Relazione
Metodologia
È
stata realizzata una rilevazione quantitativa tramite interviste telefoniche,
utilizzando in contemporanea le postazioni a disposizione nella nostra sede.
Ogni rilevazione è preceduta da
una fase pilota volta a mettere in luce e ad eliminare eventuali problemi nella
somministrazione del questionario.
Le interviste sono state
effettuate nei giorni 10-13 maggio, nella fascia oraria serale.
Il campione è costituito da 400
insegnanti operanti sul territorio nazionale ed è rappresentativo dell’universi
indagato sulla base dei parametri di zona e livello d’istruzione in cui viene
prestata l’attività lavorativa.
Tali parametri sono uniformati ai
dati forniti dall’ISTAT.
Parametri del
campione Il campione di 400 intervistati risulta così
composto:
Sesso:
maschio |
21,0 |
femmina |
79,0 |
Età:
25-30
anni |
1,0 |
31-35
anni |
9,0 |
36-40
anni |
15,0 |
41-45
anni |
20,0 |
46-54
anni |
38,0 |
55-60
anni |
15,0 |
61-64
anni |
2,0 |
Zona:
nord |
38,0 |
centro |
18,0 |
sud+isole |
44,0 |
Scuola d’insegnamento
materna |
14,0 |
elementare |
31,0 |
media
inferiore |
23,0 |
media
superiore |
32,0 |
Tipo di scuola secondaria
(rispondono gli
insegnanti di scuola secondaria)
Somma delle risposte consentite
liceo
classico |
12,0 |
liceo
scientifico |
20,0 |
liceo
linguistico |
5,0 |
Istituto
magistrale/liceo pedagogico |
5,0 |
Istituto
tecnico commerciale |
23,0 |
Istituto per
geometri |
2,0 |
istituto
tecnico industriale |
9,0 |
istituto
d'arte |
5,0 |
istituti
professionali (3 anni) |
18,0 |
istituto
tecnico agrario |
2,0 |
altro |
6,0 |
Tipologia di rapporto di
lavoro:
di
ruolo |
86,0 |
precario |
14,0 |
Anzianità lavorativa
da 1 a
3 |
1,0 |
da 4 a
5 |
3,0 |
da 6 a
10 |
16,0 |
da 11 a
15 |
15,0 |
da 16 a
20 |
17,0 |
più di
20 |
49,0 |
Sintesi
Una scuola cagionevole e un corpo
docente che individua nella bassa retribuzione degli insegnanti una delle
principali patologie di cui è affetto il sistema scolastico.
Sullo sfondo la considerazione
degli effetti negativi che una aziendalizzazione dell’attività scolastica
può comportare.
Sono tra i principali risultati
dell’indagine tra gli insegnanti, realizzata da Swg per conto dell’Associazione
professionale nazionale Gilda degli Insegnanti, e che offre uno spaccato
delle idee che gli operatori del settore hanno sul proprio lavoro e sulla
propria professionalità.
Valutazioni che, come è ovvio, si
addensano anche su posizioni e richieste contrattuali.
1. Dalla bassa retribuzione
all’azienda-scuola, passando per il ruolo dei docenti nella società
Il filo conduttore che si legge
nelle risposte è la vigorosa volontà, da parte dei docenti, di non
vedere svilita la loro funzione a quella di meri esecutori, all’interno di una
scuola che, protesa in una logica aziendale, rischia di ridurre gli spazi
della creatività, dell’impronta personale, dell’aggiornamento come motore di
innovazione e sviluppo.
Così, se il tema più avvertito è
la necessità di un consistente e cospicuo adeguamento dei livelli
salariali alle prestazioni e all’impegno profusi, tra gli insegnanti non
mancano i segnali di allarme su altri temi.
Il leit motiv, come detto, ruota
intorno al tema dell’aziendalizzazione.
Un processo che, nella percezione
degli insegnanti, rischia di soffocare la scuola nella burocrazia e nelle
riunioni sulla docenza (9,0%), nell’eccessivo carico di lavoro (11,0%) e
nell’inadeguatezza delle strutture (11,0%): il tutto frutto e portato delle
croniche carenze del comparto, ma accentuato dalla nuova logica volta a cercare
piuttosto la quadratura dei conti e meno la qualità del percorso formativo degli
alunni.
Gli insegnanti intervistati non
mancano di portare alla luce altre contraddizioni dell’ordinamento scolastico
che minacciano la loro professionalità.
In primo piano c’è la percezione
del loro ruolo nella società. Non a caso il 19% degli intervistati
sottolinea la scarsa considerazione di cui gode la categoria. Una scarsa
considerazione che, per i più, emerge in tutto il suo peso nella limitata
attenzione e nei contenuti investimenti che Parlamento e governi dedicano al
settore.
Se un tempo, nell’Italia post
unità nazionale, ma ancora nell’Italia del boom e in quella post Sessantotto,
l’insegnante era una figura centrale nella comunità, oggi i docenti
percepiscono una scarsa considerazione del loro ruolo e della loro funzione
nello sviluppo del Paese e dei processi di formazione culturale e sociale
delle giovani generazioni. Questo senso della perdita di un prestigio di cui
godevano un tempo si legge soprattutto tra i docenti delle medie inferiori e
superiori, quasi che il maestro delle elementari e delle materne mantenesse
meglio ancor oggi quella centralità del passato.
2. Separare le aree di
contrattazione per docenti e non docenti
Passando agli aspetti più
propriamente contrattuali, professionali e di organizzazione dell’attività si
possono individuare tre temi: quello della separazione dell’area contrattuale
tra personale docente e non docente, quello dei percorsi di carriera e, infine,
quello del funzionamento del collegio docenti.
Sul primo tema, quello della
separazione contrattuale, c’è una metà circa del corpo insegnante (pari al 48%)
che non è a conoscenza della proposta. Inoltre, anche tra coloro che sanno
dell’ipotesi di separazione della aree contrattuali, non c’è la consapevolezza
di chi sia stato ad avanzare la proposta: soltanto tra gli iscritti Gilda
l’origine di essa appare ben nota.
Sono meglio informati sul tema
della separazione delle aree contrattuali i docenti delle medie inferiori e
superiori e quelli con maggiore anzianità lavorativa.
Una ampia maggioranza degli
intervistati (soprattutto gli insegnanti delle medie superiori) dimostra,
tuttavia, di percepire l’ipotesi di un’area contrattuale autonoma come un
obiettivo centrale per valorizzare la funzione del docente, riconoscendone la
specificità e la professionalità.
Il 60,0% degli intervistati infatti
sostiene e appoggia la proposta avanzata dal sindacato Gilda, incontrando in
essa non solo il riconoscimento del ruolo di particolare delicatezza e di grande
responsabilità per la società svolto dal personale docente, ma anche la
necessaria diversità nella contrattazione e nei problemi da definire tra figure
(personale non docente e personale docente) giuridicamente molto eterogenee
(72,0%).
Tra le persone che, invece, non
condividono tale proposta (il 17,0% degli intervistati), il problema più
avvertito è quello dello sgretolamento della compattezza della categoria. Si può
dire che, pur in minoranza, c’è una parte degli insegnanti che individua nella
separazione dei percorsi contrattuali un rischio di ulteriore indebolimento
della capacità di contrattazione e di peso politico della categoria.
3. Riforma degli organi
collegiali
Il mondo docente si divide sul
tema della riforma degli organi collegiali. A fronte di una maggioranza relativa
(il 45,0%) che asserisce di condividere la proposta di assegnare la presidenza
del collegio docenti a un insegnante invece che al capo d’istituto, c’è una
minoranza cospicua, il 38,0%, che si schiera su posizioni opposte.
È probabile che, su tale punto di
vista, incida la percezione del rischio di divisione del corpo docenti in gruppi
interni, e della fiducia nel ruolo del capo d’istituto quale figura di
garanzia.
4.
Professionalità e
carriera
Per quanto concerne l’ampio campo
della professionalità e dello sviluppo dei percorsi di carriera, le opinioni
degli insegnanti appaiono abbastanza decisamente orientate: il filo conduttore è
la definizione di meccanismi che garantiscano carriere basate sull’insegnamento
(e non su altre competenze e funzioni) e che non definiscano elementi di
gerarchizzazione interna.
Per il 60,0% degli insegnanti, l’avanzamento di carriera
deve essere fondato sulla valutazione del lavoro svolto in classe:
si tratterebbe pertanto di un significativo
cambiamento nei criteri attuali. Questa posizione infatti supera nettamente,
nella scala delle preferenze, i criteri dell’anzianità (46,0%) e dei titoli
culturali (38,0%). L’apertura verso metodi di valutazione della qualità
dell’insegnamento è particolarmente evidente tra i docenti di scuola
superiore.
Su un punto, i docenti, appaiono a
stragrande maggioranza concordi: nel dire no ai concorsi interni (solo il 10,0%
si schiera per questa ipotesi).
Altro punto su cui la maggioranza
degli insegnanti conviene è quello che l’attuale meccanismo degli avanzamenti di
carriera deve essere cambiato: il 79,0% degli intervistati si schiera
decisamente per una rettifica e per l’introduzione di nuovi sistemi.
5. La rappresentanza
Il fatto che la categoria degli
insegnanti si trovi in una situazione difficile, in un importante momento di
passaggio ricco di incognite nel quale è difficile determinare quale potrà
essere la scuola del futuro, rende centrale il tema della rappresentanza di
categoria.
I dati rilevati dal sondaggio
rendono evidente che, tra gli iscritti ai sindacati, c’è un giudizio
tendenzialmente positivo, anche se esiste una percezione diffusa (4 iscritti su
10) di limitata efficacia; ciò da una parte è spiegabile con la oggettiva
situazione della categoria, dall’altra evidenzia un bisogno di maggiore
incisività, in particolare nella difesa di quello che è il ruolo degli
insegnanti.
Il giudizio su Gilda (la
valutazione è stata chiesta all’intero campione intervistato) non si discosta da
quello delle altre associazioni: va rilevato che comunque il fatto che quasi 3
intervistati su 10 nel campione complessivo ne riconoscano l’efficacia
dell’operato va considerato come un risultato positivo.
Risultati
dell’indagine
Problemi della categoria (Secondo Lei, quale
tra i seguenti e’ il principale problema della categoria degli
insegnanti?)
la bassa
retribuzione |
46,0 |
la scarsa
considerazione di cui gode la categoria |
19,0 |
l’eccessivo
carico di lavoro |
11,0 |
l’inadeguatezza delle strutture |
11,0 |
le poche
possibilità di aggiornamento |
10,0 |
il prevalere
della burocrazia e delle riunioni sulla docenza |
9,0 |
difficoltà nei
rapporti con gli studenti |
6,0 |
problemi
relativi alla didattica (handicap, preparazione ins,
valutazione) |
6,0 |
l’eccessivo
carico di responsabilità |
5,0 |
la numerosità
delle classi |
5,0 |
scarse risorse
dedicate alla scuola |
5,0 |
precariato |
5,0 |
il conflitto
con i dirigenti scolastici |
4,0 |
le ingerenze
dei genitori |
4,0 |
la scarsa
autonomia didattica |
4,0 |
la mancata
riforma della scuola |
4,0 |
demotivazione |
4,0 |
difficoltà nei
rapporti con i colleghi |
4,0 |
continui
cambiamenti legislativi |
3,0 |
le limitate
possibilità di carriera |
2,0 |
l’insufficiente impegno da parte dei sindacati nella
tutela |
1,0 |
altro |
12,0 |
non sa/non
risponde |
6,0 |
Separazione delle aree contrattuali – conoscenza (A proposito del
rinnovo del contratto della scuola, c’e’ stata la proposta di separare le aree
contrattuali dei docenti da quelle dei non docenti. Lei aveva sentito parlare di
questa proposta)
si |
51,0 |
no |
48,0 |
non
risponde |
1,0 |
Separazione delle aree contrattuali – conoscenza di chi l’ha proposta (Lei sa quale
sindacato o associazione ha fatto questa proposta)
risposta spontanea
GILDA |
15,0 |
SNALS |
7,0 |
COBAS |
2,0 |
CGIL |
2,0 |
CISL |
1,0 |
UIL |
1,0 |
ALTRO |
2,0 |
non
sa |
69,0 |
non
risponde |
1,0 |
Separazione delle aree contrattuali – condivisione (Lei personalmente,
condivide la proposta di separare le aree contrattuali di docenti e non
docenti)
condivide |
60,0 |
non
condivide |
17,0 |
E
INDIFFERENTE |
3,0 |
non
risponde |
20,0 |
Separazione delle aree contrattuali – ragioni della
condivisione (Per quale ragione
condivide la proposta di separare le aree contrattuali di docenti e non
docenti)
(rispondono
coloro che condividono)
risposta
spontanea
Somma delle risposte
consentite
perché si
tratta di figure giuridicamente molto diverse |
72,0 |
competenze
diverse |
20,0 |
perché così vi
sarebbero aumenti di stipendio |
4,0 |
perché gli
insegnanti avrebbero maggiore potere contrattuale |
1,0 |
perché agli
insegnanti verrebbe riconosciuta maggiore autonomia |
3,0 |
altro |
3,0 |
non
risponde |
4,0 |
Separazione delle aree contrattuali – ragioni della non
condivisione (Per quale ragione
NON condivide la proposta di separare le aree contrattuali di docenti e non
docenti)
(rispondono
coloro che non condividono)
risposta
spontanea
Somma delle risposte
consentite
perché
verrebbe meno la compattezza della categoria |
48,0 |
perché non ci
sono reali differenze |
22,0 |
perché si
diminuirebbe il peso del settore scuola |
5,0 |
perché gli
insegnanti avrebbero MINORE potere contrattuale |
5,0 |
perché gli
aumenti di stipendio non dipendono dalla separazione |
2,0 |
altro |
10,0 |
non
risponde |
15,0 |
Riforma degli organi collegiali ( Parliamo ora
della riforma degli organi collegiali. Condivide la proposta di assegnare la
presidenza del collegio dei docenti ad un insegnante invece che al capo
d'istituto?)
condivide |
45,0 |
non
condivide |
38,0 |
E'
INDIFFERENTE |
9,0 |
non
risponde |
8,0 |
Carriera degli insegnanti –criteri per determinarla
(Un'altra questione di cui si discute a proposito della scuola e' il tema
della carriera degli insegnanti. Secondo Lei, l'avanzamento di carriera,
dovrebbe essere determinato da:)
valutazioni
del lavoro svolto in classe |
60,0 |
anzianità |
46,0 |
titoli
culturali |
38,0 |
concorsi
interni |
10,0 |
aggiornamento |
4,0 |
altro |
6,0 |
non
risponde |
2,0 |
Carriera degli insegnanti – opportunità di definire nuovi criteri
(In definitiva, secondo Lei si dovrebbero introdurre dei meccanismi per
consentire degli avanzamenti di carriera (diversi da quelli attuali) degli
insegnanti o le cose dovrebbero rimanere come sono?)
introdurre
meccanismi |
80,0 |
lasciare le
cose come stanno |
13,0 |
non
risponde |
7,0 |
Efficacia del sindacato di appartenenza (Lei ritiene molto,
poco o per niente efficace l'operato del sindacato che la
rappresenta)
(rispondono gli iscritti al
sindacato)
molto |
16,0 |
abbastanza |
31,0 |
poco |
40,0 |
per
niente |
9,0 |
NON
SA |
4,0 |
Efficacia di Gilda (E Lei ritiene
molto, poco o per niente efficace l'operato dell'associazione
Gilda)
molto |
12,0 |
abbastanza |
16,0 |
poco |
27,0 |
per
niente |
6,0 |
NON
SA |
21,0 |
non la
conosce |
18,0 |
|