LA SCUOLA SPAGNOLA
Colloquio con Juan Angel Arias Cortez
L'organizzazione del personale in Spagna
La formazione dei docenti spagnoli
L'organigramma delle scuole spagnole
Le retribuzioni dei docenti
andalusi
1.
Colloquio con Juan Angel Arias Cortez
Il 19 ottobre 2001 ha avuto luogo a Padova un Seminario di Studi con
la partecipazione di Juan Arias Cortez, preside di un liceo andaluso.
L’incontro – sia pur breve – ha permesso di colmare gli inevitabili
vuoti dei documenti ufficiali e di penetrare la realtà viva di un
sistema che, a distanza di pochi anni dall’ultima riforma, evidenzia, in
modo spesso tragico, le proprie carenze.
Significativi i “passi indietro” del Governo Aznar che, di fronte ad un
generalizzato calo qualitativo e ad un aumento dell’indisciplina tale da
richiedere delle vere e proprie “squadre di pronto intervento”, intende
ripristinare i tanto vituperati esami di riparazione. Rimettendo dunque
in discussione il modello educativo “morbido” analogo a quello previsto
dalla Riforma Berlinguer-De Mauro e già di fatto adottato nelle scuole
italiane.
Il relatore ha, fra gli altri aspetti, rilevato le pesanti condizioni di
lavoro dei docenti spagnoli, che sempre più lamentano la progressiva
riduzione di un “tempo professionale” da poter dedicare allo studio ed
alla ricerca.
**********
Il sistema scolastico spagnolo é strutturato in due cicli: il
ciclo primario e il ciclo secondario. La scuola primaria inizia a 6 anni
e si conclude a 12, la scuola secondaria inizia a 12 anni e si conclude
a 18. Il ciclo secondario è suddiviso in tre bienni: il primo è
sostanzialmente uguale per tutti, mentre i successivi si differenziano
in modo graduale e progressivo. Nel corso dell’ultimo biennio si
delineano in modo netto i percorsi che conducono al “baccellierato” e
alla formazione professionale. L’accesso all’Università è comunque
aperto, a certe condizioni, anche agli studenti che hanno completato il
biennio terminale professionalizzante. L’assolvimento dell’obbligo si
compie a 16 anni, con o senza diploma; a 16 anni si può optare per la
formazione professionale o il percorso che conduce al “baccellierato”.
I meccanismi di selezione sono i seguenti: fino all'assolvimento
dell'obbligo, l'alunno che presenta gravi difficoltà di apprendimento
può, per un numero limitato di ore – 12 - uscire dall'aula per unirsi a
un "gruppo di adattamento" di circa 10 alunni, per il quale viene
avviata una programmazione specifica. Per l’alunno con lievi difficoltà
vengono previsti invece interventi parziali (compiti, materiali vari,…)
all’interno della classe di appartenenza. E' prevista la ripetenza di
una sola classe all’interno di ogni ciclo, conseguentemente vi sono
alunni che giungono alla quarta classe del ciclo secondario (quella che
corrisponde ai 16 anni di età) senza avere mai recuperato le loro
insufficienze. La certificazione ufficiale, nettamente diversa da quella
italiana, prevede però per questi casi una duplice possibilità: a) il
rilascio di un diploma con la sola indicazione delle discipline in cui
l’allievo ha riportato la sufficienza; b) il rilascio di un semplice
attestato di assolvimento dell’obbligo. La stessa trasparenza regola i
passaggi da una classe all’altra all’interno del percorso: le
insufficienze di fine anno vengono regolarmente registrate (non esiste
cioè il 6 rosso), ancorché questo non precluda il passaggio alla classe
successiva.
Questo meccanismo è ora fortemente in discussione e il Governo Aznar sta
prendendo in considerazione la possibilità di ripristinare gli esami di
riparazione.
L’elevato numero di allievi per classe (fino a 35) e il fatto che la
bocciatura sia possibile una sola volta all’interno di ogni ciclo ha
esasperato i problemi di tipo disciplinare a tal punto che, all’interno
di ogni istituto, è stato costituito un gruppo di “insegnanti di pronto
intervento per riportare la disciplina nelle classi”.
Il fatto poi che nelle classi sia presente – anche se non in tutte le
ore - un numero spesso elevato di allievi con gravi difficoltà di
apprendimento ha notevolmente abbassato il livello qualitativo medio
della scuola spagnola.
Gli esami di “baccellierato” che concludono l’ultimo biennio -
differenziato in più indirizzi, danno accesso solo alle facoltà
dell'area affine alla specializzazione frequentata e sono gestiti dalle
facoltà universitarie stesse. Essi hanno luogo nei locali
dell’Università e si svolgono in tre giorni. Le prove sono
esclusivamente scritte, con tutti i limiti che una tale impostazione
comporta.
Il contenuto delle prove è in linea di massima concordato con le scuole
ed è generalmente di un livello molto basso.
(n.d.r.: l’esame di “baccellierato” tenuto dall’Università riveste un
senso in Spagna, poiché la scelta della specializzazione nell’ultimo
biennio del ciclo secondario determina la scelta della facoltà
successiva).
Gli studenti che hanno completato gli studi secondari nel percorso
professionale possono accedere all’Università solo dopo un ulteriore
anno di studi e con certi criteri di merito.
La scuola spagnola è stata riformata in tre riprese: nel 1970
sotto il regime di Franco; nel 1990 e 1995 con Felipe Gonzales.
Per riformare la scuola in Spagna è necessaria una “legge organica” ,
una legge cioè approvata a maggioranza assoluta. Questo meccanismo
conferisce una notevole stabilità al sistema ma rende altresì
difficoltosa ogni riforma. Ci si muove dunque prevalentemente sulla
linea delle modifiche parziali. Così sta operando ora Aznar per
procedere alla reintroduzione degli esami di riparazione.
Orario di servizio degli insegnanti. L’orario di servizio degli
insegnanti spagnoli è uno dei più pesanti d’Europa. Il docente spagnolo
ha un impegno lavorativo fisso di 25 ore, grosso modo suddivise in: “2 e
mezzo di “ricreo” (mezz’ora al giorno di intervallo); 18 ore di
insegnamento in classe; 3 a disposizione per le supplenze e il controllo
disciplinare; 1 ora/1 ora e mezzo settimanale per la riunione di
dipartimento - che ha un budget proprio da gestire - per la
programmazione disciplinare, la delineazione dei criteri di valutazione,
le eventuali attività extra-scolastiche. Con riunioni di altro tipo si
può raggiungere anche il tetto massimo di 30 ore settimanali, cosa che
però pare si verifichi raramente. Sono poi calcolate 6 ore da gestire
liberamente per lo studio e la preparazione delle lezioni.
(n.d.r.: come si può notare si tratta di un monte orario “operaio” e
questo spiega lo scontento diffuso nel corpo insegnante spagnolo).
Va notato che le tre ore a disposizione non sono solo per le supplenze
ma anche per la “guardia”, cioè per la gestione delle frequentissime
situazioni conflittuali che si verificano nelle classi e nella scuola in
genere.
Oltre alle riunioni di dipartimento sono previste riunioni con il gruppo
di orientamento, del quale fanno parte pedagoghi e pedagogisti, e
riunioni del consiglio di classe.
Formazione dell’insegnante. E’ richiesta una laurea di tre anni
per l’insegnamento nella scuola primaria e per l’insegnamento di alcune
discipline della formazione professionale ed una laurea quinquennale per
l’insegnamento nella scuola secondaria.
Il percorso di formazione si conclude con un anno di studio presso il
dipartimento di Scienze dell’Educazione, all’interno del quale è
prevista l’elaborazione di un progetto didattico ed un tirocinio di due
mesi presso una scuola, con un tutore.
Al termine di questo percorso il docente è abilitato e può accedere al
concorso per diventare professore titolare nelle scuole.
Esiste anche la figura del supplente (docente “interino” che può essere
nominato dalla scuola in caso di malattia protratta oltre i 15 giorni),
ma in genere le supplenze vengono coperte con le ore a disposizione dei
docenti interni alla scuola.
Progressione economica. Ci sono due forme di progressione
economica: una progressione automatica con scatti triennali ed una
progressione volontaria legata all’aggiornamento (60 ore di
aggiornamento ogni sei anni). Poiché l’incremento economico derivante
dalla frequenza dei corsi di aggiornamento è notevole (circa 800.000
lire mensili) tutti i docenti vi aderiscono.
L’aggiornamento può avvenire in tre forme: con corsi; con gruppi di
lavoro, che dispongono di un piccolo budget; con una ricerca di tipo
pedagogico-didattico. In questo caso il budget può essere anche di dieci
milioni.
Non sono previste valutazioni finali (n.d.r.: basta la frequenza e i
corsi sono i più variegati, generalmente con scarsa attenzione per lo
studio disciplinare, proprio come nel vecchio modello
berlingueriano-cigiellino).
Il preside. Negli anni successivi alla riforma di Franco del ‘70
il Preside veniva eletto dal Collegio dei docenti. Ora il Preside è
eletto dal Consiglio di Istituto composto da 8 insegnanti, 6 genitori, 5
studenti, 1 rappresentate dell’amministrazione, 1 rappresentante degli
enti locali e 1 rappresentante delle imprese.
Per poter essere eletto Preside un docente deve possedere certi
requisiti (anzianità di servizio di almeno 5 anni; insegnamento di
almeno 5 anni in una delle discipline insegnate nell’istituto alla cui
direzione aspira; titolarità con sede definitiva da almeno un anno;
accreditamento all’esercizio del ruolo di dirigente scolastico) e
seguire uno specifico corso.
Ha l’esonero totale dall’insegnamento solo se la scuola è molto grande.
L’incarico dura quattro anni ed è rinnovabile solo due volte.
Nella realtà si verifica che spesso non si trovano i concorrenti in
possesso dei requisiti richiesti e quindi deve provvedere direttamente
il Consiglio provinciale (che normalmente sancisce semplicemente la
correttezza dell’elezione).
Elisabetta
Zaccaria
Se.G.
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L'organizzazione del
personale docente e dirigente in Spagna
Come si può vedere dalla Tavola 1,
le modalità di formazione e di accesso alla professione di insegnante
sono abbastanza simili in Italia e in Spagna. Gli insegnanti
acquisiscono presso le Università il titolo richiesto per l'insegnamento
e nell'ambito della formazione iniziale sono tenuti a frequentare
un corso di qualificazione pedagogico-didattica. La formazione in
servizio, volontaria, è appannaggio dei Centri per Insegnanti.
La struttura di governo e
l'organizzazione interna degli Istituti secondari è piuttosto
articolata, come si può vedere dalla
Tavola 2.
Organi di governo della scuola
Direttore: il Direttore è eletto (con suffragio diretto e
segreto) dal Consiglio Scolastico e nominato dalla Delegazione
Provinciale del Consiglio dell'Istruzione e della Scienza per un periodo
di 4 anni (l'incarico è rinnovabile per altre due volte consecutive).
Per essere eligibile alla
carica di Direttore sono necessari i seguenti requisiti:
a) avere un'anzianità di servizio di ruolo di almeno 5 anni;
b) esser stato docente per almeno 5 anni di una delle discipline
insegnate nell'Istituto alla cui direzione si aspira;
c) essere titolari con sede definitiva nell'Istituto da almeno un anno;
d) esser stato "accreditato" per l'esercizio del ruolo di dirigente
scolastico.
Equipe di Direzione: Preside (Director),
Coordinatore degli studi (Jefe de Estudios), Segretario (è un
docente), o, in caso, un Amministratore.
A queste funzioni, che sono sempre presenti, si aggiungono:
a) nelle scuole di 16 o più classi dove vi sono corsi di Formazione
Professionale, un Vicedirettore,
b) nelle scuole di 20 o più classi, un Coordinatore degli Studi Aggiunto
(Jefe de Estudios adjunto).
c) nelle scuole che abbiano tutti i tipi di corsi secondari (Baccellierato
e Formazione Professionale) e un numero di classi fra 30 e 39, due
Coordinatori degli Studi aggiunti;
d) nelle scuole come sopra con 40 o più classi, i Coordinatori aggiunti
diventano tre.
L'equipe di direzione ha fra i suoi compiti quelli di coordinare
l'elaborazione del Progetto d'Istituto, di stabilire i criteri per il
bilancio preventivo, di elaborare la proposta di Regolamento d'istituto,
di promuovere la valutazione delle varie attività e collaborare alla
valutazione esterna dell'istituto. Tutte gli incarichi all'interno
dell'equipe di direzione sono attribuiti dal Direttore (la nomina, come
per il direttore, proviene dalla Delegazione Provinciale) e cessano al
cessare del suo mandato. Il Direttore sceglie anche i Tutori e in
generale tutte le funzioni con compiti di coordinamento organizzativo
nell'istituto.
Consiglio Scolastico: è composto da rappresentanti dei
genitori, docenti, personale non docente e ne fanno parte anche
rappresentanti dell'amministrazione.
Organi e Funzioni di coordinamento didattico e pedagogico
1) Dipartimento di Orientamento
2) Dipartimento di Attività Complementari ed Extra-scolari
3) Dipartimenti Didattici
4) Equipe Tecnica di coordinamento pedagogico
5) Equipe educativa
6)Tutori
1. L'orientatore svolge i seguenti compiti:
a) assistere alle sedute di valutazione degli alunni in accordo con
quanto stabilito dal Progetto Curricolare d'Istituto;
b) realizzare la valutazione psicopedagogica preliminare agli
adattamenti e alla diversificazioni del curricolo;
c) collaborare con gli insegnanti per la prevenzione e la cura di
problemi o difficoltà educative e guidare e contribuire all'elaborazione
di programmi individualizzati, adattati o diversificati;
d) insegnare la materia di Psicologia, in accordo con quanto stabilito
dal Progetto Curriculare d'istituto;
e) elaborare, in accordo con le linee d'indirizzo stabilite dall'Equipe
Tecnica di coordinamento pedagogico e in collaborazione con i Tutori, la
proposta di piano di orientamento e di attività tutoriale e presentarla
alla suddetta Equipe per la discussione e la successiva inclusione nel
Progetto Curricolare d'Istituto;
f) elaborare le attività corrispondenti a livello di Dipartimento per la
loro inclusione nel Piano Annuale dell'Istituto;
g) contribuire allo sviluppo del piano di orientamento e di attività
tutoriale, valutare le attività realizzate ed elaborare le proposte di
miglioramento, come parte integrante della Relazione Finale dell'anno
scolastico;
h) collaborare con i Dipartimenti didattici, sotto la coordinazione del
Coordinatore degli Studi, nella prevenzione e cura tempestiva di
problemi di apprendimento, ed elaborare la programmazione e la
realizzazione di adattamenti curricolari rivolti agli alunni che lo
richiedano;
i) realizzare la valutazione psicologica e pedagogica preliminare,
prevista dalla normativa vigente;
j) partecipare all'elaborazione del consiglio d'orientamento sul futuro
degli studi e della formazione professionale degli alunni;
k) formulare proposte all'Equipe Tecnica di coordinamento pedagogico;
l) promuovere la ricerca educativa
2. Il Coordinatore del Dipartimento di attività complementari ed
extra-scolari svolge le seguenti funzioni:
a) elaborare la programmazione annuale delle attività complementari ed
extra-scolari per la loro inclusione nel Piano Annuale d'Istituto,
appoggiandosi sulle proposte dei Dipartimenti didattici, della Giunta
dei Delegati degli alunni, delle Associazioni dei genitori;
b) organizzare la realizzazione delle attività programmate;
c) distribuire le risorse finanziarie assegnate dal Consiglio Scolastico
per la realizzazione delle attività complementari ed extra-scolari;
d) organizzare l'utilizzazione della Biblioteca d'istituto e,
eventualmente, delle attrezzature e delle altre risorse impiegate nella
realizzazione delle attività, così come vigilare sul loro uso corretto;
e) valutare le attività realizzate ed elaborare le proposte di
miglioramento come parte integrante della Relazione Finale dell'anno
scolastico;
f) coordinare l'organizzazione dei viaggi di studio, degli scambi e di
qualunque tipo di viaggio degli alunni;
g) rappresentare il Dipartimento nell'Equipe Tecnica di coordinamento
pedagogico.
3.1 Di ogni Dipartimento didattico fanno parte i
docenti delle discipline di cui si impartisce l'insegnamento nelle aree,
materie o moduli professionali che fanno capo al Dipartimento.
Sono competenze del Dipartimento didattico:
a) elaborare gli aspetti didattici del Piano Annuale d'Istituto
corrispondenti al Dipartimento;
b) formulare proposte all'Equipe Tecnica di coordinamento pedagogico;
c) elaborare, prima dell'inizio dell'anno scolastico, la programmazione
didattica degli insegnamenti corrispondenti alle aree, materie o moduli
professionali afferenti al Dipartimento, sotto la direzione del
Coordinatore dello stesso e in accordo con le linee d'indirizzo generale
stabilite dall'Equipe Tecnica di coordinamento pedagogico;
d) promuovere la ricerca educativa e proporre al Coordinatore degli
Studi attività di perfezionamento;
e) mantenere aggiornata la metodologia didattica;
f) elaborare, realizzare e valutare le prove di accesso per i corsi di
Formazione Professionale specifica;
g) elaborare, realizzare e valutare le prove necessarie per gli alunni
del Baccelierato o dei corsi di Formazione Professionale specifica;
h) risolvere in prima istanza i reclami relativi alla valutazione che
gli alunni formulano al Dipartimento e fornire l'informazione
pertinente;
i) portare a termine la valutazione delle attività realizzate ed
elaborare le corrispondenti proposte di miglioramento, come parte
integrante della Relazione di fine anno;
j) proporre l'offerta di materie opzionali dipendenti dal Dipartimento,
che saranno insegnate dai docenti dello stesso, ed elaborare la
corrispondente programmazione didattica;
k) seguire lo svolgimento della programmazione didattica e proporre
mezzi di miglioramento;
l) valutare la pratica docente e i risultati del processo di
insegnamento-apprendimento nelle aree, materie o moduli professionali
afferenti al Dipartimento.
3.2 Il ruolo di Coordinatore di Dipartimento è
svolto da un docente che vi appartenga con lo status di cattedratico e,
in mancanza, da un docente proposto dal Dipartimento stesso. La nomina è
fatta, su proposta del Direttore, dalla Delegazione Provinciale.
Sono competenza dei Coordinatori di Dipartimento didattico:
a) coordinare l'elaborazione degli aspetti didattici del Piano Annuale
d'Istituto e della programmazione didattica delle aree, materie o moduli
professionali che afferiscono al Dipartimento;
b) dirigere e coordinare le attività accademiche del Dipartimento, sotto
la coordinazione del Coordinatore degli Studi;
c) convocare e presiedere le riunioni del Dipartimento;
d) realizzare le convocazioni, quando previsto, degli esami per gli
alunni di Baccellierato o dei corsi di Formazione Professionale;
e) vigilare sulla realizzazione della programmazione didattica e la
corretta applicazione dei criteri di valutazione;
f) coordinare l'organizzazione degli spazi e delle installazioni,
proporre l'acquisto di materiali e attrezzature assegnate al
Dipartimento e vigilare sulla loro conservazione;
g) promuovere la valutazione della pratica docente del proprio
Dipartimento e dei diversi progetti e attività dello stesso;
h) collaborare alle valutazioni che, sul funzionamento e le attività
dell'Istituto, promuovono gli Organi di governo dello stesso o
l'Amministrazione scolastica;
i) rappresentare il Dipartimento all'interno dell'Equipe Tecnica di
coordinamento pedagogico;
j) assistere alle riunioni di coordinazione e seguire le prove di
accesso all'università con i responsabili delle medesime;
k) vigilare sul grado di adeguamento degli insegnamenti delle aree,
materie o moduli professionali afferenti al Dipartimento al Progetto
Curricolare e, se del caso, disporre le opportune modifiche;
l) collaborare con l'Amministratore o col Segretario alla realizzazione
dell'inventario delle risorse materiali del Dipartimento.
4. L'Equipe Tecnica di coordinamento pedagogico è
costituita dal Direttore, che ne è presidente, dal Coordinatore degli
Studi, dai Coordinatori dei vari Dipartimenti e, nel caso, dal
Vicedirettore.
Sono compiti dell'Equipe Tecnica:
a) stabilire le linee-guida generali per l'elaborazione del Progetto
Curricolare d'Istituto e per le sue modificazioni;
b) coordinare l'elaborazione del Progetto Curricolare d'Istituto e
assicurarne la coerenza con il progetto d'Istituto e con le sue
modificazioni;
c) stabilire le linee-guida per l'elaborazione e la revisione della
programmazione didattica dei Dipartimenti, del piano di orientamento e
di azione tutoriale e del piano di formazione del corpo docente;
d) organizzare, sotto la supervisione del Coordinatore degli Studi, la
realizzazione delle attività di aggiornamento del corpo docente in
accordo col piano di formazione;
e) elaborare la proposta dei criteri e delle procedure previste per
realizzare gli adattamenti curricolari adeguati agli alunni con speciali
bisogni educativi, così come i programmi di diversificazione curricolare
e di "garanzia sociale", se necessario;
f) proporre al Collegio dei docenti il Progetto Curricolare d'Istituto
per l'approvazione;
g) vigilare sulla realizzazione e sulla posteriore valutazione del
Progetto Curricolare;
h) proporre al Collegio dei docenti il piano generale delle sessioni di
valutazione e il calendario degli esami o delle prove straordinarie in
accordo con il Coordinatore degli Studi;
i) proporre al Collegio dei docenti il piano di valutazione del Progetto
Curricolare d'Istituto, degli aspetti didattici del Progetto d'Istituto
e del Piano Annuale, dell'evoluzione dell'apprendimento e del processo
d'insegnamento;
j) promuovere la valutazione di tutte le attività e progetti che
l'Istituto realizza, collaborare alle valutazioni che si realizzano per
iniziativa degli Organi di governo o dell'Amministrazione scolastica e
stimolare piani di miglioramento nel caso si renda necessario in
conseguenza delle predette valutazioni.
5. L'Equipe Educativa è costituita da tutti i docenti che
insegnano a uno stesso gruppo di alunni ed è coordinata dal loro Tutore.
Le funzioni dell'Equipe
educativa sono:
a) garantire che ciascun docente fornisca agli alunni l'informazione
relativa alla programmazione, con speciale riferimento agli obiettivi,
alle competenze minime esigibili e ai criteri di valutazione;
b) realizzare la valutazione e seguire complessivamente gli alunni del
gruppo, stabilendo i mezzi necessari per migliorare l'apprendimento nei
termini stabiliti dalla legislazione specifica sulla valutazione;
c) stabilire le azioni necessarie per migliorare le relazioni di
convivenza all'interno del gruppo;
d) affrontare in maniera coerente i conflitti che sorgano all'interno
del gruppo, stabilendo i mezzi adeguati a risolverli;
e) provvedere al coordinamento delle attività di
insegnamento-apprendimento che si propongono agli alunni del gruppo;
f) conoscere e partecipare all'elaborazione delle informazioni che, se
del caso, si forniscono ai genitori degli alunni.
6. Ogni classe o gruppo di alunni ha un docente Tutore,
designato dal Direttore, sentito il Collegio dei docenti, su
proposta del Coordinatore degli Studi, fra gli insegnanti del gruppo.
Funzioni del Tutore:
a) sviluppare le attività previste nel piano di orientamento e di azione
tutoriale;
b) coordinare il processo di valutazione degli alunni del proprio gruppo
e adottare, insieme all'Equipe Educativa, le decisioni sulla promozione
degli alunni in accordo con i criteri che, al riguardo, si stabiliscono
nel Progetto Curricolare;
c) coordinare, organizzare e presiedere l'Equipe Educativa e le sessioni
di valutazione del proprio gruppo;
d) orientare e consigliare gli alunni sulle loro possibilità accademiche
e professionali;
e)facilitare l'integrazione degli alunni del gruppo e stimolarne la
partecipazione alle attività dell'istituto;
f) aiutare a trovare risposte alle richieste e ai problemi degli alunni
e svolgere funzioni di mediazione, in collaborazione con il delegato e
il vice-delegato del gruppo, nei confronti degli altri insegnanti e
dell'Equipe Educativa;
g) coordinare le attività complementari degli alunni nel rispetto di
quanto stabilito dal Dipartimento di attività complementari ed
extra-scolari;
h) informare i genitori, il corpo docente e gli alunni di tutto il
gruppo su quello che li riguarda in relazione con le attività di
insegnamento e complementari e col rendimento scolastico;
i) facilitare la cooperazione educativa tra gli insegnanti e coi
genitori degli alunni;
j) compilare la documentazione scolastica individuale degli alunni a suo
carico.
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