FORMAZIONE INIZIALE DEI DOCENTI: QUALE ORIENTAMENTO?

 

Il “Programma di progressiva attuazione della legge 30/2000 di riordino dei cicli d’istruzione” non scioglie ancora il nodo cruciale della formazione iniziale dei docenti. Ora, poiché il Senato della Repubblica, nel votare la legge di riordino dei cicli, ha impegnato nel contempo il Governo a rimettere mano alla legge 341/90, la soluzione non potrà essere procrastinata.

Pubblico la parte del documento politico presentato al Consiglio dei Ministri il 3 novembre scorso relativa alla formazione iniziale dei docenti.

 

“ L’esigenza di un ripensamento sulla formazione iniziale nasce da alcune convinzioni:

-          l’idea di una formazione lungo tutto l’arco della vita coinvolge anche la professione docente; la prima formazione diviene, allora, fondamento per un progressivo percorso di ricerca e sviluppo nelle diverse stagioni della vita professionale;

-          i saperi disciplinari e le scienze della formazione devono confluire nella ricerca didattica che rappresenta lo specifico della professione docente; ciò comporta un ripensamento degli attuali percorsi universitari, soprattutto per quanto riguarda le facoltà i cui laureati più frequentemente entrano nella scuola;

-          l’avvio dell’autonomia attribuisce ai docenti di tutti i cicli scolastici decisive responsabilità in ordine alla progettazione curriculare: ciò implica che i percorsi di formazione iniziale siano rafforzati nella dimensione disciplinare ed integrati con le scienze della formazione. L’autonomia della scuola deve interagire con l’autonomia dell’Università, saper costruire vere e proprie forme di partenariato, soprattutto per quanto concerne i laboratori didattici e il tirocinio. Deve inoltre offrire opportunità di dialogo continuo e di integrazione tra le competenze della ricerca e dell’insegnamento universitari e quelle dell’insegnamento e della ricerca nella scuola;

-          la formazione iniziale dovrà venir pensata in un sistema di formazione della professione docente in cui si correlano prima formazione, ingresso in professione e formazione continua. Ciò consentirà di superare radicalmente l’attuale situazione nella quale la formazione in servizio finisce col colmare l’assenza di una solida prima formazione;

-          la formazione iniziale ispirata a principi unitari per tutti i docenti, in coerenza con la visione di sistema introdotta dalla legge 30/2000, dovrà tenere conto delle esigenze di articolazione degli insegnamenti interne ai cicli di istruzione e della possibilità di transitare nei diversi cicli scolastici, previ approfondimenti, sviluppi, riconversioni e rientri in formazione.

 

Per quanto concerne la struttura della formazione iniziale, nel dibattito sono presenti diverse impostazioni che qui si ripropongono:

 

-          una ipotesi prevede una formazione del docente basata su una laurea triennale disciplinare più una laurea specialistica (triennio+biennio) seguita da una specializzazione annuale comprensiva del tirocinio. Sulla funzione e articolazione della laurea specialistica c’è diversità di opinioni: alcuni pensano che vada ancorata ad una logica disciplinare per consolidarne la valenza scientifica, sia pure con integrazioni significative con le scienze della formazione; altri pensano che, attraverso i 60 crediti, sui 120 complessivi, dedicati all’approfondimento delle scienze della formazione, la laurea specialistica potrebbe essere finalizzata esclusivamente alla professione docente;

-          un’altra ipotesi prevede la sequenza laurea triennale disciplinare più corso di specializzazione all’insegnamento per una durata di cinque anni, ipotesi che, fra l’altro, dovrebbe consolidare e migliorare l’esperienza delle scuole di specializzazione (SISS);

-          un’ulteriore ipotesi va nella direzione di una maggiore articolazione delle formazioni, da caratterizzare secondo la scansione dei 3 cicli: per gli insegnanti della scuola dell’infanzia si propone una laurea che utilizzi il percorso formativo specifico della classe XVII delle lauree in educazione e formazione; per gli insegnanti della scuola di base e per quelli della secondaria si potrebbe optare per una laurea specialistica di secondo livello. La sede dei corsi dovrebbe essere la Facoltà di Scienze della Formazione aperta a integrazioni con tutte le facoltà interessate”

 

Come si può vedere, benché non si giunga ad una definizione precisa del percorso formativo iniziale dei docenti, emergono però alcuni elementi che influenzeranno fortemente la decisione finale:

-         nella formazione iniziale viene posta grande enfasi sulla preparazione didattico-pedagogica dei futuri docenti. L’ipotesi di una preparazione universitaria di cinque anni (triennio+biennio specialistico+anno presso la SISS) prevede “integrazioni significative con le scienze della formazione” anche  nel biennio specialistico; l’altra ipotesi (laurea triennale+ biennio presso una SISS) dedica un tempo ancora maggiore alla preparazione didattico-pedagogica;

-         la ricerca didattica viene posta come “lo specifico della professione docente”. Si fa ovviamente riferimento ad una ricerca-azione, ossia riflessione sulle esperienze di insegnamento che deve avere una ricaduta nella pratica educativa. “Il modello è quello americano del professionista riflessivo (Schon), che deriva da una riflessione sulle dinamiche dei dipendenti delle aziende”( Documento della Commissione non ministeriale sui cicli – vedi Professione docente, n° 8 e 9).

-         la formazione iniziale viene ispirata a principi unitari e si aprono le porte ad una flessibilità selvaggia dei docenti, all’interno di tutto il percorso d’istruzione, cioè dai 6 ai 18 anni.

 

Se noi assumiamo che l’enfasi sul “come” trasmettere a danno del “cosa” possa condurre ad una caduta qualitativa della scuola, possiamo ragionevolmente ritenere che un percorso formativo iniziale che privilegi le Scuole di specializzazione   possa rinforzare una tendenza che, pur positiva nelle sue istanze iniziali (necessità di una preparazione pegagogico-didattica degli insegnati), conduce poi – se malamente realizzata- ad esiti negativi.

E’ quello che è successo negli Stati uniti, dove il controllo dei livelli di istruzione è nelle mani di un establishment composto dal consiglio dei docenti delle Schools of education (istituti universitari per la formazione degli insegnanti della scuola primaria e secondaria) che lavora in comune accordo con il National Education Association (il sindacato nazionale e l’organizzazione professionale che rappresenta in Parlamento gli interessi degli insegnanti). Queste schools of education opererebbero, secondo Richard Rorty, solo formalmente in collegamento con l’Università: “Questo establishment è completamente separato dal resto del mondo educativo statunitense. Sebbene le schools of education siano di solito affiliate alle Università, i membri delle altre facoltà universitarie non hanno idea di cosa accada in queste scuole. Sono comunque al corrente delle statistiche che li informano della marcata insufficienza dei risultati SAT (tests che valutano le conoscenze sia in campo linguistico che matematico) degli studenti delle schools of education rispetto a quelli degli studenti delle altre facoltà universitarie... la stragrande maggioranza dei professori universitari nutre un certo disprezzo per le schools of education... (poiché) ritiene che queste scuole insegnino corsi insignificanti sulle teorie educative a studenti cui sarà effettivamente richiesta una conoscenza relativa degli argomenti che insegneranno”.

Di fatto, continua Rorty,  non viene richiesta ai docenti una buona conoscenza delle materie ed essi sono formati “con l’idea di dovere insegnare agli studenti e non insegnare la materia”.

Si tratta del modello student-centred, che informa l’intero progetto di riforma  De Mauro-Berlinguer.  Esso sarebbe, insieme alla decentralizzazione spinta, la causa dello scarso livello di preparazione degli studenti americani che non imparano “quanto i loro coetanei nelle scuole della maggior parte dei paesi europei e asiatici” (R. Rorty, Scritti sull’educazione, La Nuova Italia).

 

a cura di Se.G

8/11/2000