Dodici anni invece di tredici: è la nuova durata degli studi (dalle elementari alla fine delle secondarie superiori) che, a partire dal prossimo primo settembre, scatterà nellimportante provincia federale dellOntario (nel Quebec si è scesi già da tempo a undici). Una vicenda, fatte le dovute proporzioni, simile alla nostra, che si trascina dal 1997 tra polemiche ed emendamenti, e che finalmente è diventata legge, legge provinciale, vedi statale. Come tutti sanno, dire provincia, nel contesto dellorganizzazione statuale canadese, è come dire regione o ancora meglio Stato in uno Stato federale a sua volta facente parte del Commonwealth britannico.
Listruzione in Canada non è
problema nazionale. Ogni provincia federata (ve ne sono dieci e lOntario è la
seconda per popolazione, poco meno di 12 milioni di abitanti, in un territorio sterminato)
ha il proprio parlamento e i propri ministri, come quello dellistruzione. A Toronto
si riunisce periodicamente un Consiglio dei ministri delleducazione delle province,
ma con soli compiti di coordinamento e reciproca informazione. Che succede dunque
nellOntario? Sono stati meno fumosi che da noi, dove non si sa ancora se si accorcia
lelementare, se si allunga o scompare la media, se il biennio di fine obbligo farà
parte del ciclo primario o di quello secondario (non bastano infatti le etichette che ci
sono già e lo attribuiscono al secondario; ciò che dà identità a un corso di studi
sono il fine e i contenuti). In Ontario non cè niente nellombra: è stato
abolito lultimo anno della secondaria superiore.
Ma al ministro locale dellistruzione, la
signora Janet Ecker, non è sfuggito il fatto che i contenuti di quello che era il 13°
anno non si possono buttare nel cestino. Essi dovranno essere assorbiti dagli anni che lo
precedono. Ed ecco la sua equazione. La riforma,
certo, comporta maggiore e più serrato lavoro per gli studenti e per gli insegnanti. Ma
se si diminuisce il numero di allievi per classe, non è maggiore il tempo che resta a
disposizione in ogni classe "snella"? Infatti, occorre meno tempo per
interrogare, meno tempo per correggere compiti, e in una classe con meno alunni si ha più
tempo per curare i singoli allievi, riducendo così il numero di coloro che restano
indietro e che avrebbero rallentato i ritmi dinsegnamento. Bene, ma come si
ottiene tutto questo? Aumentando notevolmente il numero dei docenti per sdoppiare le
classi, cosa che il ministro Ecker ha fatto contestualmente alla riforma. Questo è
ragionare.
Il 2 giugno il ministro
dellOntario ha pubblicato il curriculum ufficiale degli ultimi due anni della
secondaria superiore (il nostro ministro non dà segni di vita sui programmi: e gli
restano poche settimane, legge alla mano).
Il curriculum dellOntario mette
laccento sullo studio del francese, lingua madre per la maggioranza degli studenti,
nonché sulle scienze e sulla matematica, sulla storia e sulla vita politica del Canada.
Rinforzati anche gli studi tecnologici, allinterno dei quali i giovani possono
optare per i corsi di tipo commerciale con riferimento alle problematiche della cosiddetta
nuova economia. Il ministro Ecker ha tenuto a precisare che i nuovi programmi sono stati
concepiti da insegnanti di lunga carriera in stretta collaborazione con le università,
con i rappresentanti del mondo degli affari e dei datori di lavoro. La riforma è accompagnata da una dote di 270
milioni di dollari canadesi, pari a circa 370 miliardi di lire, per gli imprevisti
educativi e organizzativi.
In Canada (in tutte le province) si entra a scuola a sei anni. Lobbligo scolastico arriva ai 16 anni, praticamente alle soglie della conclusione degli studi secondari.
Aria di riforma, comunque, aleggia in
tutto il Canada. Il problema più dibattuto è quello della valutazione. Ma in Quebec (la
provincia più popolata), il ministro locale delleducazione, Francois Legault, deve
vedersela anche con lo spinoso problema dellinsegnamento della religione, nato nel
1997, un problema che in uno stato radicalmente laico come il Canada, non si era mai posto
prima e che anzi, ancora nello stesso anno, aveva fatto pendere lago della bilancia
verso una prevedibile totale laicizzazione del sistema scolastico.
Ora le cose sono cambiate e i
giornali dicono per larrendevolezza di Legault, accusato di temere
le lobbies confessionali che, nella sostanziale indifferenza, o almeno nella
minore virulenza dei laicisti, hanno ottenuto quello che da noi sarebbe considerato (e fu
considerato, quando qualcuno lo propose) un provvedimento elusivo: linsegnamento di
éthique et religion nelle scuole secondarie (opzionale nel primo ciclo
primi due anni e obbligatorio nel secondo ultimi due anni), cosa che ha
visto daccordo le famiglie cattoliche e quelle protestanti.
Nelle scuole primarie esiste già
linsegnamento della religione (in maggioranza insegnamento cattolico), ma già
cè chi pone il problema di una sua riforma. In quale direzione non si sa. Anche
qui, del resto, chi non vuole linsegnamento della religione segue ore alternative di
una non ben identificata morale.
a cura di s.g.