Cicli :lavori in corso

Il 18 Dicembre 2000 si è tenuta la riunione della Commissione ministeriale preposta, in un primo momento, al Riordino dei Cicli e che ora si dovrà occupare anche dei programmi del nuovo assetto della scuola italiana.

Il ministro De Mauro ha aperto i lavori di questa nuova fase sottolineando, con pacata constatazione, che la Camera aveva approvato, pochi giorni prima, il 12 Dicembre, il programma quinquennale di progressiva attuazione della Legge n. 30 del 2000 ( Riordino dei Cicli), assumendolo praticamente in toto. La risoluzione del Senato sarebbe arrivata dopo pochi giorni.

Non vi erano, ha ribadito il ministro, elementi per un rinvio.  Le critiche che si sono levate contro questo progetto derivano da una mancata chiarezza nella divulgazione dei principi cardine.

Infatti, ha proseguito, capita spesso che chi sia troppo addentro nella conoscenza non sappia spiegare bene, come osserva Leopardi in un passo dello Zibaldone.

Dunque, poiché il progetto è buono, occorre mettersi al lavoro sollecitamente per comunicare agli scettici e ai contrari   che la loro ostilità è solo una questione di cattiva comunicazione, la quale non ha permesso di ben comprendere   le buone ragioni di questa riforma.

Si tratta di un progetto che intende accompagnare il bambino nella sua crescita, permettendogli di tenere il passo. Dal 1904, anno in cui il 100% dei bambini entra a scuola, al 1951, anno in cui il 59% della popolazione non ha ancora la licenza elementare, si è manifestato un sistema sbagliato che ha respinto e non istruito.

A questa è seguita, nella scuola di base, la fase della non bocciatura, con risultati solo formali e non sostanziali, poiché i bambini uscivano dalla scuola senza adeguate competenze linguistico-matematiche.

Con questa riforma, che si è basata sul pensiero pedagogico e che ha raccolto le esperienze degli istituti comprensivi,   si passerà da un sistema scolastico ‘’ministrocentrico’’ ad uno ‘’studentocentrico’’, nell’interesse dei bambini. Chi è contrario, si sente ancora legato al primo sistema, quindi , ha commentato il Ministro, occorrerà ‘’scardinare l’impostazione culturale’’.  

Il 9 Settembre 2001 le prime due classi della scuola di base inizieranno la riforma, nell’anno scolastico 2002 – 2003 sarà il turno della scuola superiore.

Entro Gennaio 2000, dovranno essere pronti il documento della scuola di base, entro Aprile quello del ciclo superiore .

La Commissione lavorerà con il metodo, ormai collaudato, del forum riservato via internet e si articolerà per aggregazioni disciplinari secondo i cicli della scuola dell’ infanzia e della scuola di base e della scuola superiore e secondo temi trasversali ( Professionalità, competenze, utilizzazione e formazione in servizio dei docenti ; Tecnologia dell’ informazione e della comunicazione e supporti didattici; Valutazione di sistema e autovalutazione delle scuole; Obbligo formativo, ITFS, educazione degli adulti e formazione continua).

Nei prossimi mesi, il ministero intende avviare una serie di iniziative : contatti con il mondo imprenditoriale, interlocuzioni con il modo della scuola , a cui saranno richieste precise indicazioni; comunicazioni a famiglie, studenti e docenti.

 

 

 

 

    Sintesi delle relazioni con cui   Camera e Senato   hanno approvato il 12 Dicembre 2000 il programma di attuazione della Legge n.30 del 2000.

 

 Camera e Senato esaminato il programma quinquennale di progressiva attuazione della Legge n. 30 del 2000 trasmesso dal Governo alle Camere, consapevoli che questa riforma viene percepita come la principale di questi ultimi decenni, considerato che il documento del Governo affronta tutte le tematiche esplicitamente richieste dalla Legge n. 30 ( progetto per la riqualificazione del personale docente, finalizzato anche alla valorizzazione delle specifiche professionalità maturate, criteri generali per gli organici d’ istituto, criteri per la riorganizzazione dei curriculi della scuola di base e della scuola secondaria) impegnano  il governo all’ attuazione della riforma.

La quale risponde ad una esigenza di profondo rinnovamento , rintracciabile nel dibattito trentennale del mondo della cultura, del sindacato,  dell’ associazionismo professionale e si pone l’ esigenza di superare la discontinuità tra i vari livelli di scuola, di offrire ai giovani una preparazione che tenga conto delle nuove frontiere europee e del contesto internazionale in cui essi saranno chiamati ad operare, volendo incidere anche sull’ insuccesso scolastico e sulla dispersione.

Il Parlamento ritiene ‘’strumentali’’ le polemiche attuali , e respinge quindi gli ‘’interessati’’ inviti al rinvio , consapevole di aver approvato una legge di grande spessore.

Per questo  impegna il Governo :

-         ad attuare l’ ipotesi che prevede l’ inizio della riforma nella scuola di base per il 2001-2002;

-         per la scuola superiore , confermando le disposizioni dell’ art. 8 del decreto n.275,  a consentire di modificare i quadri orario dei vigenti piani di studio superiori alle 32 ore, riducendoli non oltre tale limite. Le riduzioni orario non dovranno comportare una minore dotazione di personale e le ore di servizio , eventualmente eccedenti, andranno utilizzate ai fini della realizzazione del piano dell’ offerta formativa. A predisporre, entro il dicembre 2001 i curriculi relativi ai 5 anni del ciclo, in modo da iniziare la riforma nell’ anno scolastico 2002-2003.

Rispetto ai criteri per la riorganizzazione dei curriculi,  il Parlamento condivide le osservazioni del programma di attuazione relative ai principi informatori,  secondo i quali essi dovranno rispondere ai bisogni formativi degli alunni e alle istanze territoriali , e dovranno inoltre : essere formulati esaltando l’ essenzialità, la storicità e la problematicità ;  tenere conto del carattere progressivo e graduale dei percorsi, in antitesi con l’ attuale ripetersi degli stessi contenuti nelle fasi successive; rafforzare le competenze linguistiche e matematiche, nonché la capacità di impiego delle tecnologie informatiche.
Il monte ore annuale dei curriculi dovrà considerare le indicazioni orarie stabilite e cioè :

-da 1150 a 1300 ore annuali per la scuola dell’ infanzia;

-attorno alle 1000 ore annuali ( 30 ore settimanali per 33 settimane ) per la scuola di base , con una   

 quota riservata alle istituzioni scolastiche attorno al 25%;

- attorno alle 1000 ore annuali per la scuola secondaria con una soglia autonoma del 20% , incrementabile con una quota fino al 10% nei primi due anni, per attività di recupero e orientamento e fino al 20% nei tre anni finali per garantire l’ articolazione interna agli indirizzi.

I curriculi inoltre dovranno tenere conto della nuova definizione per aree e indirizzi con la seguente articolazione dei licei :

Area classico- umanistica con due indirizzi:

lingue e letterature classiche;

lingue e letterature moderne.

Area scientifica con due indirizzi :

 scienze matematiche e sperimentali;

 scienze sociali.  

Area tecnica e tecnologica con sei indirizzi :

gestione e servizi per la produzione di beni;

gestione e sevizi per l’ economia;

gestione e servizi per l’ ambiente e il territorio ;

gestione e servizi per le risorse naturali e agro-industriali,

gestione e servizi alla persona e alla collettività,

gestione e servizi relativi al turismo.

Il curriculo dei primi due anni della  scuola secondaria , pur prevedendo la possibilità di passare da un modulo all’ altro, non può deprimere la caratterizzazione specifica dell’ indirizzo e l’ obbligo di un rigoroso svolgimento quinquennale .

 

In relazione al personale docente,  il Parlamento condivide la necessità di modificare la disciplina giuridica del Testo Unico ( che ne stabilisce  la funzione ) , di articolarne la carriera , con eventuale definizione di diversi gradi di docenza, di determinare criteri di valutazione e certificazione e di   individuare i soggetti valutatori, di rivedere il rapporto d’ impiego , riarticolando le classi di concorso per ambiti disciplinari.

L’ adeguamento delle strutture edilizie non presenta grandi problemi né per la scuola di base, né per la scuola secondaria.

Infine, il Parlamento precisa che la riforma prevede economia di spesa oscillanti tra i 19000 miliardi circa, con orario invariato per i docenti e 6000 miliardi , circa, con orario a 18 ore settimanali per tutti.

                                                                                                    Renza Bertuzzi.