Questa sezione della proposta per una riqualificazione
della scuola italiana è articolata in una serie di documenti che presentano le
finalità, il portato formativo, l’articolazione di metodo e contenuti di
discipline tuttora ritenute portanti nel bagaglio culturale di bambini e
adolescenti, anche nel nuovo contesto normativo e sociale.
Prima di indicare alcune delle
prospettive innovative che accomunano queste proposte sui programmi di
insegnamento, sarà bene precisare ciò che questa parte della proposta non può
essere e non vuole essere.
Come ampiamente illustrato
nelle sezioni precedenti, questa proposta di riqualificazione della scuola
italiana non intende essere e non poteva essere un progetto di legge di riforma
alternativo, o un pacchetto alternativo di attuazione dei nuovi ordinamenti sui
cicli, non foss’altro per la sproporzione di forze e di risorse di una
iniziativa privata rispetto a quella istituzionale. Come proposta essa si
presenta come stimolo alla discussione e base di confronto nella società civile
e politica. Stante questo suo limite riconosciuto e inevitabile, pena il
risultare velleitaria, essa nella sua sezione sui programmi, pur impiegando
importanti risorse intellettuali, di diversa formazione ed estrazione, concordi
però in una valutazione critica sulle tendenze in atto nella scuola italiana e
sulle linee della riforma, non ha inteso, sin qui riportare un dibattito sui
saperi fondamentali, che avrebbe richiesto altro tempo e altra ampiezza di
forze coinvolte. Questa sezione si propone piuttosto come esemplificativa della
possibile attuazione dell’architettura del sistema descritta nella seconda
parte della proposta, un’esemplificazione che poi, salvo alcune indicazioni
programmatiche in discipline fondamentali in tutto l’arco del processo
d’istruzione, come l’italiano o la matematica, si riferisce prevalentemente al
secondo ciclo (secondo il quadro normativo tracciato dalla riforma approvata in
Parlamento e oggetto qui di discussione critica) e all’area liceale più che
alla formazione professionale.
In particolare vengono qui
chiariti alcuni punti qualificanti già evidenziati nelle sezioni precedenti.
Uno degli intenti fondamentali della proposta è quello di salvaguardare
l’impianto disciplinare rispetto alla frammentazione che configura, almeno come
suo esito, il modello modulare. Le diverse proposte di programmi, con diverso
grado di dettaglio, impostano un tipo di insegnamento che attraverso
l’articolazione in livelli o la diversificazione di difficoltà e approfondimenti
a seconda dei diversi indirizzi cerca di coniugare la flessibilità dei
curricoli con l’organicità delle discipline. Per questo le discipline dell’area
umanistico-letteraria mantengono un impianto storico-cronologico pur nella
flessibilità delle scelte e optano per il mantenimento degli autori e dei testi
al centro dell’insegnamento. A loro volta le discipline dell’area scientifica
modificano in modo anche rilevante i loro contenuti e metodi in funzione delle
aree e dei livelli in cui vengono insegnate. Il dettaglio dei programmi risulta
chiarificante in merito ad uno dei punti qualificanti dell’architettura, quello
del superamento della distinzione tra l’area classica e scientifica: le due
aree vengono unificate senza rinunciare alla possibilità di un insegnamento al
livello più alto delle discipline caratterizzanti i due ambiti.
Il dettaglio dei programmi
risulta chiarificante anche rispetto alla possibile obiezione realativa
all’esclusione del biennio unico a vantaggio di una diversificazione di
indirizzi già all’inizio del ciclo superiore. Il meccanismo della selezione
orientativa e della pluralità di livelli garantisce, infatti, contenuti
disciplinari qualificanti anche per l’area tecnico-tecnologica, con la possibilità
di passaggio da un curricolo all’altro, senza ricadere nella possibile anarchia
dello spezzettamento modulare o del localismo nelle scelte curricolari, vera e
propria degenerazione dell’autonomia. Del significato della differenziazione
dei livelli si è già detto nella parte “Architettura del sistema”. Qui sarà
sufficiente anticipare che dei due momenti nei quali i livelli operano come
diverso grado di approfondimento delle discipline ed anche di
verifica-orientamento per quanto detto risulta molto più sviluppata
l’articolazione per il secondo ciclo. Un esempio nel primo ciclo, propedeutico
all’inserimento in diverse aree del ciclo superiore, viene dato dal programma
di italiano. Le diverse esemplificazioni contenute nei programmi per il secondo
ciclo servono a mostrare come potrebbe essere praticata una differenziazione di
curricoli nel biennio senza penalizzare né gli orientamenti diretti alla
prosecuzione di studi liceali, in particolare dell’area classico-scientifica,
né quelli orientati altrimenti. Gli esempi dati per il triennio ugualmente
vogliono fornire modelli di differenziazione e al tempo stesso permeabilità di
curricoli tuttavia coerenti perché mantenuti entro l’unità disciplinare. Là
dove non sono stati dati, lo si è fatto per lo più per la stretta interdipendenza
delle discipline in questione con altre discipline (è il caso della fisica), il
che evidentemente avrebbe richiesto una precisa definizione di aspetti
interdisciplinari ed anche di quadro orario. Per questo motivo, com’è esplicitato
anche nel relativo testo, si è rinunciato ad articolare ulteriormente per il
ciclo superiore l’ambito delle scienze.
Le discipline qui trattate non intendono esaurire, come
detto, il panorama dei cosiddetti saperi fondamentali, la natura
esemplificativa esenta di per sé da una trattazione di tutte le discipline
ritenute indispensabili nel sistema d’istruzione. La natura di documento di
lavoro, di proposta aperta, è visibile nella diversità di approccio e di stile
delle proposte di una sezione che è tuttavia coordinata e concorde nelle sue
linee essenziali. Si è ritenuto di mantenere questa diversità, espressione
della libertà di pensiero e di proposta dei singoli estensori e del carattere
di “foglio di lavoro”, cioè di riflessione in itinere, proprio per la natura
del documento.
Per le ragioni sopra esposte non è obiettivo di questa fase
del lavoro organizzare nei minimi particolari curricoli, vincoli, termini di
passaggio da un livello o da un’area all’altra. Piuttosto è importante che ne
risulti verificata l’intenzione di fondo, la possibilità di innovare anche
entrando nel merito delle discipline l’architettura del sistema. Siamo convinti dell’importanza e dell’urgenza
(stante il pericolo di una radicale cesura con gli elementi qualificanti della
nostra identità culturale) di conservare la ricchezza e i risultati che il
nostro sistema d’istruzione, pur nella sua inadeguatezza rispetto a nuove
esigenze della società del lavoro e della comunicazione, ha mantenuto nel tempo.