Le corrispondenze della riforma
di Bruno Telleschi |
Nei programmi scolastici si combinano due parti, l’una culturale con i contenuti disciplinari e l’altra didattica con le istruzioni per l’uso. Nei programmi della scuola media unica la parte didattica compare in forma di breve premessa: “Non vengono fornite più particolari istruzioni metodologiche, perché lo Stato non ha una propria metodologia educativa, o non ne altra che quella di favorire la responsabile libertà degli insegnanti nell’inventiva didattica, effettivamente rivolta a raggiungere le mete dell’educazione di base” (dm 24.4.1963). Ma nei nuovi programmi la parte didattica diventa preponderante ed impone agli insegnanti anche le metodologie dell’apprendimento necessarie per l’educazione degli alunni: “Ai programmi di tutte le discipline debbono riferirsi il consiglio di classe e i singoli docenti per impostare concretamente, e in relazione alla situazione della classe e dei singoli alunni, i piani didattici, secondo il criterio della programmazione curriculare” (dm 9.2.1979). Infine con la riforma Moratti il metodo prevarica completamente sui contenuti disciplinari. Alla fine di un processo storico che ha portato alla progressiva riduzione della libertà degli insegnanti la riforma Moratti favorisce il primato della pedagogia sulla cultura e giustifica la didattica con la presunzione ideologica di richiamare gli obiettivi generali del processo formativo: “E dentro, o dietro, le educazioni che scandiscono l’educazione alla Convivenza civile vanno sempre riconosciute le discipline, così come attraverso le discipline non si fa altro che promuovere l’educazione alla Convivenza civile e, attraverso questa, nient’altro che l’unica educazione integrale di ciascuno a cui tutta l’attività scolastica è indirizzata” (dlgs 19.2.2004 n.59 allegato C). La moltiplicazione delle indicazioni didattiche (obiettivi generali specifici e formativi, unità di apprendimento, piani di studio personalizzati, il catalogo delle conoscenze e delle abilità, l’articolazione della convivenza civile) ripropone alla scuola compiti educativi che non le appartengono e non può risolvere. Nella colonna di sinistra si leggono i nuovi programmi della scuola media unica (1979), a destra le corrispondenze che sopravvivono nella riforma Moratti declinate nelle suggestioni dell’esistenzialismo cattolico: l’educazione come cura di sé e progetto di vita. |
Lo sviluppo della personalità
Scuola della formazione dell’uomo e del cittadino. La scuola media è formativa in quanto si preoccupa di offrire occasioni di sviluppo della personalità in tutte le direzioni (etiche, religiose, sociali, intellettive, affettive, operative, creative, ecc.). |
Scuola dell’educazione integrale della persona. La Scuola Secondaria di 1° grado… rinnova il proposito di promuovere processi formativi in quanto si preoccupa di adoperare il sapere (le conoscenze) e il fare (abilità)… come occasioni per sviluppare armonicamente la personalità degli allievi in tutte le direzioni (etiche, religiose, sociali, intellettuali, affettive, operative, creative ecc.) e per consentire loro di agire in maniera matura e responsabile. |
Il primato della prassi
Scuola che colloca nel Mondo. La scuola media aiuta pertanto l’alunno ad acquisire progressivamente una immagine sempre più chiara ed approfondita della realtà sociale, a riconoscere le attività con cui l’uomo provvede alla propria sopravvivenza e trasforma le proprie condizioni di vita, a comprendere il rapporto che intercorre fra le vicende storiche ed economiche, le strutture, le aggregazioni sociali e la vita e le decisioni del singolo. |
Scuola che colloca nel mondo. La Scuola Secondaria di 1° grado aiuta lo studente ad acquisire una immagine sempre più chiara ed approfondita della realtà sociale, a riconoscere le attività tecniche con cui l’uomo provvede alla propria sopravvivenza e trasforma le proprie condizioni di vita, a comprendere il rapporto che intercorre fra le vicende storiche ed economiche, le strutture istituzionali e politiche, le aggregazioni sociali e la vita e le decisioni del singolo. |
La conquista dell’identità
Scuola orientativa. La scuola media è orientativa in quanto favorisce l’iniziativa del soggetto per il proprio sviluppo e lo pone in condizione di conquistare la propria identità di fronte al contesto sociale tramite un processo formativo continuo cui debbono concorrere unitariamente le varie strutture scolastiche e i vari aspetti dell’educazione. |
Scuola orientativa. La Scuola Secondaria di 1° grado mira all’orientamento di ciascuno, favorisce l’iniziativa del soggetto per il suo sviluppo fisico, psichico e intellettuale, lo mette nelle condizioni di definire e conquistare la propria identità di fronte agli altri e di rivendicare un proprio ruolo nella realtà sociale, culturale e professionale. È un processo formativo continuo cui debbono concorrere unitariamente anche le varie strutture non formali e informali del territorio, nonché il grado di scuola successivo. |
L’uguaglianza sociale e culturale
Interventi di integrazione e di sostegno. Particolare attenzione dovrà essere prestata dal collegio dei docenti e dal consiglio d’istituto alla rilevazione delle esigenze manifestate dalla comunità sociale entro la quale la scuola sviluppa la sua azione, assumendo anche i problemi proposti da particolari situazioni di emarginazione culturale o sociale e promuovendo interventi capaci di rimuoverle nel quadro dell’educazione permanente programmata dal distretto scolastico. |
Scuola della prevenzione dei disagi e del recupero degli svantaggi. Per gli alunni che hanno un retroterra sociale e culturale svantaggiato, comunque, la Scuola Secondaria di 1° grado programma i propri interventi mirando a rimuovere gli effetti negativi dei condizionamenti sociali, in maniera tale da superare le situazioni di svantaggio culturale e da favorire il massimo sviluppo di ciascuno e di tutti. |
Il bene comune
La socializzazione. Non minore importanza, rispetto all’educazione al conoscere, riveste l’educazione al vivere insieme, all’operare in spirito di solidarietà con gli altri nella costruzione del bene comune. |
Scuola della relazione educativa. La relazione educativa, pur nella naturale asimmetria dei ruoli e delle funzioni tra docente ed allievo, implica, infatti, l’accettazione incondizionata l’uno dell’altro, così come si è, per chi si è, al di là di ciò che si possiede o del ruolo che si svolge. Nella relazione educativa ci si prende cura l’uno dell’altro come persone: l’altro ci sta a cuore, e si sente che il suo bene è, in fondo, anche la realizzazione del nostro. |