Soluzioni diverse per misurare i docenti nel vecchio continente
Se leggessimo i documenti comunitari, forse non ci sveglieremmo di
soprassalto. E’ vecchia di anni, infatti, la querelle relativa al
premio per i migliori. Basta rifarsi ad Eurydice 1996 e 1999. Ne esce
una situazione poliedrica in cui si evidenziano quattro linee
fondamentali.
Francia, Belgio, Regno Unito, Grecia, Liechtenstein, Spagna e Portogallo
hanno attivato veri e propri percorsi selettivi (con o senza
concorso), in cui sono previste valutazioni gerarchiche, colloqui di
approfondimento, controlli in situazione. Superate le prove previste si
giunge al riconoscimento qualitativo, che si traduce in incrementi
retributivi e, talvolta, in passaggi di categoria.
La migliore qualità certificata non
allontana il docente dalla classe o dall’insegnamento.
Lussemburgo, Olanda e Germania consentono ai docenti di chiedere una
valutazione professionale.
Non si tratta quindi di un piano nazionale ma solo di un’opportunità,
tramite cui il singolo docente può accedere a ulteriori e maggiori
responsabilità che comportano incrementi nello stipendio.
Austria, Belgio, Irlanda e Scozia
hanno importato, anche nel settore educativo, le regole già in vigore
per la pubblica amministrazione. In particolare hanno promosso
l’applicazione del codice professionale. E’ stata identificata la
struttura professionale, i minimi comportamenti da tenere, le
conseguenti soluzioni, le sanzioni per i casi di inadempienza.
Particolari comportamenti aprono le
porte a soluzioni d’impiego diverse dall’insegnamento in classe.
Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia si sono poste il
problema, la discussione è
in atto senza che siano state trovate soluzioni. Come da noi,
all’insegnante è concesso solo di passare ad attività diverse, come la
dirigenza scolastica o la carriera ispettiva. Le modalità
differiscono da una paese all’altro, in relazione ai metodi di accesso
al servizio.
Fra le tante esperienze suggeriamo un esempio.
In Portogallo due decreti (29/96 e 23/98) hanno tracciato un
percorso, che investe l’intera vita lavorativa del docente. La conferma
in ruolo avviene dopo il primo anno di prova attraverso la presentazione
e successiva discussione di una relazione sul lavoro svolto.
La valutazione è compito del gruppo dirigente che propone il giudizio di
merito alla commissione pedagogica dell’istituto. I giudizi di merito
comprendono "molto buono", "buono", "soddisfacente", "insoddisfacente".
Quando il giudizio prevede quest’ultima possibilità, occorre attivare la
commissione di merito. Questa è composta da un rappresentante della
direzione regionale dell’istruzione, che funge da presidente, più due
docenti: un docente della commissione pedagogica della scuola del
candidato ed un insegnante nominato dal candidato, che sceglie tra
colleghi o tra esperti riconosciuti nel campo dell’educazione.
Con la stessa procedura si effettuano i passaggi di livello.
In Portogallo l’incremento salariale è diviso in dieci livelli, a cui
corrisponde un indice che va da 100 a 310 punti. Al momento attuale
l’indice 100 equivale a 730,71 euro. Si verifica un passaggio di livello
ogni tre o quattro anni. Dopo aver seguito un corso di specializzazione
o dopo 15 anni di servizio (valutato almeno "buono"), il docente può
chiedere l’avaliacao straordinaria. La procedura è abbastanza
simile alla precedente: il candidato prepara una relazione e la
sottopone al giudizio della commissione di merito. Il "molto buono" dà
diritto a un incremento equivalente a due anni di servizio. Esiste
infine l’avaliacao intercalar. Può essere richiesta solo una
volta e permette di abbreviare della metà il periodo da trascorrere nel
livello stipendiale in cui si è inquadrati dopo un giudizio
"insoddisfacente". E’ possibile accelerare il raggiungimento di migliori
livelli remunerativi anche attraverso titoli accademici di
specializzazione, attinenti la disciplina insegnata. I bonus relativi
abbreviano il percorso per periodi compresi tra i 4 e i 6 anni.
S. G.