“VIVERE LA SCUOLA OGGI”
Vivere la scuola è difficile. Difficilissimo. E questo, dicono alcuni, da quando la sinistra ha consumato il proprio tradimento etico e politico nel talamo del neo-liberalismo europeista. Trascinando con sé la scuola con la quale pure aveva avviato un dialogo vivace e intenso, dialogo che diede corpo nella seconda metà degli anni novanta a quello che fu definito il “ciclone Berlinguer”. Ciclone che fu di tale portata da investire non solo la diretta interessata, la scuola - la febbre salì all’epoca fino a raggiungere le punte del fanatismo religioso - ma anche le forze politiche, che ruppero quella che, fatte poche lodevoli eccezioni (non vogliamo dimenticare né Antonio Gramsci, né Giovanni Giolitti), era una disattenzione ormai secolare.
Ma c’era dell’altro. Cominciava allora ad avanzare anche in Italia una nuova idea, ancora informe ed allo stadio di pura ipotesi. Era l’idea della centralità anche socioeconomica delle attività e delle istituzioni formative. E non fu solo un caso che il documento di Luigi Berlinguer sulla scuola del 1997 (il famoso Riordino dei cicli) fosse presentato anche dal Ministro del Lavoro. Dall’equazione istruzione=sviluppo si approdò ben presto alla qualificazione – di uso ormai comune – della nostra società come società della conoscenza. Ma si tratta, si badi bene, non del riconoscimento di una conoscenza disinteressata e fine a se stessa, ma di una conoscenza finalizzata allo sviluppo economico e alla competizione mondiale. E fu qui che si tracciò il solco sul quale si innestarono tutte le riforme di fatto e tutte le riforme tentate che fecero seguito. E fu anche il solco nel quale la destra (o, se vogliamo, una certa destra) trovò la propria collocazione naturale. Era, in qualche modo, fatale e legato alla nuova dimensione, ahimè, non politica di molti nuovi politici che il proseguo delle puntate della soap opera scolastica divenisse di qualità sempre più commerciale, massificata e scadente.
La percezione di questa evoluzione è presente in tutti noi. E va detto. Perché essa informa il nostro “vivere la scuola oggi”: un vivere quotidiano sul quale pesano soprattutto interrogativi di senso e di identità professionale. Ma sul quale pesano anche moltissime altre cose: lo sfaldamento dei valori, la molteplicità delle richieste sociali mosse alla scuola, la delega della famiglia. Il tutto all’interno di una collegialità malata, che male regge l’abnorme commistione di ruoli e il peso delle ricorrenti velleità autoritaristiche di un impianto che si vuole liberista.
Che cosa significa oggi insegnare? Quale ricaduta ha sulla persona lo svolgimento di un lavoro ormai senza confini? Come vengono vissute le relazioni (docenti-docenti, docenti-dirigenti, docenti-genitori) all’interno della scuola dell’autonomia?
Queste - e tante altre - sono le domande che ci poniamo e sulle quali vogliamo avanzare un tentativo di risposta con l’avvio della serie di incontri
VIVERE LA SCUOLA OGGI
Perché la scuola è per noi una concretezza quotidiana, che amiamo, ma con la quale troppo spesso ci scontriamo; una concretezza spesso dolorosa che penetra il nostro essere profondo, invade il nostro privato, permea le nostre vite.
E’ una concretezza che dobbiamo prima di tutto capire insieme, per avere gli strumenti per affrontarla e, se del caso, modificarla.
Il primo di questa serie di incontri, organizzato dal Centro Studi e dalle Gilde di Milano, Brescia e Bergamo, avrà luogo a Milano il giorno 9 ottobre 2003 e verterà su:
BURN-OUT
e
disagio professionale
La Gilda, che da tempo si occupa di questo problema e che ha collaborato alla ricerca IARD, incontrerà il Dott. VITTORIO LODOLO D’ORIA, medico INPDAP, consulente MIUR e massimo esperto italiano in materia.
Alla sua voce coniugherà le testimonianze dei colleghi che le sono pervenute.
Testimonianze concrete, vive, che ci permettono di toccare la dimensione del vivere la scuola oggi
*** La Gilda ha iniziato il percorso che l’ha gradualmente condotta alle iniziative ora in corso nell’anno 2002. Il numero di novembre 2002 di Professione docente pubblica, con il titolo “Insegnare stanca”, una prima sintesi dello Studio Getsemani, studio condotto dal Dottor Lodolo per conto della Asl di Milano, una messa a fuoco del problema ed una prima testimonianza.
La problematica che pure era stata raccolta, a suo tempo, anche da Il Sole 24 Ore, è divenuta nota al largo pubblico in tempi recentissimi, a seguito degli ampi articoli pubblicati il 12 settembre dai quotidiani Il Corriere della Sera e La Repubblica (il materiale sul burn-out è reperibile nel Sito Gilda: www.gildains.it BURN OUT a cura di Silvana Boccara).
IL CENTRO STUDI E LA GILDA DI MILANO COLLABORERANNO CON LE PROVINCE CHE VOGLIANO AVVIARE DELLE INIZIATIVE ANALOGHE A QUELLA ORA PRESENTATA.