Come prevedibile il
MIUR sta
mettendo mano concretamente agli indirizzi della “riforma” della scuola con
una visione sempre più condizionata dal vero motivo dei provvedimenti in
atto: quello del taglio delle spesa pubblica corrente e degli organici della
scuola. Per evitare la discussione parlamentare si sono usate le
tecniche del Decreto Legislativo, dei Regolamenti delegati e delle circolari
applicative consentendo a queste ultime di dare una interpretazione
ancora più restrittiva o addirittura di novellare la norma di riferimento.
Siamo di fronte ad una pericolosa forzatura dei principi concernenti le
fonti del diritto in nome di un pragmatismo miope.
La circolare inerente
le iscrizioni per l’a.s. 2009/2010 del 15 gennaio 2009 n. 4
La circolare n.4
modifica pesantemente gli indirizzi della legge 133/2008 introducendo in
particolare una interpretazione sul tempo scuola della scuola primaria che
ha riflessi non solo sulle classi prime, come disposto dalla legge, ma su
tutte le classi già a partire dal primo settembre 2009.
Scuola primaria
All’art. 2.1 si
escludono per le classi successive alla prima per il regime orario di 27 ore
settimanali le attività opzionali e le compresenze. Per i moduli a 30 ore o
a 40 ore si eliminano tout court in tutte le classi le compresenze.
L’attivazione del tempo pieno è prevista senza articolazioni in momenti
opzionali e facoltativi ed è subordinata alla condizione, definita
“inderogabile”, dell’esistenza e dell’effettivo funzionamento delle
strutture e dei servizi necessari sostenuti dall’esplicito impegno dell’ente
locale ad assicurare il servizio mensa. Si vincolano i genitori di non
modificare la scelta del modello prescelto (24, 27,30,40 ore settimanali).
Una attenta lettura
della legge 133/08 prevedeva la continuità dei modelli scolastici già in
essere per le classi successive alla prima; ora una circolare cambia le
carte in tavola. Il taglio viene effettuato in tutta la scuola primaria
sconvolgendo l’assetto dei piani dell’offerta educativa e determinando una
situazione di incertezza sugli organici e sull’utilizzo del personale
docente. Il CCNL prevede infatti che il docente della scuola primaria abbia
un orario di lezione frontale di 22 ore più 2 di programmazione. A questo
punto dovrebbe scomparire la programmazione e rendere possibile utilizzare
il docente in altre classi. Ma servirebbe a questo punto una modifica del
CCNL che può essere fatta solo mediante contrattazione con i sindacati. Non
si conta poi il fatto che, riconducendo tutto al maestro unico in classe si
apre il problema delle supplenze brevi. Chi le effettua? E’ necessario
chiamare sempre anche per un solo giorno il supplente come un tempo e con
quali costi? Nessuna risposta.
Alcune simulazioni
sugli organici prevedono la necessità per garantirne la consistenza rispetto
ai parametri previsti (classi prime 27 ore e 30 ore per le altre) e in
regime di eliminazione delle compresenze di mettere mano ai moduli già
esistenti esportando la figura del maestro prevalente anche nelle classi già
funzionanti e distruggendo non solo i moduli tradizionali, ma la stessa
continuità didattica nelle classi. Si può calcolare un taglio fin dall’a.s.
2009/2010 di più di 15.000 docenti, nella quasi totalità precari.
Scuola secondaria di
primo grado
Tralasciando per il
momento le ridicole velleità contrattualistiche dei “Patti educativi di
corresponsabilità” che dovrebbero essere stipulati dai genitori e dagli
studenti all’atto dell’iscrizione (cosa prevista anche nelle superiori), la
circolare n.4 ribadisce i modelli orari previsti dalla legge 133: modello a
30 ore settimanali (29 ore + 1 ora di approfondimento di italiano) oppure
modello a tempo prolungato (36 ore prolungabili eccezionalmente a 40 ore)
con attivazione condizionata all’esistenza di strutture e attrezzature
idonee e alla disponibilità degli enti locali di provvedere alla mensa a
fronte di almeno due rientri settimanali.
Resta la norma che
consente l’insegnamento dell’ “inglese potenziato” (3 + 2 ore settimanali)
a scapito dello studio della seconda lingua comunitaria, ma sempre
compatibilmente con le disponibilità di organico, fatto che lascia aperte
alcune domande senza risposta: è possibile o no aumentare l’organico di
inglese per dare risposta alle richieste delle famiglie ?
E’ obbligatorio o no mantenere l’offerta linguistica di seconda lingua
comunitaria esistente (francese, tedesco, spagnolo) a fronte di un organico
stabile sulle classi di concorso di riferimento oppure si può andare alla
riduzione dell’offerta formativa in queste discipline? Le ore della seconda
lingua straniera possono venire addirittura utilizzate per potenziare
l’insegnamento della lingua italiana per gli allievi stranieri, sempre nei
limiti delle disponibilità di organico e in assenza di esubero a livello
provinciale di docenti della seconda lingua comunitaria.
Già si sono fatte
sentire giustamente le critiche dell’UE rispetto alla scelta di depotenziare
la seconda lingua comunitaria.
Scuola secondaria di
secondo grado
Rimane tutto come
prima. Viene obbligatoriamente introdotta la sottoscrizione de parte dei
genitori e degli studenti del mitico “Patto educativo di corresponsabilità”
che dovrebbe essere una sorta di regolamento di Istituto in cui sono
esplicitati diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica
autonoma, studenti e famiglie.
Alunni stranieri
Le proposte leghiste
sulle classi di inserimento sono state recepite per fortuna solo molto
parzialmente nella circolare n.4, ma i collegi dei docenti possono valutare
che l’assegnazione alla classe dello studente straniero sia preceduta da una
fase di alfabetizzazione strumentale (non si capisce cosa possa essere e
come possa essere organizzata) e di conoscenza linguistica anche all’interno
di “gruppi temporanei di apprendimento” utilizzando le improbabili
“ulteriori disponibilità dell’organico di istituto”. All’art. 10.2 si
prefigurano “accordi di rete” per evitare la concentrazione degli allievi
stranieri in scuole specifiche. Gli accordi dovrebbero definire una “equa
distribuzione” degli allievi stranieri nel territorio con intese con gli
enti locali per favorire l’attivazione di “misure di accompagnamento”
(trasporti, mense, ecc.). Si prefigura quindi un numero massimo di allievi
stranieri per scuola, plesso o classe. Non si capisce quali siano le risorse
che gli enti locali dovrebbero attivare dopo i tagli all’ICI e ai
trasferimenti statali.
Come si può notare
siamo solo agli inizi. Mancano le disposizioni specifiche per l’oggettiva
formazione degli organici, per la nuova definizione delle graduatorie
interne d’istituto, mancano le norme organizzative del quadro settimanale
comprendente il servizio mensa, manca la definizione della costruzione delle
cattedre orario di alcune classi di concorso (si pensi ad italiano nella
secondaria di primo grado dopo l’introduzione dello studio, manca un quadro
di indirizzo sull’utilizzo degli eventuali esuberi, ecc.)
Siamo solo all’inizio
di una valanga di provvedimenti caratterizzati probabilmente da
improvvisazione e fragilità giuridica. In concreto le scuole saranno
lasciate da sole in nome dell’autonomia scolastica a trovare soluzioni
pasticciate cercando di applicare provvedimenti pasticciati. L’importante è
che i docenti non siano lasciati da soli ad affrontare una situazione così
difficile. Gilda degli Insegnanti esiste anche per questo. |