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Giovanna Pentenero, assessore all'Istruzione e Formazione Professionale del Piemonte, risponde ad un’ intervista sui temi dell’ istruzione.

A cura di Renza Bertuzzi

 

“ Siamo perplessi di fronte ad una offerta formativa

fortemente ridimensionata sul versante dell’istruzione professionale”

La Regione Piemonte condivide in linea generale la proposta governativa che prevede il mantenimento dell’istruzione tecnica comprendente anche l’istruzione professionale. Tuttavia non è chiaro con quali mezzi e con quali risorse si potranno sviluppare i cosiddetti percorsi e progetti in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione, di cui all’art. 1 comma 622 L. 296/06. L’obbligo si assolve nel sistema dell’istruzione scolastica o nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale. La Regione Piemonte sul versante della formazione iniziale vanta decenni di esperienze e un sistema formativo qualificato e professionalmente preparato per affrontare le problematiche di molti giovani che manifestano difficoltà a restare nella scuola.

 

Assessore Pentenero, istruzione obbligatoria impartita per almeno 10 anni. Si sono già completate le iscrizioni , ma l’impressione generale e le voci che arrivano dalle scuole sembrano dare l’idea di poca chiarezza. L’ obbligo si assolverà: nell’Istruzione o anche nella Formazione? E chi deciderà in merito, le Regioni o le scuole autonome? Infine, cosa sta predisponendo la Regione Piemonte, rispetto a questo grande obiettivo?


La legge finanziaria 296 del 27/12/2006 ha introdotto al comma 622 dell’art. 1 l’obbligatorietà dell’istruzione per almeno dieci anni, finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età. Viene quindi elevato l’accesso al lavoro a 16 anni.
La circolare 74/06 del MPI sulle iscrizioni all’art. 5 introduce di conseguenza l’obbligatorietà, per l’anno scolastico 2007/2008, di iscrizione agli istituti secondari di secondo grado o ai percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale per tutti gli alunni che concludono nel presente anno scolastico il primo ciclo di istruzione con il superamento dell’esame di Stato.
L’obbligo di istruzione di cui al comma 622, quindi, si assolve nel sistema dell’istruzione scolastica o nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale.

La Regione Piemonte sul versante della formazione iniziale vanta decenni di esperienze e sul suo territorio è operativo un sistema formativo qualificato e professionalmente preparato per affrontare le problematiche di molti giovani che manifestano difficoltà a restare nella scuola o che vogliono finalizzare gli studi in modo più immediato verso il mondo del lavoro.
I giovani e le famiglie piemontesi da sempre sono abituate a trovare anche una risposta puntuale e qualificata sul versante della formazione professionale nel momento in cui debbono effettuare le scelte per proseguire gli studi.
Infatti rientra nella tradizione piemontese rendere fruibile un’offerta formativa ampia e diversificata, che tenga conto delle molteplici esigenze dei giovani e nel contempo agisca efficacemente per ridurre gli effetti della dispersione scolastica e formativa. E’ evidente che soltanto una varietà di offerta può risultare efficace e generare un sistema educativo virtuoso, capace di affrontare le derive di una situazione in continua trasformazione che, in base ai risultati evidenziati da note ricerche, produce effetti negativi e colloca in posizioni marginali la nostra scuola nelle classifiche dei paesi OCSE.
Fondamentale e strategico risulta sviluppare un’offerta formativa incardinata su una prospettiva dinamica, suscettibile di modifiche e adeguamenti in relazione agli sviluppi della normativa, ma in grado nel contempo, senza soluzione di continuità, di rispondere alle esigenze della popolazione giovanile.
Anche e non solo per questi motivi è stata data operatività ad una nuova direttiva, che nelle more del quadro normativo nazionale e nel rispetto del comma 624 dell’art. 1 L. 296/06, fornisce una risposta alle esigenze che si verranno a manifestare a partire dal 27 gennaio 2007.



Riordino dell’ Istruzione tecnico- professionale: sono previste commissioni speciali per studiare la forma dei nuovi Poli?

Solo in questi giorni le Regioni sono venute a conoscenza del disegno di riordino dell’istruzione tecnico – professionale.
La Regione Piemonte condivide in linea generale la proposta governativa che prevede il mantenimento dell’istruzione tecnica comprendente anche l’istruzione professionale. Tuttavia permangono alcune perplessità rispetto ad una offerta formativa fortemente ridimensionata sul versante dell’istruzione professionale. Non è chiaro con quali mezzi e con quali risorse si potranno sviluppare i cosiddetti percorsi e progetti in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione, di cui all’art. 1 comma 622 L. 296/06.



Istruzione professionale e Formazione professionale: il DDL n. 7 del 31 gennaio 07 delibera di accordarle nei nuovi Poli. Ma il settore dell’ istruzione professionale, dopo la Riforma del Titolo V, appartiene alla legislazione esclusiva delle Regioni. Non vi sarà un conflitto di competenze?

E’ indubbio che la competenza sul sistema di istruzione e formazione professionale sia esclusiva delle Regioni.
In questo quadro normativo, sia la L. 53/2003 sia i decreti legislativi n. 76/2003 e n. 226/2005 non sono oggetto di riforma e pertanto i livelli essenziali delle prestazioni sono definiti.
Con questi riferimenti la Regione Piemonte si sta apprestando alla stesura di una proposta legislativa mirata a regolare il sistema educativo nel suo complesso. A breve verrà avviata una serie di incontri per un confronto con gli attori a vario titolo coinvolti ovvero le rappresentanze socio- economiche e le Istituzioni.

 

(22 febbraio 2007)

 

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