I
dati relativi all’età
Secondo i dati rilevati dall’OCDE, tra il 1996 e il
1999 si è accresciuta significativamente, in percentuale, la quantità di
insegnanti con più di 50 anni. In particolare:
·
nella scuola elementare l’età media delle maestre italiane è la più
alta in Europa assieme alla Germania e alla Svezia (quasi il 30% ha più di 50
anni);
·
l’Italia, la Germania e la Svezia hanno il maggior numero di insegnanti
con più di 50 anni nella scuola media (più del 40%);
·
nella maggior parte dei paesi dell’OCDE, in media, gli allievi sono
formati da insegnanti che hanno più di 40 anni (60-70%).
I dati relativi al sesso
In tutti i paesi dell’OCDE, gli insegnanti della scuola
dell’infanzia e della scuola elementare sono in maggioranza femmine, con una
media rispettivamente del 94% e del 77%.
Rileviamo il dato italiano:
-
nella scuola elementare le femmine sono il 94.6%, contro il 77.7%
della Francia e l’81.5% della Germania;
-
nel ciclo della scuola media, per quanto riguarda i paesi OCDE, le
insegnanti femmine raggiungono la percentuale del 62.7%; in Italia siamo
al 73.3%, contro il 62.8% della Francia e il 56.7% della Germania;
-
nelle superiori, di fronte a una percentuale femminile OCDE del
48.9% (Francia 50.6%, Germania 39%) in Italia siamo al 58.8%.
Quello che è più interessante, in proiezione futura,
è la percentuale femminile secondo i gruppi di età. Nella scuola elementare la
media OCDE per quanto riguarda i gruppi di età sotto i 30 anni e sotto i 40
riporta un dato rispettivamente dell’85% e del 80.4%: in Italia risultano il
97.1% e il 97.3%; inoltre, sempre in Italia, il 95.1% è sotto i 50 anni.
Nella scuola media, di fronte a dati medi OCDE (sotto i 30 , i 40 e i 50 anni) del 71.8%, del 66.1 e del 62%, il dato italiano è 82,1%, 77.9% e 75.3%. Nella scuola superiore,
le insegnanti donne sono già quasi il
60% tra i 30 e i 60 anni.
La lettura
I dati sopra citati mostrano chiaramente che:
1)
gli insegnanti dei paesi
OCDE in media sono anziani, tanto che una buona percentuale è prossima alla
pensione, e che quindi nei prossimi anni le amministrazioni dovranno ricorrere
a numerose nuove assunzioni; questo pone già adesso il problema del
reclutamento, problema grave considerando la decrescente attrazione della
professione docente sul mercato del lavoro;
2)
che l’aumento della
componente femminile nel settore della docenza è generalizzato, ma che in
Italia esso ha di fatto determinato una
situazione per cui gli allievi si trovano spesso a vivere in un universo scolastico adulto
completamente femminile.
La conseguenza di questa
situazione è che “i paesi saranno obbligati a studiare delle politiche efficaci
per rimpiazzare i pensionamenti e per attirare insegnanti qualificati. Quindi
“la demografia degli insegnanti costituisce una preoccupazione importante in
molti paesi dell’OCDE” (ma per quanto ci risulta, non certo si preoccupa
l’Italia - n.d.r.). Nel prossimo decennio se ne andrà una gran percentuale di
docenti, e vi sarà il rischio di una penuria di insegnanti2.
Il commento
Nell’analizzare il documento
elaborato nell’ambito della ricerca OCDE –dalla quale abbiamo tratto i dati qui
pubblicati– si resta colpiti dalla impostazione strettamente economicistica del
documento. Solo la prima questione (l’età dei docenti) viene individuata come
un “problema” da affrontare e risolvere, mentre la seconda (la
femminilizzazione) non suscita alcun interrogativo. Se è vero che ogni
tendenza, portata all’eccesso, tende alla patologia, qui dobbiamo osservare che
i fenomeni analizzati sono presenti su larga scala, ma che in Italia subiscono
una estremizzazione “patologica”, che rivela come negli anni passati i
responsabili politici non abbiano in alcun modo fronteggiato con misure
programmatorie aspetti negativi che pure erano già evidenti.
In relazione alla femminilizzazione del corpo docente, non
possiamo ignorare né le conseguenze sul piano sindacale, che appaiono già
evidenti a tutti, né quelle nell’ambito didattico e soprattutto educativo, che
dovrebbero essere analizzate in modo puntuale e scientifico. |