Impossibile elaborare una efficace sintesi
di una giornata ricchissima di spunti di carattere filosofico e
psicologico e che ha avuto il merito, su un tema così impegnativo e
complesso, di rimanere saldamente ancorata alla realtà della
nostra scuola e della nostra esperienza riconducendo al centro del
problema educativo la figura ed il ruolo dell’insegnante.
Dopo l’apertura del Coordinatore Nazionale
della Gilda , Rino Di Meglio, che, con la consueta concretezza, ha
ricordato che cosa significhi “fare educazione” nella scuola, a
partire dall’esperienza quotidiana, abbiamo potuto ascoltare le
relazioni del Prof. Lino Giove che, attraverso il pensiero di Allan
Bloom, ha messo in luce i motivi della “crisi educativa” che
caratterizza le società contemporanee e la necessità di “ritrovare un
anima” che ridia senso e spessore all’opera educativa di insegnanti e
genitori.
Le parole
di di Hanna Arendt, illustrate dalla Prof. ssa Paola Cavallari, hanno
indicato I “contenuti” dell’anima da ritrovare nella responsabilità e
nell’autorità come capacità di “prendersi cura del mondo”, mentre la
prof.ssa Roberta De Monticelli, partendo da esperienze concrete di
quanto avviene nelle nostre scuole, ha illustrato come sia necessario
rispondere alla “pedagogia dell’inesistenza” che si risolve nella
negazione dei valori e della responsabilità, con
l’educazione al sentimento, come ricerca autentica dei valori di verità.
Dopo il dibattito, che ha spaziato dai
cambiamenti istituzionali avvenuti nei sistemi scolastici europei,
alle necessità di “ resistere” al degrado istituzionale ed
educativo che ogni giorno ci troviamo di fronte, così come ai pregiudizi
ed alle falsità veicolate dai mass-media, i lavori sono ripresi con la
relazione del prof. Paolo Ferliga, docente e psicoterapeuta, che ha
posto al centro della crisi dell’educazione la mancanza della figura del
padre, fornendo preziosi spunti di riflessione di cui sarebbe
impossibile dar conto in questo contesto, data la loro profondità ed
originalità, ma che sono apparsi assolutamente illuminanti per chi, come
noi, affronta quotidianamente i problemi legati all’educazione.
Così come risulta impossibile trarre delle conclusioni, anche del
dibattito finale, che vadano al di là della sensazione di una grande
“apertura” di riflessione sulla scuola e su mestiere di insegnanti di
cui, come sappiamo, c’è una sempre più stringente necessità che, ancora
una volta, la Gilda ha saputo cogliere ed indirizzare.
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