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Numero 3 - Maggio 2017
Numero 3 Maggio 2017

Nel regno di Trump la scuola conduce al regno di Dio ( con i fondi statali)

La nuova Ministra dell’ Istruzione, DeVos, è stata una delle artefici della riforma del sistema scolastico del Michigan, fondata sull’introduzione dei voucher statali per frequentare scuole private e ritiene che non ci sia nulla di male nel fatto che anche scuole elementari “puntino al profitto e a generare utili”.


23 Aprile 2017 | di Marco Morini

Nel regno di Trump la scuola conduce al regno di Dio ( con i fondi statali) Negli Stati Uniti, un maschio bianco laureato vive in media tredici anni in più rispetto a un uomo bianco non laureato. La speranza di vita è infatti di 80,4 anni contro 67,5. E tra donne laureate e donne non laureate lo scarto è di oltre dieci anni (in questo caso è 83,9 contro 73,5 la speranza di vita). Si tratta di numeri spaventosi, che in un sistema politico e sociale equilibrato sarebbero oggetto d’attenzione e riflessione. Invece, nella scorsa campagna elettorale presidenziale, di istruzione e diseguaglianze educative non si è mai parlato. Fatti salvi alcuni riferimenti nei manifesti programmatici – che però quasi nessuno legge – i dibattiti televisivi e l’attenzione mediatica si sono concentrati su attacchi personali, immigrazione ed economia interna.
 
Il tema è tornato finalmente d’attualità quando Trump ha indicato, come suo Secretary of Education (Ministro dell’Istruzione), Betsy DeVos, una delle figure più controverse della sua squadra di governo. Una scelta che a molti è parsa ancora più provocatoria di quella del miliardario Tillerson agli Esteri o del generale “cane pazzo” Mattis alla Difesa. La nomina di DeVos è stata ferocemente avversata dal Partito Democratico, che si è opposto con tutti i mezzi alla ratifica della sua designazione, sottoponendola a una durissima interrogazione parlamentare. Le nomine presidenziali devono essere infatti confermate dalle commissioni senatoriali preposte e poi dallo stesso Senato nel suo complesso, previa audizione del candidato/a alla carica governativa. La commissione senatoriale ha approvato la nomina del nuovo Ministro dell’Istruzione 12 a 11, seguendo quindi la rigida divisione partitica della stessa. Mentre al Senato, dato che due parlamentari repubblicani si sono rifiutati di ratificarne l’indicazione, è stato necessario il voto del vicepresidente Pence per approvarne la nomina 51-50.
 
DeVos è un’attivista repubblicana di lungo corso, rampolla di una delle più ricche famiglie del Michigan e il cui marito risulta ottantottesimo nella lista 2016 degli uomini più ricchi d’America. Ovviamente non sono questi dati personali ad aver causato le polemiche sulla sua nomina, ma il fatto che DeVos è stata una delle artefici della riforma del sistema scolastico del Michigan, fondata sull’introduzione dei voucher statali per frequentare scuole private. Inoltre, la sua fiera appartenenza a una chiesa evangelica locale le ha portato negli anni delle accuse di favoritismo alle scuole private religiose. La sua nomina è stata aspramente criticata dai sindacati degli insegnanti delle scuole pubbliche, che l’hanno definita come “la più ideologica e provocatoria” delle nomine di Trump e “un attentato alla scuola pubblica”.
 
Nel 2001, DeVos dichiarò che il suo impegno nel settore educativo derivava dalla convinzione che l’istruzione fosse un mezzo per “affermare il Regno di Dio” e che cambiando il sistema educativo “si potessero ottenere nel lungo periodo tanti vantaggi per il Regno dei Cieli”. Pochi anni più tardi la neo-ministra affermò che non ci vedeva nulla di male nel fatto che anche scuole elementari “puntassero al profitto e a generare utili” e che riteneva la scuola americana “un sistema chiuso, un’industria ripiegata su se stessa, che invece andrebbe aperta al mercato”. Secondo la ministra, il sistema educativo statunitense deve diventare un mercato competitivo a tutti i livelli, in modo da offrire ai genitori la possibilità di scegliere il tipo di educazione preferito per i propri figli. Inevitabile che questo tipo di dichiarazioni faccia ritenere DeVos come la più accanita alfiere della privatizzazione totale del sistema educativo statunitense.
 
Ma non sono solo le dichiarazioni ad aver messo in allarme l’opposizione democratica, gli insegnanti e i sindacati della scuola pubblica e una vasta parte della società civile statunitense. Da deputato dello stato del Michigan, da leader locale del Partito Repubblicano e da attiva e munifica filantropa, DeVos è infatti riuscita a riformare il sistema di istruzione dello stato, fondandolo sul meccanismo dei voucher, che non sono altro che dei soldi che lo stato dà a ciascun individuo in età scolare, da poter essere spesi in qualsivoglia istituto scolastico riconosciuto. Il New York Times dà su di lei un giudizio tranchant: “è difficile trovare un politico più accanito di lei nell’usare soldi pubblici per finanziare scuole private”. Questo sistema dei voucher, combinato a una generosa politica di accreditamento degli istituti scolastici privati, ha creato dal nulla un vero e proprio business dell’istruzione privata, con l’apertura in pochi anni di centinaia di scuole, tutte a caccia dei preziosi voucher statali in mano agli studenti dello stato. In particolare, sono state numerose le strutture fondate da congregazioni religiose, alcune delle quali apertamente “creazioniste”. In pratica, in Michigan, la scuola pubblica è andata sfaldandosi, perdendo allievi e disponibilità economiche anno dopo anno.
 
Le conseguenze si sono fatte presto sentire: una ricerca di Douglas N. Harris, professore di economia alla Tulane University, e riportata lo scorso anno dal New York Times, ha messo in evidenza come gli studenti elementari di Detroit siano risultati di gran lunga i peggiori nei test nazionali di lettura e di matematica. Harris ha accusato DeVos di aver disegnato un sistema che non prevede alcun controllo, dove non importa la qualità, dove le scuole peggiori possono continuare a essere tali e l’unica cosa che conta è immatricolare studenti e riscattare i loro voucher.
 
E’ quindi evidente che a capo dell’istruzione statunitense ci sia ora una donna che ha speso la sua intera carriera lavorativa per affossare la scuola pubblica e rendere il sistema educativo un mercato privatizzato e sregolato. Il terrore di molti è quindi che ciò che è avvenuto in Michigan accada presto, in scala enormemente maggiore, in tutto il Paese. Per questo l’opposizione politica e le proteste sociali non si fermano. Il 10 Febbraio scorso, la prima uscita pubblica da ministro in carica - una visita a una scuola media della capitale Washington D.C. - è stata contrassegnata da vigorose proteste, con decine di manifestanti che hanno impedito fisicamente alla DeVos l’accesso al plesso scolastico. Solo dopo alcune ore, la ministra è riuscita a entrare nella scuola da un ingresso laterale.
 
 


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