Nei programmi scolastici si
combinano due parti, l’una culturale con i contenuti disciplinari e l’altra
didattica con le istruzioni per l’uso. Nei programmi della scuola media unica la
parte didattica compare in forma di breve premessa: “Non vengono fornite più
particolari istruzioni metodologiche, perché lo Stato non ha una propria
metodologia educativa, o non ne altra che quella di favorire la responsabile
libertà degli insegnanti nell’inventiva didattica, effettivamente rivolta a
raggiungere le mete dell’educazione di base” (dm 24.4.1963). Ma nei nuovi
programmi la parte didattica diventa preponderante ed impone agli insegnanti
anche le metodologie dell’apprendimento necessarie per l’educazione degli
alunni: “Ai programmi di tutte le discipline debbono riferirsi il consiglio di
classe e i singoli docenti per impostare concretamente, e in relazione alla
situazione della classe e dei singoli alunni, i piani didattici, secondo il
criterio della programmazione curriculare” (dm 9.2.1979). Infine con la riforma
Moratti il metodo prevarica completamente sui contenuti disciplinari. Alla fine
di un processo storico che ha portato alla progressiva riduzione della libertà
degli insegnanti la riforma Moratti favorisce il primato della pedagogia sulla
cultura e giustifica la didattica con la presunzione ideologica di richiamare
gli obiettivi generali del processo formativo: “E dentro, o dietro, le
educazioni che scandiscono l’educazione alla Convivenza civile vanno
sempre riconosciute le discipline, così come attraverso le discipline non
si fa altro che promuovere l’educazione alla Convivenza civile
e, attraverso questa, nient’altro che l’unica educazione integrale di
ciascuno a cui tutta l’attività scolastica è indirizzata” (dlgs 19.2.2004 n.59
allegato C). La moltiplicazione delle indicazioni didattiche (obiettivi generali
specifici e formativi, unità di apprendimento, piani di studio personalizzati,
il catalogo delle conoscenze e delle abilità, l’articolazione della convivenza
civile) ripropone alla scuola compiti educativi che non le appartengono e non
può risolvere.
Nella colonna di sinistra si
leggono i nuovi programmi della scuola media unica (1979), a destra le
corrispondenze che sopravvivono nella riforma Moratti declinate nelle
suggestioni dell’esistenzialismo cattolico: l’educazione come cura di sé e
progetto di vita.
Lo sviluppo della personalità
Scuola della formazione dell’uomo e del cittadino.
La scuola media è formativa in quanto si preoccupa di
offrire occasioni di sviluppo della personalità in tutte le direzioni
(etiche, religiose, sociali, intellettive, affettive, operative, creative,
ecc.). |
Scuola dell’educazione integrale della persona.
La Scuola Secondaria di 1° grado… rinnova il
proposito di promuovere processi formativi in quanto si preoccupa
di adoperare il sapere (le conoscenze) e il fare (abilità)… come
occasioni per sviluppare armonicamente la personalità degli allievi in
tutte le direzioni (etiche, religiose, sociali, intellettuali, affettive,
operative, creative ecc.) e per consentire loro di agire in maniera matura
e responsabile. |
Il primato della prassi
Scuola che colloca nel
Mondo.
La scuola media aiuta pertanto l’alunno ad acquisire
progressivamente una immagine sempre più chiara ed approfondita
della realtà sociale, a riconoscere le attività con cui l’uomo
provvede alla propria sopravvivenza e trasforma le proprie condizioni di
vita, a comprendere il rapporto che intercorre fra le vicende
storiche ed economiche, le strutture, le aggregazioni sociali e la vita
e le decisioni del singolo. |
Scuola che colloca nel
mondo.
La Scuola Secondaria di 1°
grado aiuta lo studente ad acquisire una immagine sempre più chiara ed
approfondita della realtà sociale, a riconoscere le attività tecniche
con cui l’uomo provvede alla propria sopravvivenza e trasforma le proprie
condizioni di vita, a comprendere il rapporto che intercorre fra le
vicende storiche ed economiche, le strutture
istituzionali e politiche, le aggregazioni sociali e la
vita e le decisioni del singolo. |
La conquista dell’identità
Scuola orientativa.
La scuola media è orientativa in quanto favorisce
l’iniziativa del soggetto per il proprio sviluppo e lo pone in condizione di
conquistare la propria identità di fronte al contesto sociale tramite un
processo formativo continuo cui debbono concorrere unitariamente le varie
strutture scolastiche e i vari aspetti dell’educazione. |
Scuola orientativa.
La Scuola Secondaria
di 1° grado mira all’orientamento di ciascuno, favorisce l’iniziativa
del soggetto per il suo sviluppo fisico, psichico e intellettuale, lo mette
nelle condizioni di definire e conquistare la propria
identità di fronte agli altri e di rivendicare un proprio ruolo nella realtà
sociale, culturale e professionale. È un processo formativo continuo cui
debbono concorrere unitariamente anche le varie strutture non
formali e informali del territorio, nonché il grado di scuola
successivo. |
L’uguaglianza sociale e culturale
Interventi di integrazione e di sostegno.
Particolare attenzione dovrà essere prestata dal
collegio dei docenti e dal consiglio d’istituto alla rilevazione delle
esigenze manifestate dalla comunità sociale entro la quale la scuola
sviluppa la sua azione, assumendo anche i problemi proposti da particolari
situazioni di emarginazione culturale o sociale e promuovendo interventi
capaci di rimuoverle nel quadro dell’educazione permanente programmata dal
distretto scolastico. |
Scuola della
prevenzione dei disagi e del recupero degli svantaggi.
Per gli alunni che hanno
un retroterra sociale e culturale svantaggiato, comunque, la Scuola Secondaria di 1° grado programma i propri interventi
mirando a rimuovere gli effetti negativi dei condizionamenti sociali, in
maniera tale da superare le situazioni di svantaggio culturale e
da favorire il massimo sviluppo di ciascuno e di tutti. |
Il bene comune
La socializzazione.
Non minore importanza, rispetto all’educazione al
conoscere, riveste l’educazione al vivere insieme, all’operare in spirito di
solidarietà con gli altri nella costruzione del bene comune. |
Scuola della relazione
educativa.
La relazione educativa,
pur nella naturale asimmetria dei ruoli e delle funzioni tra docente ed
allievo, implica, infatti, l’accettazione incondizionata l’uno dell’altro,
così come si è, per chi si è, al di là di ciò che si possiede o del
ruolo che si svolge. Nella relazione educativa ci si prende cura
l’uno dell’altro come persone: l’altro ci sta a cuore, e si sente che il suo
bene è, in fondo, anche la realizzazione del nostro. |
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