la conoscenza della lingiua e della civiltà latina sia per la conoscenza storica della lingua italiana.
Particolare importanza, infine, ha l’apprendimento (e/o l’accostamento) del patrimonio letterario.
Qualche esempio di obiettivi/competenze più mirato all’educazione letteraria.
Lo studente, al termine degli studi di latino, dovrà essere in grado di:
* riconoscere i vari tipi di comunicazione in prosa e in poesia;
* individuare i principali generi letterari latini, documentando alcune caratteristiche retorico-stilistiche;
* individuari i tratti caratteristici della letteratura latina;
* confrontare i generi della letteratura latina con i generi presenti nelle letterature occidentali moderne, individuando anche alcuni fattori di continuità e di alterità;
* dare al testo una collocazione storica, cogliendone i legami con la cultura letteraria (e non) ad esso coeva;
* individuare e documentare gli apporti di pensiero e di linguaggio alla formazione della cultura europea;
*
impostare
problemi di valutazione estetica
Per il raggiungimento degli obiettivi deve essere posta attenzione alla scelta dei testi che devono costituire un’occasione per conoscere il mondo antico in tutta la sua complessità (usi, costumi, pensiero, politica, diritto, storia, scienze, ma anche cultura materiale, arte...) e nell’ampiezza del suo sviluppo storico.
§4) CONTENUTI
§4.1) Biennio
In linea di massima i contenuti di base per tutti gli indirizzi dell’area classico-scientifica sono i seguenti:
* descrizione del sistema morfosintattico;
* studio del lessico, nei suoi procedimenti fondamentali, e delle derivazioni etimologiche;
* lettura e analisi di testi in prosa e in poesia, raggruppati per tematiche significative, e adeguatamente contestualizzati.
Suggerimenti sui livelli
Per un livello di insegnamento/apprendimento alto (1), si può pensare sia a uno studio descrittivo della lingua (che avvii alla comprensione dei testi), sia a uno studio sincronico, che accosti gli studenti alla lingua come sistema formalizzato.
Verranno sviluppate così le potenzialità (insite nella lingua latina) di contribuire alla riflessione linguistica generale, in quanto il latino da un lato è lingua storicamente “conclusa”, dall’altro è lingua non esaurita per la sua presenza nella semantica e nella sintassi delle lingue moderne. Tale livello di apprendimento favorisce inoltre capacità autentiche di astrazione, indispensabili a chi affronta un indirizzo di studi che prevede impegno di teorizzazione, a qualsiasi campo esso venga applicato.
In tutta l’area classico-scientifica, ma più professionalmente nell’indirizzo linguistico, deve essere curata la traduzione, come sintesi di una serie complessa di operazioni linguistiche di decodificazione e di ricodificazione esercitate con rigore e sistematicità su due lingue a confronto. Si farà riflessione sulla traduzione anche attraverso il confronto fra diverse traduzioni d’autore.
Alcune prevedibili differenziazioni mirate alla specificità dei vari indirizzi andranno calibrate sulla base della difficoltà e dell’ampiezza dei testi proposti e sulle caratteristiche del contenuto (storico, antropologico, mitologico, scientifico ecc.).
Per un livello meno approfondito (2), lo studio della lingua deve essere limitato ad argomenti essenziali e all’aspetto descrittivo. La maggior parte dei testi potrà essere presentata in traduzione italiana o con traduzione a fronte. Si privilegerà la conoscenza di contenuti propri del mondo romano, secondo tematiche motivanti, collegandola con le possibili esperienze concrete offerte dal territorio (visite a siti archeologici, musei; analisi di espressioni dialettali...).
§4.2) Triennio
In linea di massima i contenuti di base per tutti gli indirizzi dell’area classico-scientifica sono i seguenti:
* consolidamento dell’apprendimento linguistico;
* consolidamento del confronto fra latino e lingue moderne;
* studio della letteratura accompagnato da ampie letture, anche in traduzione con il testo a fronte.
Una rosa di autori per un sapere fondamentale può essere la seguente:
Plauto, Terenzio, Cicerone, Catullo, Lucrezio, Virgilio, Orazio, Ovidio, Livio, Seneca, Tacito, i Vangeli, S. Agostino.
Non si tratta di un canone fisso: in ordine a determinati obiettivi, altri autori possono essere inclusi, come Tibullo, Properzio, Giovenale, Apuleio; oppure Vitruvio e Alberti; oppure Galileo e Newton.
Per conoscere l’età di Augusto, potrebbe risultare utile la conoscenza del Monumentum Ancyranum, ma va evitato l’uso esclusivo di testi come documenti storici.
Ogni indirizzo di studi troverà una sua specificità: in un indirizzo linguistico, ad esempio, può essere interessante, per la storia della lingua, la lettura di brani tratti dal De lingua latina di Varrone o di traduzioni della Bibbia diverse da quella di S. Girolamo.
Suggerimenti sui livelli
I contenuti sopra indicati possono corrispondere, in generale, ad un livello 2 che troverà concretezza didattica nella presentazione di testi sia in latino, sia, più ampiamente, in traduzione italiana (talvolta, ad esempio nell’indirizzo linguistico, anche in lingua straniera) con o senza testo a fronte. Il consolidamento linguistico sarà mirato all’analisi e alla comprensione di testi via via più estesi..
Per un livello di insegnamento/ apprendimento alto (1), si possono indicare i seguenti argomenti:
* la riflessione metalinguistica su fenomeni fonologici, morfosintattici e di testualità;
* la comparazione fra varietà linguistiche (diacroniche, geografiche...);
* lo studio sistematico di storia della letteratura latina;
* l’interpretazione di autori e temi, oltre la semplice comprensione;
* la contestualizzazione, non solo di tematiche, ma anche di forme letterarie;
* la valutazione estetica;
* il confronto sistematico con opere moderne.
Fermi restando la centralità della lettura, e quindi del testo, e il riferimento costante al quadro storico, nonché alla personalità dell’autore, la differenziazione dei livelli passa attraverso la maggiore o minore ampiezza e complessità dei testi proposti, la maggiore o minore formalizzazione dei concetti elaborati.