La riforma Moratti opera una doppia riduzione: prima limita
l’insegnamento delle lingue straniere alle lingue europee,
poi riduce l’insegnamento delle lingue europee alla lingua inglese.
Infatti consente di trasferire sull’inglese anche le ore della seconda
lingua.
La riforma Moratti legifera in contrasto
con le risoluzioni europee che prevedono non solo l’insegnamento delle
lingue comunitarie, ma anche le principali lingue mondiali. E infine le
lingue degli immigrati: “Promuovere
la diversità linguistica significa incoraggiare attivamente l'insegnamento e
l'apprendimento della gamma più ampia possibile di lingue nelle nostre
scuole, università, centri d'istruzione per adulti ed imprese. In generale,
le lingue proposte dovrebbero comprendere le lingue europee minori al pari
delle principali, le lingue regionali, minoritarie e le lingue delle
comunità migranti, nonché quelle con lo statuto di lingua nazionale e le
lingue dei nostri più importanti partner commerciali di tutto il mondo.
L'imminente allargamento dell'Unione europea apporterà un'abbondanza di
lingue appartenenti a varie famiglie linguistiche; occorrerà uno sforzo
speciale per far sì che le lingue dei nuovi Stati membri siano oggetto di un
più ampio apprendimento negli altri paesi. Gli
Stati membri
hanno la
grande opportunità di promuovere per primi l'insegnamento e l'apprendimento
di un numero di lingue maggiore rispetto a quello attuale.”
(Commissione europea, Piano d’azione 2004-06, 27.7.2003, pp.10-1).
L’Unione Europea considera con preoccupazione
l’esclusione delle lingue straniere (ibidem pp.4-5:
“Il principio che imparare l'inglese non basta e che devono essere
disponibili corsi per un gran numero di lingue ha riscosso il consenso
generale.”) ed auspica una scelta più ampia (ibidem p.9: “Gli
Stati membri concordano che gli allievi dovrebbero padroneggiare almeno due
lingue straniere.”). Con il consenso generale! O forse l’Italia si è
dissociata?
Contro la riforma Moratti che impone il
monopolio dell’inglese bisogna richiamare il rispetto dell’Unione Europea e
il buon senso che vuole riflettere sulla cultura dei popoli per rafforzare
la solidarietà internazionale.
dlgs17.10.2005
n.226 (Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni sul
secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi
della legge 28.3.2005 n.53) art.25 comma 2. Nonché in tutti gli
allegati il piano degli studi che limita al solo inglese l’insegnamento
di una disciplina non linguistica al quinto anno.
|