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 Conversazione con Roger Abravanel
 

 

La meritocrazia è l’ essenza dell’ equità
 

 

La meritocrazia consiste nella selezione degli allievi eccellenti che studieranno a spese dello Stato nelle scuole migliori. Per questo è l’ essenza dell’ equità , ma solo una Scuola buona è in grado di fornire equità. Infatti la Scuola è il tassello essenziale perché azzera i privilegi della nascita.
 

 

A cura di Renza Bertuzzi
 

 

 
 

Roger Abravanel è un gentile e deciso signore che ha scelto di dedicarsi ad un missione molto importante e alquanto audace: diffondere, con convinzione e tenacia, l’ idea della meritocrazia in un Paese come l’ Italia, patria storica dell’ antimerito per eccellenza  e cioè del familismo, per lo più amorale. Non è un’ impresa facile, ma l’ ingegnere Abravanel ha un curriculum di tutto rispetto (conseguito non grazie alle spinte familiari ma al talento e alle borse di studio) e un’ esperienza di lunga durata a misurarsi con le sfide. Così, in un modo che potremmo definire combattivo, ha iniziato un percorso battagliero per cambiare costumi stratificati del nostro costume nazionale. Ha pubblicato un libro “ La meritocrazia”, Garzanti editore, che è presto diventato un best seller, ma i cui proventi vengono devoluti in beneficenza, ha aperto un sito http://www.meritocrazia.com dove si discute, si parla, si informa di meritocrazia e sta girando l’ Italia, instancabile ed attivissimo, per attirare l’ attenzione sul tema.

L’ argomento da lui affrontato ci interessa molto, per questo gli abbiamo chiesto un’ intervista, subito concessa. Naturalmente, le domande che avevamo preparato sono state presto superate dall’  energia espositiva di Abravanel e dal suo impeto a ribadire il  percorso logico dell’ importanza della meritocrazia e dall’ urgenza di non perdere più tempo.

Il testo che segue è la trasposizione dell’ interessante contatto.  

Meritocrazia e Scuola

Prima di tutto, bisogna capire perché la meritocrazia è importante per la Scuola e perché  la Scuola è importante per la meritocrazia.

La meritocrazia  si basa sui valori dell’ equità e delle pari opportunità,   permettendo l’ avanzata sociale delle persone;  infatti, essa fa leva solo sui meriti individuali, indipendentemente dalla famiglia di origine.

La meritocrazia quindi  azzera le disparità della nascita. Gli Stati Uniti ci danno oggi l’  esempio più evidente  di quanto stiamo affermando:  Barack Obama è diventato presidente, grazie ad un curriculum scolastico-professionale che ha goduto del sistema delle borse di studio, risultato della meritocrazia attiva in quel Paese.  La meritocrazia è l’ essenza dell’ equità , ma   solo una Scuola buona è in grado di fornire equità.

Le società che accolgono e praticano il principio della meritocrazia creano sia  opportunità per tutti, sia   la garanzia, per i cittadini, che chi occupa posti di responsabilità sia arrivato fin lì per i propri meriti. Il Vietnam, per esempio - che non è  certo un Paese  democratico- ha un sistema di selezione del merito molto interessante. Alla fine della scuola media, tutti gli studenti vengono sottoposti a test nazionali : i migliori vengono mandati nel Liceo nazionale, dove studiano a spese dello Stato.

Questa è la meritocrazia :  la selezione degli allievi eccellenti che  studieranno a spese dello Stato nelle scuole migliori. La Scuola è il tassello essenziale : azzera i privilegi della nascita.

 

Quali sono le scuole eccellenti ?

Non vi sono dubbi : la Scuola eccellente è fatta da insegnanti bravi. In tutto il mondo, la qualità dei docenti si misura sui risultati degli studenti. Secondo una recente ricerca McKinsey. How the World’s Best-Performing School Systems Come Out on Top  ( “ Come fanno  i migliori sistemi scolastici del mondo a essere I primi”) la qualità dell’ insegnamento è l’ unica variabile che conta veramente. I migliori sistemi educativi hanno i migliori insegnanti.  

Le migliori scuole del mondo sono in Finlandia, Canada, Corea e Singapore.

Prendiamo la Finlandia. Qui,  l’ insegnamento gode di molta stima sociale. I docenti vengono selezionati tra il 5% dei laureati  migliori , poi vengono inviati a seguire un master non nozionistico, ma sulle tecniche didattiche.

Poi, attraverso i test, si verificano i risultati degli studenti : se in una scuola si osservano risultati eccellenti, per esempio  in matematica, allora si punta sul docente;  lo si invia in una classe che abbia rivelato scarsi risultati in matematica  perché osservi le lezioni  e scopra ciò che impedisce di raggiungere  buoni risultati. E’ il metodo on the job, grazie al quale il docente osservatore indica al collega gli aspetti critici del suo insegnamento e lo aiuta a migliorare la sua didattica.

I test nazionali sono importanti per l’ equità e per testare il potenziale degli studenti.  Infatti, chi appartiene a famiglie abbienti, va al Liceo, mentre agli Istituti  Tecnici e a quelli  Professionali si indirizzano i figli di famiglie più povere. I test permetterebbero quindi  di selezionare quei  talenti che non sarebbero destinati per nascita ai licei . In Inghilterra i test sono pubblici e ciò aiuta le famiglie a scegliere le scuole migliori ma , i test   servono  soprattutto ad aiutare le scuole in difficoltà perché  queste possano migliorare le performances . In sostanza, si investe sulla Scuola, ma se i risultati non migliorano, si chiudono i rubinetti degli investimenti.  

 

La situazione in Italia.

Rispetto all’ Università, le misure appena varate sono importanti, perché la scelta di chi deve frequentare l’ Università è fondamentale : da qui usciranno le classi dirigenti che guideranno la società.  Nel mio libro

 ( pag. 51) ho riportato un’ osservazione importante di John Champlin Gardner : “ Coloro che riceveranno la migliore educazione gestiranno tutti i posti di lavoro del Paese. Quindi la domanda “ chi dovrebbe andare all’ Università?” si traduce nella domanda “ chi deve guidare la società?”. Non sono domande da trattare con leggerezza. Sono domande per le quali si sono combattute delle guerre”. 

La polemica sul costo dell’ Istruzione che  in autunno  ha spaccato l’ Italia era sbagliata. Il problema non è quanto  si spende , infatti in Italia spendiamo la stessa cifra degli altri Paesi* e abbiamo più insegnanti. Il vero problema è che la Scuola non crea pari  opportunità  : i dati PISA ci dicono che il divario nord e sud è altissimo.

Naturalmente, il divario sta ad indicare non   che gli insegnanti al sud siano meno bravi, ma che al Sud  il contesto sociale è disperato, per cui occorrerebbe una qualità docente ancora migliore.

Guardiamo cosa ha fatto a suo tempo Blair in Inghilterra. Le Charter school, scuole dei sobborghi di Londra,  erano un vero e proprio disastro, Blair è intervenuto con la sua riforma e, senza risorse straordinarie, ha invertito le cose ed è riuscito a migliorarle notevolmente.

In Italia, la situazione è altrettanto grave. I Test PISA rivelano che i nostri studenti sono di fatto analfabeti ,  perché leggono, ma non capiscono ciò che leggono e in matematica non sono in grado di utilizzare le competenze.

Questo dimostra che qui la Scuola ha fallito perché non è  equa. Infatti, chi è economicamente svantaggiato non ha opportunità e , mancando l’ equità, le eccellenze si perdono.

 

Come migliorare la situazione?  

Prima di tutto investire sugli insegnanti migliori, investire sulle università migliori ,creare delle task force.

Le forze migliori ( insegnanti e università) si identificano attraverso dei test nazionali che rivelano le perfomances migliori . I test non devono essere fatti   all’ università, bensì all’ uscita del liceo perché possano  identificare gli studenti migliori da inviare nelle università eccellenti attraverso un sistema di borse di studio o di prestiti, come negli Stati Uniti ( dove si è capito che un prestito per frequentare l’ università  è più produttivo di un mutuo, perché chi vale, trova un impiego retribuito e può restituire il prestito…)

Bisogna puntare e investire sulla Scuola, soprattutto nei momenti di crisi come questo. La settimana scorsa ero a Singapore e dalle pagine del quotidiano nazionale più diffuso, ho letto che , data la crisi economica imperante, il governo aveva  deciso di aumentare  le spese per l’ istruzione con l’ intento di attirare gli insegnanti bravi e convincere chi è dotato e lavora in un industria privata a lasciare il proprio lavoro per entrare nella scuola e  contribuire così a rendere più efficace l’ istruzione.

Per questo, partendo dai risultati PISA, occorre rafforzare il sistema dei test. Occorre valutare per capire come si possa migliorare, come si possano raggiungere  i risultati migliori.

I test sono fondamentali anche per aumentare le retribuzioni dei docenti  perché è necessario retribuire meglio gli insegnanti migliori.

 
 
29.01.2009