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Gianfranco Simoncini, Assessore all’istruzione, alla formazione ed al lavoro della Regione Toscana risponde ad un’ intervista sui temi dell’ istruzione

A cura di Renza Bertuzzi

 

 “Solo nella Scuola si acquisiscono le competenze fondamentali”

Siamo contrari ad un sistema regionale alternativo all’ istruzione scolastica nel periodo dell’ obbligo. Ci concentreremo sull’ organizzazione del terzo anno, per chi decide di uscire dal percorso scolastico. La Regione Toscana non ha ritenuto di fare ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto legge del Governo perché non vi ha ravvisato una invasione di campo delle prerogative costituzionali. E’ necessario il trasferimento delle risorse finanziarie ed umane alle Regioni per far decollare davvero l’ autonomia scolastica.

 

1) Assessore Simoncini, istruzione obbligatoria impartita per almeno 10 anni. La Regione Toscana, in decisa controtendenza con molte altre Regioni, ha deciso di interpretate l’ innalzamento dell’ obbligo, come obbligo scolastico e non solo di istruzione e quindi di non coinvolgere la Formazione professionale. Vuole spiegare i motivi che hanno portato a queste decisione?


Abbiamo fatto questa scelta in coerenza con il ruolo fondamentale che attribuiamo alla scuola e che si è già concretizzato nei percorsi triennali integrati che in Toscana sono stati sperimentati con il coinvolgimento delle scuole superiori. Siamo infatti convinti che ciascun cittadino debba acquisire nella scuola le competenze fondamentali. Per questo siamo contrari a un sistema regionale alternativo all’istruzione scolastica nel periodo dell’obbligo, cioè fino a sedici anni. Ora ci concentreremo sull’organizzazione del terzo anno, destinato a quegli alunni che decidono di uscire dal percorso scolastico e che oggi sono già un percentuale esigua e, ci auguriamo, destinata ad abbassarsi ancora. Il modello si baserà su uno stretto collegamento con le Province, le agenzie formative e anche tramite convenzioni con le scuole, per realizzare questo ulteriore anno che, dopo il biennio obbligatorio, dovrà avere carattere fortemente professionalizzante e portare al conseguimento di una qualifica professionale.


2) Allora, quali spazi intende ritagliarsi le Regione Toscana in questo processo innovativo ?

 La scelta di far coincidere l’obbligo all’istruzione con l’obbligo scolastico vedrà la Regione impegnata a supportare le attività del biennio delle superiori attrezzando le scuole per affrontare i problemi dei ragazzi, in particolare quelli più in difficoltà, con iniziative di orientamento e sostegno a favore di coloro che manifestano precocemente l’intenzione di non proseguire gli studi. Nell’organizzazione del terzo anno, destinato al conseguimento di una qualifica professionale, si terrà conto anche delle specificità territoriali e alle possibilità di sbocchi occupazionali in determinati settori. Inoltre stiamo pensando anche alla possibilità di utilizzare lo strumento del voucher, un contributo ai singoli studenti, per consentire loro l’accesso anche ai percorsi della formazione tradizionale.


3) Riordino dell’ Istruzione tecnico- professionale : sono previste commissioni speciali per studiare la forma dei nuovi Poli ?

Prima di tutto vogliamo capire quale sarà il testo definitivo della riforma approvato dal Parlamento. Una volta che sarà stato approvato, lavoreremo perché il riordino del sistema di istruzione professionale rappresenti un’occasione di sviluppo per il territorio e un sostegno alle competenze professionali di cui la nostra economia ha bisogno.

4)Istruzione professionale e Formazione professionale : il DDL n. 7 del 31 gennaio 07 delibera di accordarle nei nuovi Poli. Ma il settore dell’ istruzione professionale, dopo la Riforma del Titolo V , appartiene alla legislazione esclusiva delle Regioni. Non vi sarà un conflitto di competenze?

La Toscana non ha ritenuto di fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto legge del governo per due motivi. Il primo è di carattere normativo: da una lettura del decreto non ci sembra infatti di ravvisare una invasione di campo rispetto alle competenze costituzionali affidate alla Regione. I nuovi istituti tecnico-professionali infatti, sono finalizzati al conseguimento di un diploma e rientrano quindi a pieno titolo nell’istruzione, che è di competenza statale. In secondo luogo, condividiamo l’idea di unitarietà dell’istruzione, coerentemente con il giudizio negativo dato a suo tempo contro l’ipotesi di un doppio canale contenuta nella riforma Moratti. Ciò non toglie che le competenze in materia di formazione restino alla Regione che intende continuare ad esercitarle, anche con l’introduzione, come si è detto, del terzo anno dopo l’obbligo. A proposito di competenze, resta forte la pressione della Toscana perché si arrivi in tempi rapidi all’attuazione del nuovo titolo V della Costituzione per quanto riguarda la completa attuazione della programmazione dell’offerta formativa. E’ oggi indispensabile il trasferimento delle risorse, finanziarie ed umane, che solo può consentire anche la gestione, rendendo così effettivo l’esercizio dell’attività di programmazione da parte della Regione e far decollare davvero l’autonomia scolastica.

(15 marzo 2007)

 

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