Centro Studi Gilda 


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Convegno regionale : “La riforma allo specchio*
Cesena, 2 aprile 2004


Venerdì 2 aprile si è tenuto a Cesena, presso l’IPSIA “U. Comandini”, il convegno di interesse regionale “La riforma allo specchio”, organizzato dal Centro Studi Nazionale della Gilda e dalla Gilda di Forlì-Cesena/Rimini.

Il convegno-assemblea è stato introdotto dal prof. Aldo Cusmà, coordinatore provinciale Gilda, e successivamente ha ricevuto i saluti del prof. Calogero Lo Presti, dirigente scolastico del “Comandini”, che ha messo a disposizione le accoglienti strutture dell’istituto.

La presenza degli insegnanti è andata via via crescendo. Il convegno è poi entrato nel vivo con i successivi interventi di: prof. Serafina Gnech, del Centro Studi Gilda; prof. Angelo Scebba, coordinatore Gilda Lombardia; prof. Renza Bertuzzi, Responsabile di Redazione di “Professione Docente”, dr. Livia Brienza, ispettore tecnico MIUR Lazio.

Ognuno dei relatori ha affrontato i temi centrali della riforma, seguendo un percorso complementare agli altri; in questo modo la visione che i partecipanti hanno ricevuto è stata completa, ricca di spunti, centrata sui nodi più attuali e significativi.

La prof. Gnech ha inserito i temi della riforma in contesto molto ampio, trasversale a livello europeo e internazionale, che vede sempre più la scuola come servizio e di conseguenza stravolge, rispetto al modello di scuola come istituzione, il rapporto con le famiglie. In questa analisi, ha collegato le parole chiave della riforma “personalizzazione”, “flessibilità”, “integrazione”, all’individualismo e alla ragione strumentale nel “disagio della modernità” di Charles Taylor, vedendo- nella scuola delle opportunità, delle “chances”- un incombente, concreto rischio di una sostanziale – e paradossale – perdita di libertà per l’individuo. Non meno preoccupata è la constatazione della continuità di intenti tra la riforma in atto della Moratti e quella precedente di Berlinguer.

Il prof. Angelo Scebba ha dedicato il proprio intervento all’analisi tecnica degli interventi legislativi attuati fino ad ora, nei vari ordini di scuole, durante i ministeri Berlinguer e Moratti, fino ad arrivare ad un esame accurato delle novità introdotte per la scuola media dall’attuale legge di riforma. In particolare si sono approfonditi i possibili risvolti “concreti” derivanti dalle nuove disposizioni sugli obiettivi di apprendimento, sul Portfolio delle competenze individuali, sulla figura del Tutor. Ampio spazio è stato poi dedicato all’analisi delle prospettive legate all’introduzione dell’orario annuale obbligatorio e facoltativo-opzionale, che avrà una pesante ripercussione sugli organici, e al confronto tra la situazione attuale e quella che si verrà a determinare in futuro.

La prof. Renza Bertuzzi ha riassunto lo stato attuale della riforma per la scuola secondaria, rilevando che, mancando tuttora i decreti attuativi, molti elementi sono solo generalizzazioni di quanto è stato fino ad ora fatto per elementari e medie; in particolare riguardo alla presenza delle famiglie (ora considerata componente “pubblica”, non più solo “collettiva”), il portfolio, le materie facoltative. Per la scuola superiore la riforma Moratti, cioè la legge 53 del 28/3/2003, oltre ad abolire la precedente legge Berlinguer, istituirà il “doppio canale” (con un’accezione di “separazione di percorsi”, diversa da quella prevista da Berlinguer), e il sistema degli 8 licei. Tuttavia, la separazione dei canali era stata anticipata dalla Riforma del Titolo V della Costituzione, approvata dalla precedente legislatura e divenuta –dopo un referendum confermativo- Legge 3 Costituzionale. Questa riforma, quindi, nasce, tra l’altro, nel contesto delle riforme costituzionali in atto, avviate dalla precedente legislatura, e si confronta con il nuovo e decisivo ruolo assunto dalle Regioni.

Lo stato della situazione risulta, in definitiva, molto complesso e anche preoccupante : gli obiettivi specifici non sembrano essere stati ancora definiti; il canale dei licei sembra essere stato definito in modo antitetico a quello proposto da Berlinguer per quanto riguarda le finalità (il sapere “disinteressato” contro il sapere “utile”, ma non senza contraddizioni ; gli obiettivi dell’istruzione non sono direttamente dipendenti dalle discipline ( e dalle cattedre …). Il ruolo delle regioni, riaffermato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 13 gennaio, diventa decisivo per la distribuzione degli indirizzi di istruzione (e non solo quelli di formazione professionale) sul territorio, e, di conseguenza, anche per la determinazione degli organici.

A conclusione della mattinata, l’ispettrice Livia Brienza, dopo essersi congratulata per l’alto livello degli interventi che hanno caratterizzando il convegno, ha riassunto gli aspetti tecnici e organizzativi della riforma, chiarendo le competenze dei vari livelli di intervento, ma anche sottolineando potenziali conflitti di poteri tra stato, enti territoriali, istituzioni scolastiche. L’ispettrice ha ribadito inoltre altri concetti su alcuni nodi problematici : l’impostazione costruttivista dell’organizzazione in Unità di Apprendimento proposta nella riforma; l’impossibilità di concepire riforme che non tengano conto della situazione economica e politica italiana e internazionale; la scelta di effettuare una riforma con un investimento consistente nel quinquennio 2004-2008, e non “a costo zero”; la rassicurazione di attribuire alla scuola, tramite il POF, e non alle famiglie, l’offerta formativa, utilizzando modelli a scelta “strutturata”, “libera” o “mista”.

Dopo la pausa, il prof. Robertino Capponcelli, membro della Direzione Nazionale Gilda, ha coordinato il dibattito con gli insegnanti, e ha concluso il convegno , prima di tutto portando i saluti del Coordinatore nazionale della Gilda, prof. Alessandro Ameli, e poi proponendo una serie di considerazioni politiche sul significato della Riforma e sulla posizione politica della nostra Associazione.

Marco Dall’ Agata

* Le foto del convegno sono disponibili sul sito web della Gilda di Cesena-Forlì http://www.gildafc.it