Convegno di Udine

Burn-out, clima relazionale nella scuola e carriera docente.

 

di Antonio Gasperi

L'Istituto Regionale di Ricerca Educativa del Friuli Venezia Giulia conduce a partire dal 2001 un progetto di monitoraggio sui POF degli istituti della regione ed ha organizzato lo scorso 9 settembre ad Udine un seminario su "Clima relazionale e qualità organizzativa" per presentarne i primi risultati: le variabili oggetto di indagine sono state la relazione fra scuola e famiglie, il rapporto fra organizzazione e relazioni interne e quell'insieme di fattori che talora producono il cosiddetto "disagio degli insegnanti". Della numerosa messe di dati contenuta nei due ponderosi volumi  e sintetizzata dalla responsabile del progetto Livia Cosulich, ci ha colpito il fatto che solo il 24 % dei POF monitorati prevedono una qualche attività che abbia a che fare con il benessere degli insegnanti inteso in senso lato  ed ancor meno sono i POF che si occupano esplicitamente delle relazioni fra i soggetti operanti nella scuola o dei climi presenti in essa. In tal senso la ricerca si propone fra l'altro di individuare le cause del burn-out (sofferenza) degli insegnanti e di verificare se, intervenendo sullo "star bene a scuola", si riducono la perdita dei sentimenti positivi verso l'utenza e la professione, riducendo le difficoltà di attivare processi di cambiamento.

Alla presentazione del progetto ha fatto seguito la stimolante relazione di Giampietro Lippi, pedagogista e dirigente scolastico di un Istituto Comprensivo di Cesenatico, il quale attraverso suggestioni metaforiche sia verbali che iconiche ha richiamato la necessità di ri-conoscere i nostri studenti: a parer suo da una quindicina d'anni a questa parte, da quando cioè il processo di globalizzazione ha accelerato il suo corso e si è contemporaneamente affermato un vero e proprio mercato della cultura, le giovani generazioni a fronte della rapidità cognitiva con cui eseguono protocolli di istruzioni formalizzate, mostrano una forte labilità psicologica e talora difficoltà nell'eseguire anche i più semplici compiti che richiedono abilità di tipo motorio-spaziale (del tipo allacciarsi le spighette).

L'ultima relazione della mattinata ha sviluppato la problematica del burnout nella professione docente, prospettando eventuali strategie di prevenzione. Vittorio Lodolo d'Oria, medico e docente universitario, dopo aver premesso che  la sindrome del burnout non è a tuttoggi contemplata nella classificazione internazionale delle patologie psichiatriche, ha fornito una precisa descrizione della sindrome stessa, segnalata nella letteratura medica internazionale per la sua frequenza nelle cosiddette helping professions (ossia le professioni sanitarie ed assistenziali, quelle in campo educativo ed in genere a stretto contatto con  la "clientela"). Il relatore ha poi analizzato dettagliatamente fattori, sintomi e fasi del burnout, delineando una corretta terapia. Punto chiave dell'analisi statistica sui casi verificatisi nella città di Milano fra il 1992 ed il 2001, è stata la rilevazione dell'età media al momento della richiesta di inabilità, che nel caso degli insegnanti è di circa 49 anni, maggiore di 5 - 6 anni rispetto alle altre professioni analizzate. Questo dato, unito a quanto già osservato circa l'esposizione alla sindrome di burnout della categoria degli insegnanti, evidenzia la necessità di un adeguata prevenzione considerato anche il costo sociale del pensionamento anticipato delle persone coinvolte. Per approfondimenti si segnala  la sezione BURN-OUT del Sito nazionale Gilda (www.gildains.it).

Come i colleghi non mancheranno di notare, anche dal particolare punto di vista delle patologie psichiatriche emerge l'urgenza e la necessità di riconsiderare lo sviluppo della carriera docente: quale insegnante più o meno "attempato" non desidererebbe alleggerire il numero di ore frontali a diretto contatto con le scolaresche, a favore di attività di coordinamento, ricerca, tutoraggio.

La proposta  della Gilda degli insegnanti riceve autorevole conferma.

Nel pomeriggio si sono tenute altre relazioni sui climi relazionali e sullo stress da lavoro ed una tavola rotonda sul tema delle relazioni fra scuola e famiglie: nel complesso una giornata di studio a tutto tondo che non può che favorire un buon avvio del nuovo anno scolastico.