Un angolino per ricordare Elena  da Persico

 

di Maria Grazia Ciaghi

 

Il Centro Studi Gilda si occupa – ben lo sappiamo – di tematiche attuali, relative al mondo della scuola. La scuola di oggi e quella di domani stanno però dentro una storia. Una storia fatta anche di storie a margine, o che tali appaiono, ma che in realtà sono uno dei fili di quel tessuto di civiltà verso il quale non si esaurisce mai  la tensione.

Per questo mi fa piacere ricordare – e chiedo al Centro Studi di ospitare questo mio breve scritto – la figura di Elena da Persico,  a 55 anni dalla sua morte,  per la sua straordinaria presenza sulla scena culturale e sociale del primo novecento.

 

Anche Verona, dopo Milano, ha reso omaggio alla figura di Elena da Persico, contessa veronese nata nel 1869 e morta nel 1948.  Elena da Persico è stata proposta in due momenti distinti: nel primo, in giugno, è stata approfondita la sua formazione spirituale e la sua intensa religiosità (relatrice assai puntuale la teologa Dora Castanetto); nel secondo, che ha avuto luogo in autunno, è stata messa a fuoco la sua  straordinaria presenza sulla scena culturale e sociale dell’Italia del primo novecento, in modo da restituire alle odierne generazioni, alle giovani donne di oggi impegnate in compiti educativi e di promozione della dignità femminile, l’interezza della sua figura: donna nella storia, animata da spirito profetico (così definita dalla storica Valentina Soncini) e nello stesso tempo capace di restare per tutta la vita fedele ad un ideale contemplativo e di dedizione cristiana alla causa degli ultimi e dei più deboli. Sembrano toni d’incenso e di sacrestia, ma sono doverosi parlando di una donna che, dopo essersi posta in evidenza sia per le sue doti familiari e di ceto familiare, sia per le non comuni doti intellettuali, arrivò alla direzione del primo periodico cattolico femminile “Azione Muliebre” che si pubblicò a Milano per diversi decenni. Elena avrebbe facilmente potuto porsi alla testa del nascente movimento femminile cattolico, ma preferì invece spendersi in una continua opera di apostolato laico da un capo all’altro dell’Italia di allora, percorsa da correnti politiche le più estreme e contrapposte, parlando alle donne di tutte le età e di tutte le condizioni sociali, per indicare loro la strada del riscatto e della vera promozione umana nel divenire, in famiglia e nella società, da ragazze o da religiose, operatrici di progresso attraverso la cultura e l’educazione.

Elena si batteva con pari ardore sia contro lo sfruttamento delle sartine milanesi, sia contro la logica dei sussidi governativi a pioggia; era obbediente all’autorità della chiesa, ma volle che l’educazione religiosa uscisse dalla regola e si misurasse con le idee e i problemi del secolo. In piena coerenza con questa sua convinzione, fondò il primo Istituto secolare femminile in tutta Italia tuttora attivo (“Figlie della Regina degli apostoli”). L’importanza della sua opera di scrittrice, giornalista, educatrice e sindacalista ante-litteram, unita alla salda fede cristiana, risalta se si consultano i suoi numerosissimi scritti, tuttora in attesa di sistemazione critica, presso la Fondazione “Elena da Persico” – Villa Elena – Affi (Verona).

Quanto sopra viene posto all’attenzione dei docenti di oggi, come non banale contributo di aggiornamento culturale e di confronto sulle idee e i valori che stanno a fondamento dell’azione educativa, in larga misura affidata oggi alle donne in tutti i gradi dell’istruzione pubblica.