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Numero 4 - Aprile 2014
Numero 4 Aprile 2014

Lettera aperta al ministro della Pubblica Istruzione, on Stefania Giannini


24 Marzo 2014 | di Rino Di Meglio

Lettera aperta al ministro della Pubblica Istruzione, on Stefania Giannini
Signor Ministro,

ci permettiamo di inviarLe alcune considerazioni e qualche suggerimento, che forse potranno esserLe di aiuto, se vorrà dedicarci un po' di attenzione. Per prima cosa, signor Ministro, Le suggeriamo vivamente di non pensare a riforme epocali e ad ulteriori tagli, sono anni che la Scuola non ha pace. Lasci che la situazione si assesti un po'. Ci sono, in alternativa ai grandi rivolgimenti, alcuni problemi impellenti e seri che - se affrontati con l' urgenza e la decisionalità che caratterizza questo nuovo Governo- potrebbero alleviare, e di molto, la situazione ormai al limite della Scuola italiana.

1) Stipendi (non) europei. Lei, signor Ministro, si è accorta- ma gli insegnanti lo sanno da un po'- che siamo lontani dagli stipendi europei, ed anche di parecchio. Bene, per l'immediato dovrebbe impegnarsi in prima persona per far rispettare il contratto in vigore, facendoci corrispondere i nostri modesti scatti di anzianità. Quando poi il Governo avrà rinvenuto le risorse, per rinnovare i nostri contratti, e lo Stato ci potrà dare qualcosa di più di ciò che abbiamo perso in questi anni con l'inflazione, discuteremo volentieri con Lei su come progettare un futuro più radioso.
2) Precari. E' urgente procedere alla stabilizzazione dei precari. Lei, signor Ministro, potrebbe dunque convocare subito all' ARAN i Sindacati per varare il piano di assunzioni triennale, piano che sia, una volta tanto, su ''tutti i posti disponibili''. La spesa è quasi nulla, il docente con stipendio iniziale ed il precario hanno la stessa retribuzione. Migliaia di famiglie Le sarebbero grate perchè non sarebbero più a rischio di cambio dell'insegnante ogni nuovo anno scolastico. Se poi volesse anche aggiungere l'istituzione di un organico stabile, pari alla durata del corso di studi, la stabilità della scuola ne guadagnerebbe.
3) Burocrazia. Un record in Europa la Scuola italiana l'ha sicuramente battuto: quello della burocrazia. Se Lei, signor Ministro, si impegnasse per ridurre quegli adempimenti burocratici non strettamente indispensabili ( praticamente la maggioranza), libererebbe energie preziose da dedicare agli alunni. E avrebbe in cambio la riconoscenza dei docenti, afflitti da una produzione cartacea, inutile e insopportabile.
4) Classi Pollaio. Naturalmente, signor Ministro, Lei avrà sentito parlare delle cosiddette classi pollaio, come sono state definite quelle classi che, grazie ai tagli indiscriminati, si avvicinano al numero di 30 alunni. Bene, per migliorare la situazione della scuola e la qualità dell' insegnamento, basterebbe qualche insegnante in più, qua e là : allevierebbe le situazioni più gravose e renderebbe più efficace l' insegnamento.
5) Integrazione degli stranieri. L'Italia ha un problema: ci sono tantissimi stranieri da integrare, da trasformare in cittadini italiani. La Scuola Statale è la frontiera di questa integrazione perchè l'apprendimento della lingua ne è la premessa indispensabile. Senza gli insegnanti questa battaglia è persa. E' bene, non dimenticarlo, signor Ministro.
6) Anzianità del corpo docente. Come Lei saprà, in Italia abbiamo anche gli insegnanti più anziani del mondo. E' un problema serio, avere docenti in età tanto avanzata non fa bene nè alla scuola, nè agli interessati. La Gilda-FGU ha stilato due proposte che La preghiamo di esaminare: a) ridurre l'orario di cattedra ai docenti più anziani, utilizzandoli in compiti di tutoraggio e coordinamento; b) consentire negli ultimi cinque anni, precedenti il pensionamento, di cumulare part-time e pensione Queste due proposte consentirebbero anche di liberare molti posti a tempo parziale, per contratti di inserimento a favore di precari in attesa nelle graduatorie.

Tutto qui, Signor Ministro. Poche ma immediate azioni per dare una boccata di ossigeno alla Scuola dello Stato italiano che è quella istituzione tutelata dalla nostra Costituzione. Il resto, i progetti ambiziosi e grandiosi, lasciamoli a chi crede che la Politica sia fatta di interviste e di promesse che non importa mantenere. A nome mio personale e di tutta la Gilda-Fgu, Le auguro buon lavoro, signor Ministro.
Rino Di Meglio
Coordinatore nazionale della Gilda FGU


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