IL CONTRATTO degli INSEGNANTI
Per la Gilda il contratto
deve essere separato da quello degli ATA e degli ausiliari;
per i Confederali il contratto
continua ad essere di “comparto”, cioè unico per docenti e non- docenti: dopo che dirigenti, docenti dei Conservatori e delle Accademie hanno ottenuto il contratto separato, gli insegnanti contrattano insieme ad Ata e ad ausiliari. E’ quello che prevede il CCQ firmato questa estate dalle confederazioni, contro la volontà espressa dai docenti (vedi il sondaggio di La tecnica della scuola e quello della SWG di Trieste riportato nel Sito nazionale) e dallo stesso Governo;
lo Snals-Confsal è sulla stessa posizione per quello che riguarda i docenti. Ha invece chiesto (sempre insieme ai Confederali) un nuovo comparto per i dipendenti della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato e dell’Avvocatura di Stato!
per la Gilda il contratto
deve riconoscere che gli insegnanti hanno una funzione specifica, che deriva loro dall’assunzione di un mandato sociale legato all’insegnamento delle discipline e che il loro lavoro è di tipo professionale, in quanto essi gestiscono in modo autonomo un sapere specialistico;
per i Confederali il contratto
non riconosce agli insegnanti alcuna funzione specifica, tanto meno una dimensione professionale. La concezione operaistica di tipo quantitativo traspare nella richiesta di riconoscimento dei “lavori nella scuola” (Linee rivendicative confederali per l’apertura del negoziato contrattuale per il quadriennio 02-05). La distinzione fra l’impegno della docenza e le incombenze legate all’amministrazione ed alla conduzione materiale della scuola è solo teorica; la linea è sempre quella del docente operatore culturale di tipo addestrativo e socio-assistenziale;
pur contestando “l’assimilazione dei docenti ai pubblici dipendenti” lo Snals, che ha firmato gli ultimi contratti non si opposto alla deriva impiegatizia dei docenti voluta dai Confederali;
per la Gilda il contratto
deve essere strumento di regolamentazione dei diritti-doveri dei docenti e garantire “certezza del diritto, trasparenza ed equità”;
per i Confederali il contratto
costituisce il principale strumento di auto-conservazione e di potere: quante più decisioni passano attraverso le mani confederali a livello centrale e a livello periferico, tanto più sono assicurati il mantenimento dell’apparato e la dipendenza della categoria dal sindacato. A questo erano finalizzate le RSU di scuola e a questo scopo in Piattaforma viene richiesto per tutti i lavoratori “lo sviluppo ed il rafforzamento della contrattazione” sia a livello nazionale che a livello di scuola” (Piattaforma Confederale 2002-05);
lo Snals ha da sempre condotto una politica mirata ad alimentare la dipendenza dei docenti dal sindacato;
per la Gilda il contratto
deve mantenere una forte definizione a livello nazionale, senza ignorare che il nuovo assetto costituzionale e l’autonomia delle scuole pongono in ogni caso la necessità di operare anche a livello decentrato;
per i Confederali
va operato “un forte trasferimento di competenze sui livelli regionali e/o di scuola”. Nelle scuole dovranno essere possibili nuove “relazioni sindacali ed opportunità contrattuali” e dovrà essere ovviamente “valorizzata la funzione delle RSU” (Linee rivendicative… cit.);
lo Snals ha una posizione molto meno spinta nella difesa della contrattazione di scuola;
per la Gilda il contratto
dei docenti vale lo sciopero di un’intera giornata per la scuola.
Una concezione della scuola e dei docenti agli antipodi
Un interesse per i docenti distante anni luce
Un mare di differenze
1. STIPENDI
La Gilda chiede
“un progressivo adeguamento degli stipendi dei docenti italiani alla media dei paesi della UE così da raggiungere la parità in quattro anni, con a) il conglobamento nello stipendio tabellare dell’IIS (Indennità Integrativa Speciale); b) il raggiungimento del massimo stipendiale in un arco di tempo non superiore a venti anni; c) la trasformazione della Retribuzione Professionale Docente (RPD) in Indennità di Funzione pensionabile e agganciata all’anzianità; d) il riconoscimento integrale, ai fini della carriera, di tutti i servizi di insegnamento pre-ruolo”;
i Confederali chiedono
La riduzione della “forbice retributiva con gli altri paesi europei” (fa dunque media anche…), la “riduzione della durata della progressione economica”, “fermo restando che l’attuale progressione per gradoni deve essere confermata” (!!??), il “riconoscimento, nella retribuzione utile per il calcolo della base pensionabile di riferimento, dell’indennità integrativa speciale e di alcune voci dell’accessorio che hanno carattere fisso e continuativo”. L’RPD rientra fra queste voci dell’accessorio? La genericità dell’enunciato non offre nessuna garanzia;
pur rivendicando voci mirate ad incrementare lo stipendio, lo Snals non mette in discussione né l’impianto dei gradoni né i tempi lunghi di raggiungimento del massimo retributivo.
2.ORARIO
La Gilda chiede
che venga riconosciuto che un impegno in classe di 18 ore (con una tolleranza di 3 ore in più, che devono in ogni caso configurarsi a tutti gli effetti come lavoro straordinario e come tale essere retribuite) coniugato agli impegni connessi al suo espletamento – lavoro sommerso – si configura come “tempo professionale” pieno tendenzialmente per tutti gli ordini di scuola;
i Confederali propongono
senza fissare alcun tetto “l’omogeneizzazione degli orari di insegnamento nei vari ordini e gradi di scuola”, ma ipotizzano – accanto all’orario normale – un “regime orario potenziato” “finalizzato ad un ampliamento e ad una qualificazione dell’offerta d’istruzione e di formazione e/o alla possibilità di gestire modelli organizzativi diversi…” E’ possibile “prevedere che impegni orari aggiuntivi siano recuperabili con permessi”. Si disegnano i due docenti: il docente a tempo parziale (impegnato come al momento attuale) e il docente a tempo pieno, la cui “definizione” (e retribuzione?) avverrebbe in sede di contrattazione di scuola. Le RSU e il dirigente gestirebbero anche per i docenti – come già per gli Ata – un pacchetto di permessi con cui eventualmente compensare il maggior impegno di un docente in un determinato momento (come? togliendogli una classe per una settimana?);
lo Snals, pur ponendo l’obiettivo di una “graduale armonizzazione degli orari di insegnamento”, ripropone l’orario attualmente in vigore, strutturato però su base annua (18x33 nella scuola secondaria; 22x33 nella primaria; 25x33 nella scuola dell’infanzia). Propone che i docenti possano dare la propria disponibilità per un pacchetto di ore annuale non superiore alle 5/6 ore per le varie esigenze e chiede che questa disponibilità venga riconosciuta sotto forma di indennità.
Anche per le attività eccedenti il lavoro in aula dovrebbe essere previsto un monte ore annuo che le scuole autonome possono gestire liberamente.
3. FUNZIONI-OBIETTIVO
La Gilda chiede
che questo contratto sancisca “il superamento dell’istituto delle Funzioni-Obiettivo, verificata in gran parte la loro inefficacia e sostanziale inutilità”. Per le diverse esigenze delle scuole autonome, la piattaforma Gilda prevede che vengano conferiti ai docenti– degli “incarichi specifici a termine”. La durata dell’incarico e la retribuzione sarà di volta in volta rapportata all’impegno temporale necessario e alle specifiche competenze richieste. L’intento è quello di uscire dalla logica di una formalizzazione astratta e dalla rincorsa alla funzione-obiettivo soltanto perché c’è…
i Confederali
confermano l’istituto delle funzioni-obiettivo e chiedono che le risorse non vengano più erogate a livello nazionale, ma “attribuite direttamente alle scuole per l’individuazione e la gestione delle funzioni-obiettivo al fine di valorizzare e sostenere la flessibilità progettuale delle scuole, anche nella determinazione delle aree e degli ambiti di intervento delle stesse, sulla base di scelte correlate al POF”. Questa impostazione permette di aumentare i fondi erogati direttamente alle scuole e di rafforzare il ruolo delle RSU;
lo Snals chiede la soppressione delle funzioni-obiettivo
4. “CARRIERA”
La Gilda
ritiene che l’apertura contrattuale ad un percorso di “valorizzazione professionale” possa avere effetti vivificanti sui docenti e sull’intero sistema. Non solo: esso permetterebbe anche di dare impulso al post-secondario e di sanare alcuni squilibri evidenti. La piattaforma Gilda recita al punto 6): “Si potrà prevedere uno sviluppo di carriera centrato sull’insegnamento, correlato alla maturazione professionale e alla crescita culturale. Da articolare in due fasi: una iniziale che copre il periodo in cui il docente sviluppa le competenze professionali, che si conclude al compimento del 5° anno di servizio comunque prestato, un’altra di maturità professionale, che inizia a partire dal 6° anno di insegnamento. Il docente che abbia superato la fase iniziale può essere eletto coordinatore e partecipare ad un corso-concorso nazionale per accedere: a)all’insegnamento all’Università e nelle Facoltà di Scienze della Formazione primaria; b) all’insegnamento nella Formazione Tecnica Superiore; c) all’insegnamento nelle scuole di specializzazione per docenti; d) alla attività di tutoraggio;
i Confederali
dopo aver chiarito che nulla verrà proposto in questo ambito senza una “consultazione specifica” (il ricordo del “concorsone” non è ancora svanito) e che, in ogni caso è emersa nelle consultazioni “l’esigenza che sia valorizzata e riconosciuta l’attività svolta in aula”, aggiungono: ” Per quanto riguarda, invece, le figure di sistema: uno specifico intervento legislativo dovrà prevedere la loro istituzione, le modalità di selezione, il reclutamento e la dotazione organica. Solo successivamente il contratto potrà definire i regimi orari e gli inquadramenti”.
Di fatto non emerge quindi nessuna preclusione dei confederali verso una carriera funzionalistica – una carriera cioè basata sull’assunzione di funzioni diverse da quella docente: funzioni di coordinamento, etc. – carriera di cui si sono d’altro canto sempre fatti portavoce;
lo Snals chiede l’avvio di una carriera “senior” che parta dopo 15 anni di anzianità. I docenti senior, dopo una formazione in servizio che si dovrebbe concludere con verifiche finali non selettive, potrebbero essere impegnati in compiti di tutoraggio o di supporto ai colleghi o in altre attività.
5. FONDO DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA E RSU
per la Gilda
il fondo dell’istituzione scolastica deve essere contenuto. In una scuola in cui l’attività primaria sia l’insegnamento delle discipline, la necessità di gestione autonoma di fondi per “altro” risulta comunque limitata;
per i Confederali
ampliamento del fondo dell’istituzione scolastica e rafforzamento delle RSU d’Istituto appaiono come i due grandi obiettivi di questa tornata contrattuale. In particolare chiedono che siano contrattualizzate “tutte le procedure che riguardano i pagamenti derivanti dall’utilizzo di risorse europee”, che “le risorse rese disponibili dagli enti locali” confluiscano nel fondo e via dicendo.
La logica di potere confederale (rafforzamento delle RSU=rafforzamento del sindacato) va nella direzione di un potere sempre maggiore del dirigente, potere il cui punto di arrivo è costituito dall’assunzione e dal licenziamento diretti. La logica confederale si salda alla logica del libero mercato.
Se. G.