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Numero 5 - Maggio 2012
Numero 5 Maggio 2012

Lo sciopero dei compiti nel chiacchiericcio generale

C'è un insistente chiacchiericcio sulla cultura digitale delle giovani generazioni e c'è il dilagare di una fuorviante visione dei processi di apprendimento che dovrebbero solo dipendere dalle nuove tecnologie sicchè il web permetterebbe di abolire sia i compiti a casa sia lo studio dei libri


25 Aprile 2012 | di Piero Morpurgo

Lo sciopero dei compiti nel chiacchiericcio generale C'è un insistente chiacchiericcio sulla cultura digitale delle giovani generazioni e c'è il dilagare di una fuorviante visione dei processi di apprendimento che dovrebbero solo dipendere dalle nuove tecnologie sicchè il web permetterebbe di abolire sia i compiti a casa sia lo studio dei libri. Basterebbe soffermarsi a leggere la rivista eSchoolNews che presenta le dieci abilità [1] che sono necessarie a uno studente del mondo digitale e notare che queste sono: 1) leggere, 2) scrivere, 3) utilizzare bene la tastiera, 4) capacità di esprimersi, 5) saper porre domande, 6) cercare e utilizzare informazioni attendibili, 7) credibilità e responsabilità, 8) studiare con metodo, 9) pensare criticamente, 10) imparare con gioia. Quali di queste abilità si potrà apprendere solo a scuola? In che modo si sarà in grado di acquisire concentrazione nella lettura senza dedicarsi a un libro? Come sarà possibile maturare un metodo critico di giudizio senza praticare un esercizio individuale? Eppure le associazioni dei genitori degli studenti francesi hanno dichiarato lo ''sciopero dei compiti'' [2]. Lo studio a casa viene ritenuto un'aberrazione pedagogica e un incubo per le famiglie [3]. I compiti quindi sarebbero fonti di iniquità sociale e penalizzerebbero le classi più povere anche se il lavoro a casa può essere fonte di un legame tra scuola e famiglia [4]. Si tratta di un problema antico che vide l'ironia di Edmondo De Amicis su ''la famiglia invasa dalla scuola, dominata, soffocata, dal ministero dell'istruzione pubblica, convertita in un istituto scientifico letterario [5]'' ove la sera i ragazzi si dedicano in gran confusione a ogni sorta di discipline. In Francia la questione si trascina dal 1956 quando non furono aboliti i compiti ma si stabilì che questi non dovevano essere scritti [6] e il provvedimento fu reiterato sia nel 1964 [7] sia nel 1994 [8]. In realtà tutto dipende da quel che si chiede e da come lo si organizza notava Monica Lèvy nei ''Cahiers Pedagogiques'' [9] . Si noti che -dal 2007- nella scuola primaria francese l'orario scolastico [10] è articolato su 4 giornate (lunedì, martedì, giovedì e venerdì) [11] per complessive 24 ore di insegnamento provvedimento questo fortemente contestato dai genitori [12] tanto che in Svizzera è stato abolito da un referendum plebiscitario [13]. In Italia è vigente la C.M.177 del 1969 che prescrive ''in linea di massima'' di non assegnare compiti e di non effettuare interrogazioni nel giorno successivo alle festività, norma ampiamente disattesa [14]. Tutta la questione si inserisce in quella dei ritmi di apprendimento e del tempo scuola ed è di vasta portata tanto da essere stata oggetto di molte inchieste. C'è uno studio della California State University [15] che evidenzia come il successo degli studenti aumenti se questi lavorano a casa e questo vantaggio riguarda tutti i tipi di studente purchè sia spiegato loro l'obiettivo del lavoro e la quantità dell'impegno richiesto sia tale da non scoraggiare gli allievi. Dal suo canto il Center for Public Education [16], espressione della rete dei dirigenti delle scuole degli U.S.A. [17], presenta una rassegna delle ricerche sulla problematica: Paschal, Weinstein, e Walberg (1984) riportano che il lavoro a casa è particolarmente importante soprattutto per gli adolescenti; Townsend (1995) ha riscontrato un significativo aumento del vocabolario utilizzato e delle capacità linguistiche mentre Swank (1999) non ha trovato -per matematica- significative differenze tra chi fa i compiti e chi non li fa. Ancora una volta si sottolinea che deve essere sempre reso ben chiaro qual è lo scopo dei compiti: rinforzo del lavoro svolto in classe, applicazione delle conoscenze apprese, avvio di un nuovo lavoro da svolgere in aula. Della stessa opinione è anche Harrison Cooper della Duke University [18] che vede i compiti come un lavoro che deve rispondere a obiettivi particolari. Anche il National Council of Teacher of Mathematics esaminato una serie di studi sul tema [19] ed è emerso che chi si applica ai compiti ha migliori conoscenze linguistiche e storiche. Gli studi confrontati evidenziano che il tempo richiesto per lo svolgimento del lavoro a casa non dovrebbe richiedere più di 90 minuti al giorno. Un'analisi dei paesi dell'OCSE svolta dalla Norwegian University [20] rileva un'utilità complessiva dei compiti a casa (seppur modesta); in particolare si riscontra un forte divario tra gli allievi che hanno una famiglia con solide basi culturali e che posseggono libri e coloro i quali sono privi di dotazioni librarie e in quest'ultimo caso i compiti vengono avvertiti come una condanna. La conclusione dell'Universidad Pedagogica Nacional Mexico [21] è in sintonia con gli studi precedenti e raccomanda che i compiti siano l'occasione per migliorare la concentrazione dello studente, l'applicazione delle conoscenze possibilmente in ambienti intellettuali stimolanti con buone dotazioni librarie e con tempi e mezzi accettabili. E allora, se questi sono i dati, non si capisce l'entusiasmo del ministro Profumo [22] che vorrebbe sostituire i compiti con ''stimoli'' non meglio definiti provenienti dalla rivoluzione digitale. In realtà affidare lo studente al web senza offrirgli una metodologia applicativa e senza aver formato le capacità di concentrazione date dalla lettura e dalla rielaborazione critica è come mettere un analfabeta nel deposito di una biblioteca nazionale.
L'entusiasmo per le LIM, le TIC, per le lezioni con l' iPad avvolge in una nuvola di illusioni la realtà dei problemi che sono dati non tanto dal ''digital divide'' bensì dal divario culturale [23]: la grande quantità di informazioni che sono disponibili può abbagliare se non è accompagnata dalla costruzione di un metodo di studio fatto proprio attraverso i compiti a casa incentrati sulla concentrazione individuale e occorre rammentare quanto affermava Antonio Gramsci: ''Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza. ... Occorrerà resistere alla tendenza di render facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato''.

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[1] http://www.eschoolnews.com/2011/08/11/ten-skills-every-student-should-learn/6/
[2] http://www.lemonde.fr/education/article/2012/03/26/ce-soir-pas-de-devoirs-une-nouvelle-campagne-un-vieux-debat_1675668_1473685.html
[3] http://www.lemonde.fr/vous/article/2012/01/07/devoirs-scolaires-le-chatiment-familial_1627076_3238.html
[4] http://www.ac-lille.fr/ia59/bulletin_departemental/affichePageResultat.php?typeaction=theme&numBD=95&numArticle=18
[5] http://www.braidense.it/dire/frascuola/pages/429.html
[6] http://dcalin.fr/textoff/devoirs_1956.html
[7] http://dcalin.fr/textoff/devoirs_1964.html
[8] http://dcalin.fr/textoff/etudes_dirigees_1994.html
[9] http://www.cahiers-pedagogiques.com/Tout-depend-de-ce-qui-est-demande.html
[10] http://www.education.gouv.fr/cid2503/l-organisation-du-temps-scolaire.html
[11] ftp://trf.education.gouv.fr/pub/edutel/bo/2007/hs5/hs5.pdf
[12] http://www.fcpe31.org/web/IMG/pdf_FCPEN_-_Argumentaire_rythmes_fevier_2009.pdf
[13] http://www.adeppr.org/blog/geneve-plebiscite-une-ecole-exigeante-fin-de-la-semaine-de-4-jours.html
[14] http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/cm177_69.htm
[15]http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=homework%20student%20achievement&source=web&cd=3&ved=0CEcQFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.csun.edu%2F~snc29874%2Fdocuments%2Fword%2FAR%2520Proposal.doc&ei=OON2T-HuMsj74QTruNGiDw&usg=AFQjCNGILJHmGCYK64W3ptoTKtJvr6H7Tw
[16] http://www.centerforpubliceducation.org/Main-Menu/Instruction/What-research-says-about-the-value-of-homework-At-a-glance/What-research-says-about-the-value-of-homework-Research-review.html
[17] http://www.nsba.org/
[18] http://today.duke.edu/2006/09/homework_oped.html
[19] http://www.nctm.org/news/content.aspx?id=13814
[20] http://www.svt.ntnu.no/iso/wp/2011/5_Homework.pdf
[21] http://www.unidad094.upn.mx/revista/52/02.html
[22] http://www.corriere.it/cronache/12_marzo_29/scuola-profumo-abolire-compiti-casa-perche-no_f2b69e78-79a6-11e1-a69d-1adb0cf51649.shtml
[23] http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2012/03/14/news/l-esperto-il-divario-digitale-e-nelle-nostre-teste-1.3289725


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Numero 5 - Maggio 2012
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO

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Massimo Quintiliani