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Numero 6 - Giugno 2012
Numero 6 Giugno 2012

Le prove di accesso ai TFA partono nel segno dell段mprovvisazione

Ancora incertezze sui TFA, con l'unica certezza che saranno gravati di una tassa sulla speranza


29 Maggio 2012 | di Fabrizio Reberschegg

Le prove di accesso ai TFA partono nel segno dell段mprovvisazione Le prove di accesso ai TFA (Tirocini Formativi Attivi) ''ordinari'' partono per la scuola secondaria con il benestare del Ministro e con la soddisfazione dell'Università che ha tutto da guadagnare dall'avvio dei tirocini abilitanti. Calcoliamo che solo per iscriversi alle prove di accesso le Università introiteranno circa 3 milioni di euro (100 € a candidato) e quindi più di 75 milioni di euro per la frequenza (dai 2.500 ai 3.000 € per partecipante). Una vera tassa sulla speranza, visto che a conclusione dei TFA si potrà conseguire solo una abilitazione senza alcuna certezza di essere inseriti in graduatoria e in attesa del futuro concorso ordinario a cattedra promesso dal Ministro. Ma soprattutto sarà una insperata fonte di finanziamento delle Università e dei dipartimenti legati alla pedagogia e alla didattica che già tanti danni hanno fatto, a nostro avviso, alla scuola italiana.

Tutto tace ancora sui TFA relativi a infanzia, primaria e sostegno. In particolare i problemi sul sostegno appaiono complessi di fronte alla volontà di operare corsi di riconversione ''volontari'' per i docenti soprannumerari proprio sul sostegno. Ciò determina l'impossibilità immediata di calcolare i posti disponibili anche perchè la bozza sulle future classi di concorso introdurrebbe ben tre classi specifiche di abilitazione su sostegno senza chiarire se esse saranno incardinate su abilitazione disciplinare o meno.

La novità dell'ultimo momento è stato il riconoscimento dell'accesso diretto (senza prove preselettive) per tutti coloro che sono in possesso di almeno tre anni di insegnamento nella classe di concorso scelta per conseguire l'abilitazione. Lasciando stare i problemi tecnici interpretativi del provvedimento (come calcolare i tre anni, come valutazione delle supplenze su classi di concorso comprese in ambiti di insegnamento, quale calcolo dei CFU per chi sta già lavorando in classe, ecc.) resta il fatto che migliaia di docenti precari abilitati (per conseguire una ulteriore abilitazione) e non abilitati premeranno sulle università per accedere alla frequenza dei TFA e chiederanno alle scuole di essere accolti come tirocinanti seguiti da un tutor, cioè da un'insegnante della disciplina. Peccato che il MIUR e l'Università diano per scontato che questo lavoro aggiuntivo sia da erogarsi gratuitamente, fatto che vedrà sicuramente la più decisa opposizione della Gilda e che appare ancora argomento marginale per MIUR e le altre organizzazioni sindacali.

I prossimi TFA saranno effettuati sulle vecchie classi di concorso, ma il Ministro vuole che si arrivi all'approvazione del regolamento delle nuove classi di concorso entro ottobre-novembre 2012 per indire i concorsi ordinari. Si abilitano perciò migliaia di potenziali docenti su vecchio ordinamento con tutti i problemi che sorgeranno nella valutazione della compatibilità dei titoli di abilitazione per l'inserimento nei futuri organici. Come abbiamo spesso ribadito negli ultimi anni, era meglio organizzare nel passato corsi/concorsi abilitanti speciali selettivi aperti solo ai docenti non abilitati che stavano lavorando da anni nella scuola statale per definire successivamente una nuova sistematica procedura di abilitazione e reclutamento in applicazione del regolamento sulle nuove classi di concorso. Tutto ciò non è avvenuto a causa dell'incompetenza di una classe politica e sindacale che ha pensato più ai facili consensi derivati dalle speranze dei precari che al buon funzionamento della scuola e della serietà della professione di insegnante. Intanto chi paga sono sempre i precari costretti a contribuire di tasca loro al finanziamento del sistema universitario. Una vera vergogna tutta italiana.


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Numero 6 - Giugno 2012
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