AGENDA MORATTI: EFFETTO BOOMERANG.
La guardiamo – verde e blu molto pallido, colori da ministero della sanità, ne scorriamo le pagine- circa 200, la soppesiamo ( 312 grammi, ci starà o non ci starà in borsa?), non ci piace.
Non c’è spazio per scrivere, anche se in compenso ci sono tutti i nomi dei santi, come nel calendario di Frate Indovino. Ma non ci sono le ricette, né il calendario delle semine. Al loro posto, qualche nozione di geografia europea ed un intero panorama dei sistemi scolastici europei. In alto – per leggerle dobbiamo prendere la lente – alcune date particolarmente significative. Spulciamo qua e là, a caso: 6 ottobre, lunedì: digiuno di espiazione (Kippur ebraico); 11 ottobre: Succoth (Festa ebraica delle Capanne); 30 settembre: designazione funzioni obiettivo entro 15 giorni dall’inizio delle lezioni… Pensiamo: ma questo è il vecchio contratto, visto che nel nuovo di funzioni obiettivo non si parla più e nemmeno di limiti temporali. Forse l’estensore non aveva letto il nuovo contratto della scuola, o hanno voluto rifilarci l’agenda dell’anno prima, per motivi di risparmio ovviamente. Spulciamo ancora e ci ritroviamo i convegni (“Sviluppo del capitale umano per la coesione sociale e la competitività”, ecc.) e poi il Pesach, la Pasqua ebraica, il 6 aprile. Finalmente! 15 maggio: documento consigli di classe su azione educativa e didattica per Esame di Stato. Meno male. Ci siamo anche noi. Anche se redigere questo documento equivale a scrivere una lettera a se stessi…
In compenso ci sono loro: gli studenti. Felici, anzi raggianti, si muovono fra un laboratorio, un’aula scolastica, una biblioteca e una sala giochi. Talvolta la felicità si stempera in pensosa attenzione o esplode in meraviglia. Ventisette foto che inframmezzano i brani apologetici della riforma della scuola e cristallizzano l’ideologia della felicità.
E allora ci rendiamo conto. Poiché i docenti sono refrattari a questa riforma, la campagna elettorale deve continuare a pieno ritmo. Chiamando in campo i membri della nuova classe dominante, la mediocrazia ed i suoi sistemi eterodiretti. Nel caso specifico, basta stabilire un’equivalenza: scuola nuova=felicità. Una volta trasmesso il messaggio ai docenti, il resto viene da sé. Chi respingerebbe un progetto che può arrecare tanta diffusa felicità?
Una buona pedagogia paternalistica, pensiamo - chi non ricorda il famosissimo Apocalittici e Integrati di Umberto Eco? – che si basa sul presupposto che i destinatari possano essere sottratti alla riflessione e alla valutazione razionale, e sedotti – eterodiretti – con un sapiente uso delle loro potenzialità emotive.
Proviamo tutti e due un moto di disgusto. Ci sentiamo dei professionisti, noi. Oltre tutto ci restiamo anche male, guarda un po’. Come dei bambini ai quali sia mancato un regalo di compleanno prima promesso.
Pazienza, pensiamo. Ci sono pur sempre le agende weekly: leggere, maneggevoli, hanno un prezzo abbordabile anche per i docenti…
Se.G. e C.B.