FORMAZIONE PROFESSIONALE: GHETTO O RISORSA?
LE RELAZIONI
Relazione di Renza Bertuzzi
Responsabile di redazione “Professione Docente”
(abstract)
La relazione di Renza Bertuzzi ha analizzato a fondo la riforma del titolo V della Costituzione, avvenuta con la legge costituzionale 3/2001, e ha voluto tracciare un possibile scenario futuro per la scuola. Bertuzzi ha più volte messo in rilievo la quantità dei problemi aperti dalle modifiche costituzionali. Primo fra tutti il problema del futuro dei docenti, sul quale gravano pesanti interrogativi.
(per il testo che ha costituito la traccia della relazione si rimanda all’art. “Riforma Costituzione e Istruzione” pubblicato nel Sito)
Relazione di Serafina Gnech
Coordinatrice Centro Studi Gilda
(abstract)
L’intervento di Serafina Gnech ha inteso fare una breve carrellata sugli sviluppi della formazione professionale in Italia a partire dal 1972, data in cui essa è stata trasferita dal Ministero del lavoro alle regioni. Esso ha anche toccato i punti salienti del disegno di legge delega Moratti licenziato dalla camera. “ Il processo che assiste alla progressiva trasformazione della FP, dopo decenni piatti (1972: passaggio della FP alle regioni; 1978: legge quadro; 1997: legge ’59 Bassanini) esplode in Italia in modo deciso con la “legge Treu” del 1997 che fissa ”norme in materia di promozione dell’occupazione”, avvia nuove modalità organizzative per la FP e soprattutto crea il nuovo sistema integrato istruzione-formazione. Il processo riceve nuovo impulso nel 1999 con la legge 144 che, agli art. 68 e 69, istituisce l’obbligo formativo fino ai 18 anni di età e la formazione tecnica superiore. Il problema della PF non viene affrontato nella legge 30/2000 e due anni devono passare prima che la formazione professionale appaia nella legislazione a fianco dell’istruzione. In questo arco di tempo viene approvata la legge costituzionale che, nel mentre stabilisce che la formazione è legislazione esclusiva delle regioni, chiama in campo lo Stato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Nello stesso arco di tempo la formazione professionale raggiunge il suo acme, grazie alle risorse del fondo sociale europeo che finanzia con i fondi strutturali europei il 70% delle iniziative. Il concetto di formazione si è nel frattempo evoluto: mentre nella legge quadro del 1978 la FP era vista unicamente come uno strumento della politica attiva del lavoro, successivamente si è rafforzata l’idea del suo valore educativo. Questa concezione viene assunta nella legge Moratti, che avvia il secondo canale formativo. Ed è questa la vera discriminante fra la legge Berlinguer-De Mauro e la legge Moratti. Da un lato si assume la categoria concettuale dell’omogeneità (biennio superiore unico per tutti e scuola superiore ridotta ad un triennio), dall’altro quella delle diversità. I problemi posti dalla legge Moratti, le ombre che essa proietta sulla scuola non mancano, ma la Gilda non può non riconoscere in questa scelta – la scelta, appunto, di dare dignità alla FP, un elemento di positività, che riprende una delle istanze storiche dell’Associazione.
Relazione di Sandro Del Giudice
Direzione provinciale di Treviso, Gilda-Form Treviso
(abstract)
Il contributo di Sandro Del Giudice, di natura prevalentemente statistica, ha avuto come oggetto le dimensioni attuali della formazione professionale nel Veneto, con particolare riguardo alle attività formative costituenti la cosiddetta 2° gamba del sistema scolastico. L’indagine ha inteso isolare, all’interno della vasta galassia della formazione professionale esistente in regione, la componente che intercetta studenti coetanei di quelli frequentanti la scuola superiore, cioè soprattutto la FP iniziale. I dati riportati nella ricerca, di non sempre agevole reperimento e comparabilità, si riferiscono agli anni scolastici e formativi più recenti e riguardano principalmente corsi attivati, allievi iscritti, tipologia di ente gestore e di finanziamento. Per inquadrare adeguatamente caratteristiche e dimensioni della offerta formativa della FP regionale, vengono dapprima confrontati gli indicatori di scolarizzazione in Italia e nel Veneto relativi alle fasce di età 14-18 anni, distinguendo la frequenza della scuola superiore e, in alternativa, dei corsi di FP. L’indagine viene quindi precisata disaggregando i dati sia degli allievi dei diversi indirizzi di scuola superiore, con l’obiettivo di indicare e pesare la quota degli istituti professionali di Stato, che degli utenti dei corsi FP, per evidenziare la componente dei giovani che si rivolgono alla FP iniziale. Successivamente, all’interno di questa, viene opportunamente separato il dato relativo agli utenti della cosiddetta formazione “al lavoro”, rilevante in quanto alternativa – in regime di obbligo formativo – alla frequenza della scuola superiore, da quello relativo alla FP per giovani apprendisti o FP”sul Lavoro”. Il complesso dei dati considerati, oltre a consentire una prima ricognizione della situazione della FP nel Veneto, suggerisce – almeno come ipotesi che necessita di ulteriori verifiche – di riconsiderare/rivalutare il peso degli Istituti professionali di Stato, fino ad abbandonare la metafora della struttura duale del sistema formativo per sostituirla con un modello “a tre gambe”( S.D.G.).
Relazione di Paolo Bertezzolo
D. S. Liceo Scientifico “G. Galilei”, Presidente provinciale ANP Verona
(abstract)
La relazione di Paalo Bertezzolo ha messo in rilievo la necessità di coniugare scuola per tutti con scuola di qualità ed ha sottolineato che l’attuazione di una vera autonomia scolastica è essenziale per raggiungere questi obiettivi.
“Il principale problema che vive in questo momento la scuola è l’attuazione dell’autonomia scolastica. Manca ancora l’autonomia didattica, minacciata dalla legge della cosiddetta devolution (in essa l’autonomia delle unità scolastiche viene negata da un nuovo centralismo regionale) e dalla riforma Moratti. Per quanto riguarda la formazione professionale, occorre tenere conto sia della necessità di eliminare il fenomeno della dispersione scolastica, sia di non “dequalificare” l’istruzione.
Da questo punto di vista il cosiddetto doppio canale non va osteggiato per principio: in sé il fatto di permettere una seria formazione professionale (non disgiunta da una formazione culturale generale) è da considerarsi positivo. E’ tuttavia essenziale che formazione professionale e formazione generale (i due canali) non siano separati fra loro: per permettere il passaggio dall’uno all’altro, combattere efficacemente la dispersione scolastica, garantire il diritto allo studio e l’obbligo formativo a 18 anni, e per mantenere alta la qualità formativa in entrambi. Esempi di efficaci collegamenti fra essi ci sono già: vanno valorizzati e potenziati. C’è poi il problema della regionalizzazione dell’istruzione professionale. Credo vada inserita nel più ampio trasferimento delle competenze scolastiche generali alle regioni (federalismo); ma, come detto all’inizio, da realizzarsi solo con l’esaltazione dell’autonomia scolastica, che è una vera e propria autonomia “locale”, parte essenziale di un corretto federalismo che non riproponga nuove forme di centralismo e gestione verticistico-burocratica della scuola stessa” (P.B.).
Relazione di Fabio Forti
Direttore CFP provinciali di Verona
(abstract)
Il panorama che Fabio Forti ha presentato ai presenti ha messo in luce il ruolo significativo che riveste la formazione professionale nella provincia di Vicenza ed in particolare nella zona di Zevio, dove sono stati avviati dei corsi propedeutici per l’assolvimento dell’obbligo scolastico in convenzione con l’ITIS “Ferraris”.
“La formazione professionale, sia pubblica che privata, può e deve rappresentare un arricchimento personale per tutti coloro che la frequentano, sia che si tratti di obbligo formativo, formazione continua o formazione superiore. Acquisire competenze manuali e tecnologiche è utilissimo per entrare nel mondo del lavoro con un’autotutela di rispetto: la formazione professionale deve formare persone in grado di essere cittadini capaci di farsi strada nella società con professionalità e tenacia. La FP deve essere finanziata adeguatamente e merita tutta la massima considerazione” (F.F).
a cura di Se. G.