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Numero 4 - Settembre 2016
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Rino Di Meglio confermato a larga maggioranza Coordinatore della Gilda

Democrazia, pieno rispetto di tutte le tendenze politiche e filosofiche che animano l’ Associazione, ascolto attento delle istanze che provengono dalla categoria : questi i punti fermi che guideranno il suo mandato.


24 Agosto 2016 | di Ester Trevisan

Rino Di Meglio confermato a larga maggioranza Coordinatore della Gilda Democrazia, pieno rispetto di tutte le tendenze politiche e filosofiche che animano l'associazione, ascolto attento delle istanze che provengono dalla categoria. Sono questi i punti fermi che guideranno il mandato di Rino Di Meglio, rieletto coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti dall'Assemblea nazionale dei delegati che si è svolta a Perugia dal 20 al 22 maggio scorsi.
Rivendicando con orgoglio l'autonomia dell'associazione rispetto a qualunque partito politico, nel suo intervento il neo rieletto coordinatore nazionale ha posto l'accento sull'importanza cruciale della libertà, della democrazia e del pluralismo che devono essere garantiti per tutti: "Se continuerà il processo di omologazione e di riduzione dei diritti e delle libertà – ha avvertito Di Meglio – non potranno non esserne coinvolti anche i sindacati. Ripercorrendo le tappe del suo precedente mandato, Di Meglio ha ricordato le importanti battaglie vinte, come quelle per il recupero degli scatti di anzianità relativi agli anni 2010, 2011 e 2012, per i precari con la sentenza della Corte di Giustizia Europea, e contro l´aumento dell'orario di lavoro all'epoca del ministro Profumo.
"In questi quattro anni - ha sottolineato Di Meglio - la Gilda degli Insegnanti ha vissuto una forte crescita, con un incremento esponenziale degli iscritti e un aumento di 11mila voti alle ultime elezioni delle Rsu. Nei prossimi quattro anni ci impegneremo ulteriormente per rendere la nostra Associazione ancora più forte e rappresentativa, con la consapevolezza di essere, prima ancora che un sindacato, un'associazione dedita alla valorizzazione della professione docente".
"I successi più significativi li abbiamo registrati sul piano politico - ha proseguito il coordinatore nazionale – riuscendo a trainare gli altri sindacati in alcune azioni di lotta anche quando erano riluttanti e la battaglia vinta per le progressioni di carriera ne è un esempio lampante. In qualche caso abbiamo stretto alleanze variabili, dimostrando così di non aver sposato nessuno se non la categoria degli insegnanti che rappresentiamo".
Sul fronte della lotta al precariato, Di Meglio ha ricordato che è stata la Gilda a iniziare la battaglia per la stabilizzazione, commissionando nel 2008 uno studio di fattibilità per il ricorso alla Corte di Giustizia Europea, "punto di partenza dal quale due anni fa a Lussemburgo abbiamo raggiunto quella vittoria che ha costretto il Governo ad assumere 80mila docenti in più. Se poi i sindacati maggiori mettono il loro cappello sulle nostre battaglie, non dobbiamo arrabbiarci ma, anzi, esserne soddisfatti perchè significa che siamo riusciti a farli convertire sulla via di Damasco.
Il nostro compito è quello di vincere le battaglie culturali e di portare a casa risultati positivi per gli insegnanti".
Di Meglio non ha risparmiato un'autocritica riferendosi allo sciopero del 12 maggio per il rinnovo del contratto: "Si è rivelato un flop con cui la categoria ci ha mandato un segnale chiaro, e cioè che nessuno è disposto a sacrificare una giornata di stipendio senza la prospettiva di ottenere un risultato concreto. Noi abbiamo il dovere di ascoltare la nostra categoria – ha ammonito il coordinatore nazionale – e non dobbiamo ergerci al ruolo di guide illuminate, perché il nostro successo dipende dall'identificazione profonda con i pensieri dei colleghi dai quali non dobbiamo allontanarci mai".
Affrontando la questione del contratto, Di Meglio ha dichiarato senza mezzi termini che "non è possibile condurre una battaglia isolata e minoritaria, occorre stabilire un rapporto di correttezza e costruttività con gli altri sindacati senza per questo sposare le loro posizioni. La situazione è difficile perché le risorse per il rinnovo del contratto sono scarse e il Governo vede i sindacati come nemici da mettere all'angolo senza lasciare spazio alla trattativa. Il rischio è di vederci aumentare l'orario di lavoro e intaccare la retribuzione accessoria".
In merito alla legge 107/2015, e in particolare al bonus introdotto dalla riforma per premiare i docenti più meritevoli, Di Meglio lo ha etichettato come "la mancia da dare ai collaboratori dei dirigenti scolastici, un'elargizione che non ha la dignità del merito". Secondo il leader della Gilda, "il vero vulnus della legge 107/2015 è la chiamata diretta che vìola l'articolo 97 della Costituzione, una stortura molto grave perché l'insegnante deve avere il diritto alla titolarità sulla scuola, non sull'ambito". "La valutazioneper noi non rappresenta un tabù a patto, però, che a stabilire il merito sia una commissione indipendente formata da persone esperte e più competenti degli insegnanti da valutare. Ma questo sistema – ha concluso Di Meglio - costa troppo e così si continuano a sprecare soldi per finanziare iniziative che nulla hanno a che vedere con il merito ma che servono soltanto a fare propaganda".
 
 
 


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