III Parte  Esempi di una nuova organizzazione dei contenuti disciplinari

 

 


III Parte: Esempi di una nuova organizzazione dei contenuti disciplinari

 

 

 

Questa sezione della proposta per una riqualificazione della scuola italiana è articolata in una serie di documenti che presentano le finalità, il portato formativo, l’articolazione di metodo e contenuti di discipline tuttora ritenute portanti nel bagaglio culturale di bambini e adolescenti, anche nel nuovo contesto normativo e sociale.

Prima di indicare alcune delle prospettive innovative che accomunano queste proposte sui programmi di insegnamento, sarà bene precisare ciò che questa parte della proposta non può essere e non vuole essere.

Come ampiamente illustrato nelle sezioni precedenti, questa proposta di riqualificazione della scuola italiana non intende essere e non poteva essere un progetto di legge di riforma alternativo, o un pacchetto alternativo di attuazione dei nuovi ordinamenti sui cicli, non foss’altro per la sproporzione di forze e di risorse di una iniziativa privata rispetto a quella istituzionale. Come proposta essa si presenta come stimolo alla discussione e base di confronto nella società civile e politica. Stante questo suo limite riconosciuto e inevitabile, pena il risultare velleitaria, essa nella sua sezione sui programmi, pur impiegando importanti risorse intellettuali, di diversa formazione ed estrazione, concordi però in una valutazione critica sulle tendenze in atto nella scuola italiana e sulle linee della riforma, non ha inteso, sin qui riportare un dibattito sui saperi fondamentali, che avrebbe richiesto altro tempo e altra ampiezza di forze coinvolte. Questa sezione si propone piuttosto come esemplificativa della possibile attuazione dell’architettura del sistema descritta nella seconda parte della proposta, un’esemplificazione che poi, salvo alcune indicazioni programmatiche in discipline fondamentali in tutto l’arco del processo d’istruzione, come l’italiano o la matematica, si riferisce prevalentemente al secondo ciclo (secondo il quadro normativo tracciato dalla riforma approvata in Parlamento e oggetto qui di discussione critica) e all’area liceale più che alla formazione professionale.

In particolare vengono qui chiariti alcuni punti qualificanti già evidenziati nelle sezioni precedenti. Uno degli intenti fondamentali della proposta è quello di salvaguardare l’impianto disciplinare rispetto alla frammentazione che configura, almeno come suo esito, il modello modulare. Le diverse proposte di programmi, con diverso grado di dettaglio, impostano un tipo di insegnamento che attraverso l’articolazione in livelli o la diversificazione di difficoltà e approfondimenti a seconda dei diversi indirizzi cerca di coniugare la flessibilità dei curricoli con l’organicità delle discipline. Per questo le discipline dell’area umanistico-letteraria mantengono un impianto storico-cronologico pur nella flessibilità delle scelte e optano per il mantenimento degli autori e dei testi al centro dell’insegnamento. A loro volta le discipline dell’area scientifica modificano in modo anche rilevante i loro contenuti e metodi in funzione delle aree e dei livelli in cui vengono insegnate. Il dettaglio dei programmi risulta chiarificante in merito ad uno dei punti qualificanti dell’architettura, quello del superamento della distinzione tra l’area classica e scientifica: le due aree vengono unificate senza rinunciare alla possibilità di un insegnamento al livello più alto delle discipline caratterizzanti i due ambiti.

Il dettaglio dei programmi risulta chiarificante anche rispetto alla possibile obiezione realativa all’esclusione del biennio unico a vantaggio di una diversificazione di indirizzi già all’inizio del ciclo superiore. Il meccanismo della selezione orientativa e della pluralità di livelli garantisce, infatti, contenuti disciplinari qualificanti anche per l’area tecnico-tecnologica, con la possibilità di passaggio da un curricolo all’altro, senza ricadere nella possibile anarchia dello spezzettamento modulare o del localismo nelle scelte curricolari, vera e propria degenerazione dell’autonomia. Del significato della differenziazione dei livelli si è già detto nella parte “Architettura del sistema”. Qui sarà sufficiente anticipare che dei due momenti nei quali i livelli operano come diverso grado di approfondimento delle discipline ed anche di verifica-orientamento per quanto detto risulta molto più sviluppata l’articolazione per il secondo ciclo. Un esempio nel primo ciclo, propedeutico all’inserimento in diverse aree del ciclo superiore, viene dato dal programma di italiano. Le diverse esemplificazioni contenute nei programmi per il secondo ciclo servono a mostrare come potrebbe essere praticata una differenziazione di curricoli nel biennio senza penalizzare né gli orientamenti diretti alla prosecuzione di studi liceali, in particolare dell’area classico-scientifica, né quelli orientati altrimenti. Gli esempi dati per il triennio ugualmente vogliono fornire modelli di differenziazione e al tempo stesso permeabilità di curricoli tuttavia coerenti perché mantenuti entro l’unità disciplinare. Là dove non sono stati dati, lo si è fatto per lo più per la stretta interdipendenza delle discipline in questione con altre discipline (è il caso della fisica), il che evidentemente avrebbe richiesto una precisa definizione di aspetti interdisciplinari ed anche di quadro orario. Per questo motivo, com’è esplicitato anche nel relativo testo, si è rinunciato ad articolare ulteriormente per il ciclo superiore l’ambito delle scienze.

Le discipline qui trattate non intendono esaurire, come detto, il panorama dei cosiddetti saperi fondamentali, la natura esemplificativa esenta di per sé da una trattazione di tutte le discipline ritenute indispensabili nel sistema d’istruzione. La natura di documento di lavoro, di proposta aperta, è visibile nella diversità di approccio e di stile delle proposte di una sezione che è tuttavia coordinata e concorde nelle sue linee essenziali. Si è ritenuto di mantenere questa diversità, espressione della libertà di pensiero e di proposta dei singoli estensori e del carattere di “foglio di lavoro”, cioè di riflessione in itinere, proprio per la natura del documento.

Per le ragioni sopra esposte non è obiettivo di questa fase del lavoro organizzare nei minimi particolari curricoli, vincoli, termini di passaggio da un livello o da un’area all’altra. Piuttosto è importante che ne risulti verificata l’intenzione di fondo, la possibilità di innovare anche entrando nel merito delle discipline l’architettura del sistema. Siamo convinti dell’importanza e dell’urgenza (stante il pericolo di una radicale cesura con gli elementi qualificanti della nostra identità culturale) di conservare la ricchezza e i risultati che il nostro sistema d’istruzione, pur nella sua inadeguatezza rispetto a nuove esigenze della società del lavoro e della comunicazione, ha mantenuto nel tempo.