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Numero 2 - Marzo 2018
Numero 2 Marzo 2018

Come volevasi dimostrare

E’ andato tutto come la Gilda aveva previsto. Resoconto interessante dell’ assemblea di gennaio dei delegati, prima della chiusura del Contratto, precipitosamente firmato da alcuni sindacati


01 Marzo 2018 | di Ester Trevisan

Come volevasi dimostrare Il 26 e 27 gennaio si è riunita a Roma l’Assemblea nazionale della Gilda degli Insegnanti per discutere del rinnovo del contratto. L’organismo statutario è stato convocato in via straordinaria per consultare i delegati di tutte le province e, nel pieno rispetto dei principi democratici che da sempre contraddistinguono l’attività della Gilda, ascoltare le loro osservazioni riguardo la bozza di articolato prodotta dall’Aran. Una bozza che Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, ha definito “inaccettabile”.
Se il contratto dovesse assomigliare a questa bozza, noi non potremmo assolutamente sottoscriverlo - ha dichiarato Di Meglio -. E deve essere chiaro che non saremmo disponibili a firmarlo neanche se le risorse stanziate per l’aumento stipendiale aumentassero, perché per il nostro sindacato funzione docente e orario di insegnamento sono punti fondamentali di cui chiediamo il pieno rispetto. Se non si scioglieranno questi nodi, non si andrà da nessuna parte”.
“Da molti anni nelle scuole italiane la categoria degli insegnanti è oberata da una mole di lavoro che non le compete e che viene camuffata come funzione docente. In realtà - ha denunciato Di Meglio - stiamo assistendo all’introduzione di una strisciante forma di lavoro nero che porta gli insegnanti a restare a scuola a disposizione dei dirigenti scolastici molte più ore di quelle dedicate all’insegnamento. Si tratta di tempo in cui i docenti vengono impiegati per svolgere compiti a cui non corrisponde alcun riconoscimento economico o per i quali vengono retribuiti 3 euro l’ora, meno di quanto percepisce una colf. È una situazione indegna che deve finire” ammonisce il coordinatore della Gilda che ricorda quanto sancito da una direttiva europea recepita dall’ordinamento italiano: “È orario di lavoro tutto il tempo che il prestatore d’opera passa a disposizione del datore di lavoro. Si tratta di un concetto molto importante e sarebbe auspicabile che nel contratto questa norma fosse richiamata per far capire che l’insegnante è sì un lavoratore intellettuale, ma che ha anche diritto al suo tempo, cioè al bene più prezioso che ha l’essere umano”.
Sul versante economico, Di Meglio ha ribadito che “neppure i già miserabili 85 euro medi pro capite ci sono, perché il ministero dell’Economia ha calcolato su base percentuale (il 3,48%, ndr) le risorse da destinare agli incrementi in busta paga. Poiché la scuola ha gli stipendi più bassi di qualunque altro comparto del pubblico impiego, se gli aumenti vengono assegnati su base percentuale anziché in termini assoluti, i famosi 85 euro scendono a 72 euro medi. Così - ha commentato amaramente il coordinatore nazionale - si realizza un’ulteriore beffa ai danni degli insegnanti rispetto agli altri pubblici dipendenti, perché la forbice si allarga invece di restringersi”.
La differenza di trattamento non risparmia neanche il personale amministrativo: “Un collaboratore scolastico ha una retribuzione inferiore rispetto al suo omologo in servizio all’università”.
Per sanare questa sperequazione, la Gilda indica una strada precisa: far confluire nelle retribuzioni le risorse stanziate dalla legge 107/2015. “Ciò consentirebbe di pareggiare il conto e anche di ottenere un certo risultato politico. Se queste condizioni si concretizzeranno, si potrà sperare in un esito positivo. Altrimenti - ha avvertito Di Meglio - la strada per il rinnovo del contratto diventerà davvero impervia”.
“Non mi sorprende che il Governo voglia chiudere presto la partita del contratto, in campagna elettorale è costume della politica cercare di catturare il consenso comprandolo con i soldi che ha a disposizione. La politica spera che, in cambio di qualche euro, l’elettore sia più clemente. Ma è risaputo - ha concluso il coordinatore della Gilda - che la fretta è una cattiva consigliera”.
 
 


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