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Numero 4 - Settembre 2016
Numero 4 Settembre 2016

Sotto il regime della 107/2015

Le prime novità più insensate di questa buonascuola: la chiamata diretta da parte dei Dirigenti delle Istituzioni scolastiche degli insegnanti e il bonus da attribuire agli insegnanti migliori


23 Agosto 2016 | di Redazione

Sotto il regime della 107/2015 L’ anno scolastico 2016-2017 comincia sotto il comando della legge 107/2015. Una legge che poco rappresenta il regime democratico in cui dovremmo essere inseriti e molto richiama, invece, situazioni di imperio e di poteri assoluti. Le prime novità – e forse non le ultime- in vigore da settembre sono quelle più insensate di questa buonascuola : la chiamata diretta da parte dei Dirigenti delle Istituzioni scolastiche degli insegnanti e il bonus da attribuire agli insegnanti migliori.
 
MOBILITÀ E CHIAMATA DIRETTA: CUORE NERO DELLA 107/2015
 
Il cuore nero della legge 107/2015 è sicuramente il principio della cosiddetta “chiamata diretta” cioè la possibilità, da parte del dirigente, di scegliere, all’interno di un ambito territoriale, i docenti che, a suo giudizio, sono i più bravi e “adeguati” alle necessità della scuola. Questo è previsto a regime per tutti i docenti: neoimmessi in ruolo, quelli che chiedono trasferimento e i perdenti posto. Per questo ricordiamo ai colleghi di prestare la massima attenzione durante i Collegi dei docenti in cui si votino modifiche del PTOF, RAV, Piano di miglioramento e Piano della formazione. Le decisioni prese saranno le basi per costruire il sistema di regole ferree all’interno delle quali si collocheranno i limitati diritti di tutti i docenti.
 
Sulla mobilità, vi è stata una lunga ed estenuante trattativa tra i mesi di giugno e luglio. La Gilda degli insegnanti, con piena consapevolezza dell’ immane rischio della chiamata diretta, non ha neppure accettato la trattativa sulla mobilità - firmata invece dalle altre Organizzazioni sindacali rappresentative- perché ha avuto ben chiare da subito alcune gravi pecche di questo accordo: lo spazio discrezionale affidato al Dirigente nella scelta dei criteri; l’ annullamento dell’esperienza professionale (anzianità di servizio); l’assenza del coinvolgimento del Collegio dei Docenti in merito alle priorità degli indicatori di competenze; la confusione di tutta l’ intera procedura. Alla fine della trattativa, un colpo basso del MIUR ha sconfessato un accordo già sottoscritto su alcuni criteri con i quali procedere nella “chiamata diretta” ed ha indotto i sindacati firmatari ad abbandonare tardivamente il tavolo. Dunque da questo anno scolastico, la mobilità di tutti i docenti seguirà il principio della “ chiamata diretta, secondo il protocollo descritto nell’ articolo di pag. 4 (se non vi sarà un nuovo contratto integrativo sulla mobilità che modifichi radicalmente “le indicazioni operative” emanate dal MIUR il 22 luglio 2016) Per ora, le prime operazioni di agosto si sono mostrate fallimentari : procedimenti impossibili da compiere con il sistema informatico; dirigenti che richiedono filmati del candidato. Non ci sono parole.
 
Soprattutto per la novità della chiamata diretta , la Gilda è stata parte attiva nella raccolta di firme per l’abrogazione di alcune parti della 107/2015 e chiede una radicale modifica del testo della Legge.
 
 
IL MERITO E IL COMITATO DI VALUTAZIONE
 
La legge 107/2015 prevede che il "merito" e i soldi conseguenti (pochi) attribuibili ai docenti siano quantificati dal dirigente scolastico che, sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valutazione dei docenti previsto con una nuova composizione dalla legge, assegna annualmente al personale docente una somma del fondo (200 milioni annui per tutte le scuole) sulla base di motivata valutazione. La somma, definita bonus, è destinata a valorizzare il merito del personale docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e ha natura di retribuzione accessoria (e quindi soggetta a ritenute fiscali). La Gilda degli Insegnanti ritiene che, essendo retribuzione accessoria, debba essere oggetto di contrattazione RSU per la parte che riguarda le somme da erogare alle specifiche funzioni e figure professionali.
Presso ogni istituzione scolastica ed educativa è già stato istituito, senza alcun riconoscimento economico per i partecipanti, il comitato per la valutazione dei docenti. con durata di tre anni scolastici (dall'a.s. 2015-16 all'a.s. 2017-18) presieduto dal dirigente scolastico e costituito dai seguenti componenti:
a) tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto;
b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto;
c) un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.
 
Lo stesso comitato, privo delle componenti dei genitori, degli studenti e del componente esterno, implementato dal tutor della disciplina, è competente per il giudizio per il superamento dell'anno di prova per i neoassunti.
 
Tralasciamo qui le critiche al dispositivo della legge (che offende profondamente la professionalità dei docenti giudicati nel merito del loro lavoro dall'utenza -genitori e studenti- e che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti nei documenti della Gilda) e invitiamo il Collegio dei Docenti a votare (sempre con scrutinio segreto essendo su posizioni nominative) i colleghi che garantiscano autonomia, autorevolezza e non siano espressione della dirigenza. Nel caso di cessazione dal servizio o di trasferimento dei colleghi eletti, la legge è ambigua. Alcuni interpretano infatti il comitato di valutazione come organo collegiale imperfetto che potrebbe funzionare in carenza o addirittura mancanza di una delle componenti. Sarebbe un vero arbitrio che siamo pronti ad impugnare a tutti i livelli.
 
 


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