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Numero 1 - Gennaio 2012
Numero 1 Gennaio 2012

La febbre delle biblioteche

Nel numero scorso di questo giornale, Piero Morpurgo dava notizia dei tagli in Inghilterra nelle biblioteche inglesi, avanzando l'ipotesi che dietro i tagli ci sia una politica di riduzione degli accessi alla cultura libraria e quindi al sapere critico. Aveva ragione, tanto che questa tesi è stata condivisa anche dall'Alta Corte di Londra che ha dichiarato illegittimi quei tagli.


20 Dicembre 2011 | di Piero Morpurgo

La febbre delle biblioteche Con una sentenza dell'Alta Corte di Londra (1) sono stati dichiarati illegali i tagli alle Biblioteche Pubbliche effettuati dai consigli del Gloucestershire e del Somerset. Solo nel febbraio del 2011 era stata disposta la chiusura di quasi un terzo delle biblioteche.
I primi ricorrenti che si sono costituiti in giudizio sono stati due lettori: la signora Green abitante di una delle zone più povere del Gloucestershire e il Signor Rowe un disoccupato che si serve della biblioteca per assistere il figlio e per cercare di trovare un impiego; inoltre la chiusura danneggiava la Signora Hird che, in quanto disabile, aveva necessità di utilizzare gli audiolibri.

I giudici hanno ravvisato la violazione del Public Libraries and Museums Act del 1964 (2) giacchè le biblioteche sono tenute ad offrire un servizio efficiente sia agli studenti sia debbono promuovere la lettura tra i bambini e tra gli adulti. Questi interessi sono tutelati dal Segretario di Stato che controlla gli atti dei governi locali. La legislazione prevederebbe che il servizio bibliotecario sia ''completo'' ed ''efficiente'' (comprehensive - efficient) e il Tribunale -citando l'Oxford English Dictionary- ha rilevato che i tagli non garantiscono l'ampia offerta di libri che deve corrispondere alla definizione. Inoltre la norma prevede che un cittadino abbia diritto a una biblioteca che non sia distante più di un miglio dalla propria abitazione. Inoltre debbono essere sempre garantiti i diritti dei lettori disabili nonchè dei bambini come dei disoccupati soprattutto nelle aree più povere del Regno Unito.

Di particolare rilievo è il richiamo al punto 49 dell'Equality Act del 2010 (3) che impone alle autorità pubbliche di non adottare disposizioni che possano discriminare: i disabili, i meno abbienti e quanti sono alla ricerca di conoscenza. Inoltre è stata considerata la caratteristica per cui ogni biblioteca, attraverso le risorse del web e con i suoi personal computer, costituisce una comunità di apprendimento e di socializzazione che rafforza il senso di cittadinanza.
Sulla base dell' English Indices of Deprivation (4) emerge anche che costituisce fonte di indigenza la riduzione agli accessi alle possibilità di formazione.
Con tutti questi dati i provvedimenti di riduzione del servizio bibliotecario e di chiusura delle biblioteche non solo sono illegittimi ma si possono caratterizzare come esempio di cattiva amministrazione (5). Sul problema ora lavora la Equality Human Rights Commission affinchè non si ripetano lesioni dei diritti umani dei cittadini britannici (6).
Su questi temi l'UNESCO è stato chiaro e nitido nel ‘Manifesto per le biblioteche pubbliche': ''La biblioteca pubblica, via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una condizione essenziale per l'apprendimento permanente, l'indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell'individuo e dei gruppi sociali'' (7).

___________________
(1) Testo dispositivo
(2) http://www.legislation.gov.uk/ukpga/1964/75
(3) http://www.legislation.gov.uk/ukpga/2010/15/contents
(4) http://www.communities.gov.uk/documents/statistics/pdf/1871208.pdf
(5) http://www.voicesforthelibrary.org.uk/wordpress/?tag=equalities-act
(6) http://www.equalityhumanrights....
(7) http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/unesco.htm


ALLEGATI


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Numero 1 - Gennaio 2012
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO

Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI

Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Francesco Lovascio, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Gina Spadaccino.

Hanno collaborato a questo numero:
Stefano Avanzini, Giovanni Cadoni, Tommaso De Grandis, Teresa del Prete, Michela Gallina, Raffaele Salomone Megna, Michele Paduano, Antonietta Toraldo.