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Numero 1 - Gennaio 2016
Numero 1 Gennaio 2016

In piazza contro le "belle storie" che ledono i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione


27 Dicembre 2015 | di Gianluigi Dotti

In piazza contro le Il Contratto di lavoro della scuola è bloccato dal 2009, l'ultimo aumento di stipendio che i docenti hanno avuto nel cedolino è stato quello del mese di gennaio di quell'anno. Proprio per questo negli ultimi 7 anni lo stipendio degli insegnanti ha perso una quota considerevole del proprio potere d'acquisto, che si può quantificare in circa 5.000 euro complessivi.
 
Di fronte al rifiuto del Governo e della politica di affrontare il tema del rinnovo del contratto dei docenti, e degli altri lavoratori del pubblico impiego, la questione è stata sollevata davanti ai tribunali della Repubblica. La Corte Costituzionale con la sentenza n. 178 del giugno 2015 ha dichiarato illegittimo il blocco economico dei contratti della Pubblica amministrazione che perdura dal 2010 e ha certificato che “Il reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale”. La sentenza della Corte sottolinea come “l’estensione fino al 2015 delle misure che inibiscono la contrattazione economica e che, già per il 2013-2014, erano state definite eccezionali, svela, al contrario, un assetto durevole di proroghe. In ragione di una vocazione che mira a rendere strutturale il regime del “blocco”, si fa sempre più evidente che lo stesso si pone di per sé in contrasto con il principio di libertà sindacale sancito dall’art. 39, primo comma, Cost”.
 
Insomma, la Corte ritiene il blocco dei contratti sia incostituzionale e obbliga il Governo a riaprire immediatamente la contrattazione per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro.


Per tutta risposta il Governo, nella proposta di legge di stabilità per il 2016, ha stanziato meno di 300ml di euro per rinnovare i contratti di tutto il pubblico impiego: l'equivalente di circa 8 euro lordi al mese per ogni docente.
 
Le OOSS, ma credo tutti gli insegnanti, considerano questa proposta una vera e propria provocazione con la quale si evidenzia la considerazione che questi politici hanno della scuola e di chi la scuola la fa tutti i giorni entrando in classe. Per inciso, lo stipendio dei nostri politici e governanti, che corrisponde a 6/7 volte lo stipendio di un docente, ed è pagato da tutti i contribuenti, non è certo diminuito in questi anni.
 
Per rispondere a questa provocazione e chiedere uno stanziamento di risorse che garantisca almeno 150 euro di incremento mensile dello stipendio dei docenti le OOSS hanno convocato a Roma la manifestazione di sabato 28 novembre 2015.
 
I circa 50.000 manifestanti si sono concentrati, alle 12.00, a Piazza Repubblica e con bandiere, striscioni colorati e slogan hanno percorso le vie del centro cittadino: Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori imperiali, piazza Venezia chiedendo al Governo le risorse necessarie al rinnovo del contratto. Quando la testa del corteo ha riempito piazza Madonna di Loreto la coda era ancora all'inizio di via Cavour.
 
I lavoratori, provenienti da tutte le regioni in rappresentanza di tutte le categorie del lavoro pubblico che in questi anni hanno subito tagli di ogni tipo: istruzione, salute, sicurezza, prevenzione, welfare, integrazione, sostegno alle persone e alle imprese, ricerca denunciano che la politica del Governo, troppo spesso ridotta a puro marketing o storytelling di “belle storie”, lede i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.
 
La FGU-Gilda degli Insegnanti ha partecipato alla manifestazione con la propria delegazione, le proprie bandiere e i propri slogan ed ha sostenuto le parole d'ordine specifiche della scuola per il rinnovo del contratto dei docenti, per denunciare i guasti della legge 107/2015, la cosiddetta “buonascuola”, e per mantenere spazi di democrazia e partecipazione nel nostro paese. Ha denunciato che la legge 107/2015 ha un impianto autoritario, spesso in contrasto con i principi della Costituzione perché nasce da un governo presuntuoso che si avventura in progetti di riforma sbagliati e dannosi, che crede possibile rinnovare e riformare la scuola senza, o peggio ancora contro, i docenti e che crede di poter sostituire con regalie occasionali il doveroso rinnovo di un contratto. La legge 107/2015 non risolve affatto i problemi della nostra scuola: ne altera invece pericolosamente il profilo che, per la FGU-Gilda degli insegnanti, deve rimanere quello di una comunità educativa fondata su pratiche di partecipazione, collegialità, condivisione.
 
Tutte le OOSS che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione attendono ora le risposte del Governo, pronte a continuare la mobilitazione anche con la proclamazione di uno sciopero generale.
 
 


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Numero 1 - Gennaio 2016
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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Hanno collaborato a questo numero:
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