ALCUNE RIFLESSIONI SULLA RIFORMA DEI CICLI DOPO BERLINGUER

La riforma dei cicli è legge dello Stato. Dopo la riforma che ha introdotto nel 1963 la scuola media unificata si tratta della più importante ristrutturazione del sistema formativo nel nostro Paese. Evitando di ripetere alcune analisi critiche che sono in gran parte patrimonio comune della Gilda degli Insegnanti vogliamo evidenziare alcuni nodi fondamentali che definiscono il nuovo quadro di riferimento portato dal periodo delle riforme berlingueriane.

QUALI SONO GLI EFFETTI DELLA RIFORMA DEI CICLI SULL’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DEL LAVORO DEI DOCENTI?

Possiamo sinteticamente mettere in rilievo alcuni snodi fondamentali che caratterizzano la riforma dei cicli di Berlinguer ponendo in rilievo gli effetti sul piano formativo generale, sull’organizzazione del lavoro e sulla professionalità dei docenti.

In generale la scelta è stata di opportunità politica. L’inserimento dell’ultimo anno della scuola materna nell’obbligo scolastico sarebbe stato auspicabile prendendo in considerazione il fatto che il processo di accorpamento delle istituzioni scolastiche (si veda la verticalizzazione) comprende nella stessa unità organizzativa e di progetto materna, elementare e biennio delle attuali scuole medie.

Il problema che si aprirà immediatamente (ma già è questione attuale negli istituti comprensivi) sarà la compresenza di docenti formalmente appartenenti allo stesso comparto, ma con procedure di accesso, titoli di preparazione, orario e livelli stipendiali diversi. Ciò deve essere sfruttato a nostro avviso in senso positivo per rivendicare il passaggio dal principio dell’unitarietà della funzione docente a quello della unicità della funzione docente. Ciò vale ancor di più di fronte a docenti che saranno tutti laureati con tipologia d’accesso paritarie.

COSA PUO’ FARE GILDA?

Il momento di transizione appare molto difficile. In sintesi:

La Gilda degli Insegnanti di Venezia

Aprile 2000