Uno sguardo all’Europa

6. I docenti inglesi e la "meritocrazia di mercato"

Come vivono i docenti inglesi le pressioni che derivano dalla nuova "meritocrazia di mercato"? Esiste anche per loro il problema della burocrazia? Quanti di loro sognano la pensione?

Il benessere - presunto - degli allievi deve necessariamente passare attraverso il malessere degli insegnanti?

Si possono ravvisare, nelle scelte politiche che riguardano gli insegnanti, delle linee di tendenza comuni alla "sinistra" europea?

Un’associazione professionale non può non porsi il problema della qualità della vita professionale della categoria che rappresenta.

Ecco quello che risulta da un’intervista di John Carvel, pubblicata nel "Guardian" (numero speciale dedicato all’educazione) del 7 marzo 2000, di cui indichiamo in grassetto le parti riportate integralmente.

Secondo un sondaggio di opinione del Guardian, condotto su di un campione di 500 genitori, 500 insegnanti e 500 assistenti universitari, il 90% dei genitori inglesi sarebbero soddisfatti dell’educazione che lo Stato impartisce ai loro figli. Meno soddisfatti i docenti, che ritengono di dover pagare un prezzo troppo alto per quelli che, secondo i genitori, sono degli standards qualitativi mediamente più alti.

Più della metà dei docenti ritiene che negli ultimi due anni il governo sia stato troppo duro con la classe insegnante e che il lavoro sia peggiorato. La quasi totalità dei docenti (90%) ritiene che ciò debba essere fatto risalire principalmente alla burocrazia, del cui aumento è responsabile soprattutto il governo centrale. Il dato allarmante è che un gran numero di insegnanti pensa seriamente ad andarsene. Fra le varie cause, oltre alla burocrazia, ci sono il carico di lavoro eccessivo, lo stress e la retribuzione.

Significativo il fatto che la retribuzione non costituisca il motivo fondamentale del malcontento. Il Governo sembra non prenderne atto, poiché intende investire mille miliardi di sterline per i nuovi stipendi proporzionali ai risultati e per il fast-tracking delle nuove leve. Il 72% dei docenti intervistati nelle zone periferiche di Birmingham e Londra, si è dichiarata contraria alla performance-pay ed al fast-tracking per i nuovi assunti. "Pare che il Governo abbia l’intenzione di spendere un sacco di soldi per aumentare i salari in modo poco popolare, quando iniziative molto più modeste per ridurre la burocrazia soddisferebbero molto di più gli insegnanti."

La maggior parte degli insegnanti intervistati precisa che ha iniziato ad insegnare perché amava stare con i ragazzi e che il fatto di stare con loro costituisce tuttora la parte positiva del lavoro: " Quello che c’è di buono è la classe: quando uno non ne può più di tutto quello che il Governo gli sbatte in faccia, la sola cosa che può fare è entrare in classe e mettersi a insegnare la propria materia." Quello di cui non se ne può più è la burocrazia ed i continui cambiamenti di programmi. Forte in Gran Bretagna come in Italia la sensazione della perdita di senso del lavoro." If they doubled the salary, it would not take away the stress. Il might make the stress a little more bearable: But if some one gave me the choice betwween increasing my pay and taking away some of the nonsense we have to put up with, I would prefer to keep my pay as it is and get rid of the nonsense":

("Se raddoppiassero lo stipendio, ciò non toglierebbe lo stress. Potrebbe solo renderlo un po' più sopportabile. Ma se qualcuno mi offrisse l’opportunità di scegliere fra un aumento dello stipendio e la possibilità di liberarmi di alcune delle sciocchezze con cui abbiamo a che fare, mi terrei il mio stipendio e mi libererei delle sciocchezze").

 

Gli insegnanti della scuola secondaria che hanno votato Laburista nel 1997, scrive John Carvel nell’ultima parte dell’articolo, si sono sentiti traditi. Il nome di David Blunkett ha suscitato poco entusiasmo. "Quando egli parla di tutti quei meravigliosi bambini che sono stati bocciati a scuola, comincio a veder rosso." Al nome di Chris Woodhead, l’ispettore capo, l’avversione si è manifestata senza mezzi termini, ma non è emersa alcuna paura degli ispettori dell’Ofsted. Gli insegnanti del gruppo si sentivano intoccabili. "Son già due volte che buttiamo loro fumo negli occhi, ha asserito un docente."

Le parole usate dagli insegnanti della scuola secondaria per descrivere il loro lavoro sono state: "divertente", "frustrante", "soddisfacente" (...), "logorante", "piacevole", "gratificante", "stimolante". Essi hanno detto che la scuola ideale del futuro dovrebbe essere più piccola, con classi con non più di 16 allievi e molta attrezzatura a disposizione. Ma "tutto quello che richiederà soldi non verrà fatto e le classi meno numerose avrebbero un costo notevole".

Gli insegnanti della scuola primaria hanno dato l’impressione di essere più logorati dei loro colleghi della secondaria. "Le carte ti distruggono: non voglio che taglino un’altra foresta per gli insegnanti". "La cosa peggiore è cercare di conciliare la vita sociale con il lavoro burocratico". "Il morale è basso: c’è sempre più gente che cerca di tirarsene fuori o che conta i giorni per la pensione. Nella mia scuola due insegnanti hanno avuto l’esaurimento nervoso".

La vita a scuola non ha soddisfatto le aspirazioni che gli insegnanti avevano quando hanno iniziato la loro professione. "In passato c’era spontaneità ed ora non c’è tempo per parlare con i bambini. Non c’è nemmeno tempo per legger loro qualcosa. I bambini hanno bisogno di parlare, ma tutto è così rigidamente strutturato e tu sei controllato in modo tale da non poterlo fare.."

Inoltre si esercitano troppo pressioni sui bambini più piccoli. "Sei sempre di fretta e devi mettere sotto torchio i piccoli di 4 o 5 anni. Noi insegniamo loro senza riuscire a conoscerli. Stiamo creando dei vecchi di 16 anni che avranno gravi problemi sociali". Le parole usate dagli insegnanti della scuola primaria per descrivere la loro professione sono: "lavoro da factotum frustrante e stressante", "un nulla", "una schifezza". La maggior parte hanno fatto riferimento all’aspetto burocratico del lavoro. Li rende ancora contenti, quasi euforici lavorare con i bambini: "Non c’è nulla come un bambino che, alla fine della giornata, ti dice che ti vuol bene".

Tutti hanno espresso la speranza che in futuro le cose vadano meglio. "Qualcosa dovrà essere fatto: la gente se ne sta andando, non si riesce ad attrarre nuovi insegnanti e non ci sono abbastanza uomini nella scuola primaria".

 

Il sondaggio, rileva John Carvel, solleva degli interrogativi seri per il governo. Per quale motivo gli insegnanti sostengono che delle soluzioni più economiche otterrebbero dei risultati maggiori? Per quale motivo sembrano così poco sensibili alla proposta di aumenti? Ritengono forse che il prezzo da pagare sia troppo alto? Il Governo sta facendo veramente qualcosa per ridurre la burocrazia ed alleggerire il carico di lavoro degli insegnanti?