Ragionando intorno alla
carriera
di Serafina Gnech
Di
carriera dei docenti si è ripreso a parlare… Ma si è mai smesso? No. Salvo
nel periodo che ha fatto seguito allo sciopero del 17 febbraio 2000 contro
l’art. 29 del contratto del ‘99, il famoso “Concorsone”. Ora, dunque, di
carriera si parla. E non solo all’interno della Commissione Aran-sindacati.
Sono anche in discussione due progetti di legge relativi alla modifica dello
stato giuridico dei docenti, che contengono anche una possibile definizione
di carriera. Uno di Forza Italia, Udc e Lega, l’altro di Alleanza Nazionale.
Di carriera intendiamo parlare anche noi. All’interno di uno spazio
a-politico o, se vogliamo, pre-politico, come può essere quello del Centro
Studi. Vi ospiteremo opinioni personali ed eventuali bozze di proposta. Vi
inseriremo documenti informativi sulla realtà italiana ed europea, documenti
ufficiali e proposte legislative, insomma quanto possa permetterci di
penetrare una tematica che si è dimostrata e si dimostra tuttora
estremamente complessa e delicata. Senza dimenticare mai che siamo noi,
comunque e sempre, gli attori in gioco e che il nostro silenzio, la nostra
indifferenza o la nostra acquiescenza non possono che fare il gioco degli
altri… [leggi]
Democrazia e carriera nel preside elettivo
di Bruno Telleschi
Supponendo che l'elettorato passivo sia circoscritto per competenze
certificate, il preside potrebbe costituire una forma di carriera per gli
insegnanti. Si tratterebbe cioè di creare per selezione una fascia di
competenti tra cui eleggere il preside. L'incarico potrebbe essere triennale
e compensato da una indennità, inferiore comunque agli stipendi
ingiustificati degli attuali dirigenti. Prima o dopo l'incarico si
tratterebbe di un insegnante che insegna come gli altri. (S'intende che il
ruolo del preside deve essere ridimensionato a garanzia della libertà di
insegnamento e dell'autonomia collegiale).
[leggi]
Professione docente e "carriera"
di Giorgio Quaggiotto
Qualche considerazione preliminare, essenziale, credo, per parlare di
carriera* e stato giuridico, ma soprattutto di chi siamo e una doverosa
premessa: altro è difendere la qualità della Scuola come istituzione
dello Stato, altro è difendere la qualità della Scuola come servizio. Io
credo che molte delle cose che ho sentito, anche fra di noi sul sistema
di valutare al fine di avere/ottenere una carriera, attengano ad una
idea, non assurda, di Scuola come servizio pubblico di qualità. Ma
questa non è la nostra idea di Scuola. L'"ineluttabilità" di questa
carriera, (peraltro senza soldi), presuppone l'accettazione
dell'ineluttabilità di un modello.
[leggi]
Sulla carriera
di Gioacchino Russo
Sono iscritto alla Gilda da molti anni. Con questa rubrica mi viene data
la possibilità di esprimere la mia idea circa la carriera degli
insegnanti. Io sono d'accordissimo sulla proposta di istituire una
carriera anche per gli insegnanti, e penso che lo siano tutti i docenti.
La carriera la vedo soprattutto nel fare riconoscere a tutti i docenti
il titolo di Dirigenti didattici lasciando ai presidi quello di
Dirigenti scolastici. Tale richiesta è supportata dal fatto che, chi
decide sulla didattica e quindi, i veri responsabili, sono i professori.
[leggi]
Il “merito”: considerazioni e
valutazioni in un Congresso dell’Aran
di Renza Bertuzzi
La sintesi che segue cercherà di tracciare un riepilogo ragionato di quell’inversione
di tendenza (dagli aumenti retributivi legati all’anzianità e uguali per
tutti agli aumenti legati agli incentivi) denominata "razionalizzazione
nella Pubblica Amministrazione", ed utilizzerà i principali interventi
presentati ad un Seminario tenuto dall’ARAN il 26-27/ 1/’96 a Roma e
pubblicati nel “Quaderno Aran”, n. 10: “Razionalizzazione e relazioni
industriali nella Pubblica Amministrazione”, a cura della Franco Angeli.
[leggi]
L’insegnante come professionista
(un'ipotesi di progressione professionale)
di Fabio Pipitò
Dal tema della progressione professionale e delle conseguenti
differenziazioni stipendiali non credo che gli insegnanti possano sottrarsi,
non solo per evitare che i nostri profili professionali vengano modificati
attraverso provvedimenti legislativi prima che ai tavoli di contrattazione
sindacale, ma anche per dare dei contenuti alla nostra richiesta dell’area
contrattuale separata. Ritengo che il nostro ruolo (dico della Gilda)
dovrebbe essere quello di suscitare il dibattito tra tutti i colleghi sulle
varie tematiche professionali che attengono al nostro lavoro: insomma,
l’obiettivo ultimo, al di là delle varie rivendicazioni e vertenze di tipo
sindacale, dovrebbe essere quello di promuovere innanzitutto all’interno
della categoria “l’orgoglio professionale”, la consapevolezza del ruolo
decisivo degli insegnanti e della scuola all’interno di ogni società che
voglia vantarsi di definirsi civile, la determinazione nel contrapporsi a
qualunque politica che tenda a svalutare il significato e il ruolo della
cultura e dell’istruzione.
[leggi]
Riforma della scuola e
libertà di insegnamento: un’ipotesi di ridefinizione della professione
docente
di Gianfranco Claudione
Le proposte
qui presentate vanno assunte come un’ipotesi di lavoro e di
riflessione che offra un contributo, si spera significativo, al dibattito in
corso sulla identità e la valorizzazione professionale dell’insegnante nel
nuovo modello di scuola che va progressivamente definendosi. E’ parere di
chi scrive, tuttavia, che tale dibattito sia inficiato a monte da una
concezione gravemente riduttiva e alienante della professionalità docente.
Concepire, come si fa da parte non solo governativa ma anche sindacale,
percorsi di carriera legati agli aspetti organizzativo-gestionali della
scuola, pretendendo che la «valorizzazione» della professionalità docente
possa coincidere con una dislocazione funzionale, mortifica e svilisce
l’intrinseco valore sociale dell’insegnamento e creerà, probabilmente, più
problemi di quanti non ne risolva (sempre ammesso che ne risolva qualcuno).
[leggi]
|