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Numero 7 - Settembre 2012
Numero 7 Settembre 2012

Spending review: taglio dopo taglio aspettando ancora tagli

Per la sezione 'economia e scuola': tagli economici e possibili alternative alla crisi finanziaria.


30 Agosto 2012 | di Fabrizio Reberschegg

Spending review: taglio dopo taglio aspettando ancora tagli
La notte del 5 luglio il Consiglio dei Ministri ha partorito un maxi provvedimento di riorganizzazione, razionalizzazione e taglio delle spesa pubblica noto con il termine in voga ''spending review''. Nei primi di agosto il decreto è stato convertito in legge, con alcune modifiche, con il rituale voto di fiducia in Parlamento. Ma, con tutta probabilità, seguiranno altri provvedimenti governativi e decreti attuativi con l'obiettivo di evitare per il 2013 l'aumento dell'IVA di due punti e tentando di tranquillizzare la speculazione. Rispetto al testo originario vi sono state modifiche meno penalizzanti per la scuola. Sono scomparse ad esempio le norme che tagliavano di 200 miliardi i fondi all' università per garantire il finanziamento alle scuole private, norme che avevamo fortemente contestato. Ma il panorama appare ancora molto confuso in particolare per i settori fondamentali del welfare (sanità, istruzione, previdenza). Vi sono certamente alcune decisioni che consideriamo positive. In particolare:
- Il riordino delle province e la costituzione delle mitiche città metropolitane, già previste dalla Legge 142 del 1990 e inserite in Costituzione con la riforma del Titolo V del 2001. Tale decisione avrà effetti anche sul riordino degli uffici periferici del MIUR.
- Il contenimento delle spese nella pubblica amministrazione per acquisto di beni e servizi con l'introduzione di parametri di riferimento.
- La riduzione dei dirigenti nella Pubblica amministrazione, in particolare in quei settori dove la dirigenza è stata utilizzata come modalità di progressione di carriera svincolata da alcun parametro di efficienza e congruità.
- La riduzione del parco auto, degli organici del settore militare, dei consigli di amministrazione delle società a totale partecipazione pubblica.

Preoccupa invece la ulteriore sforbiciata alla sanità e alle spese ospedaliere e il nuovo taglio ai trasferimenti agli enti locali che può provocare la probabile riduzione dei servizi (asili nido, trasporti, manutenzione, ecc.) e l'aumento delle imposte locali.
E la scuola? Poche sono le novità, ma il sospetto è che si aspettino tempi migliori per procedere ancora con il bisturi. Sono state introdotte norme che sono la conseguenza di una visione economicista priva di un ragionamento sulla qualità del sistema scolastico statale. In particolare la FGU-Gilda degli Insegnanti ritiene inaccettabili i seguenti provvedimenti:
- La mobilità coatta verso il personale ATA per i docenti inidonei e per gli insegnanti tecnico pratici delle classi C555 e C999 (in gran parte personale transitato dagli enti locali al MIUR). I precari delle segreterie perderanno il posto mentre saranno sostituiti da personale completamente impreparato ai compiti amministrativi con effetti deleteri per l'efficienza dei servizi scolastici. Quasi tutti i posti disponibili in organico ATA per collaboratori amministrativi saranno coperti dalla mobilità coatta. Solo dopo il passaggio forzato al personale ATA si potrà parlare (come e quando??) di mobilità intercompartimentale verso altri comparti della pubblica amministrazione.
- L'utilizzazione dei docenti appartenenti a classi di concorso in esubero nella provincia in classi di concorso compatibili con il titolo di studio posseduto anche senza abilitazione e in posti di sostegno se in possesso della specializzazione o avendo frequentato apposito corso di formazione. Infine l'utilizzo dello stesso personale per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie anche in classi di concorso senza abilitazione specifica. Di fatto si introduce il principio per il quale l'abilitazione e la preparazione disciplinare sono subordinate alla funzione di ''supplenza e badantato'' nelle classi. La Gilda ha chiesto da sempre che i docenti in esubero siano invece utilizzati nel potenziamento dell'offerta formativa applicando il principio dell'organico funzionale dell'autonomia.
- Il divieto di pagare le ferie non godute per i precari della scuola che sarebbero pertanto obbligati alle ferie nei periodi di sospensione delle attività didattiche (Natale, Pasqua, ecc.). Ciò comporta, per tutti i supplenti annuali con contratto al 30 giugno e per tutti i supplenti con contratti più brevi, un taglio oggettivo del reddito in dispregio di chiare norme costituzionali (art. 36 Cost.). La FGU-Gilda degli Insegnanti si impegna ad aprire una battaglia politica e legale contro una norma palesemente iniqua e illegittima.
- La pesante riduzione dei docenti che insegnano all'estero.
- L'introduzione per legge delle pagelle e dei registri elettronici appare demagogica e potenzialmente lesiva della libertà di insegnamento. Di fatto, visto che le famiglie italiane e i docenti italiani non hanno l'obbligo di possedere computer e linee adsl, ci sarà il raddoppio del lavoro perchè non potranno scomparire i documenti cartacei. Inoltre le esperienze dei registri elettronici dimostrano che l'inserimento dei voti volta per volta a livello puramente numerico determina procedure finali che spesso penalizzano gli allievi essendo prevalente la logica della media aritmetica delle valutazioni. Il provvedimento entra perciò direttamente nelle pratiche della valutazione globale che dovrebbero essere appannaggio della professione docente e del consiglio di classe. Si deve anche contare la perdita di tempo a scapito dell'insegnamento determinata dalla compilazione in tempo reale e di trasmissione dei dati alle famiglie che si sentiranno sempre più legittimate ad intervenire in itinere nel lavoro dei docenti.
- L'applicazione delle norme sui pensionamenti con le vecchie regole per il personale della scuola in possesso dei tradizionali requisiti entro il 31 agosto 2012 solo a patto che sia in posizione di esubero. Ciò determina una oggettiva disparità di trattamento nei confronti di tutti coloro che, pur avendo gli stessi requisiti di servizio, non vengono considerati in posizione di esubero. La FGU-Gilda ribadisce che ancora una volta a pagare sono i lavoratori della scuola che sono assimilati nella sostanza ai ruoli impiegatizi ministeriali (con scadenza di norma dei requisiti al pensionamento al 31/12)
Molti dicono che poteva andare peggio, ma la nostra sensazione è che questo governo ''tecnico'' continui a commettere errori e a seguire una politica di progressiva riduzione del welfare e dell'intervento dello Stato in nome di una discutibile ideologia liberista e con effetti insignificanti. sul mitico spread. L'istruzione statale viene ancora una volta percepita come oggetto di valutazione costi-benefici laddove i benefici sono considerati solo in termini di riduzione del bilancio dello Stato. Non si pensa allo sviluppo e alla crescita del Paese che è determinata soprattutto dal rafforzamento degli investimenti nella scuola e nella formazione come tutti gli economisti di destra, centro e sinistra continuano a ripetere, troppo spesso inascoltati dalla nostra classe politica.


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