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Numero 5 - Novembre 2018
Numero 5 Novembre 2018

Relazioneinformazioneresocontorendicontoragguaglioverbalecomunicato…

Cataloghi di vacuità, eufemismi, giri di parola nel linguaggio ministeriale


30 Ottobre 2018 | di Fabrizio Tonello

Relazioneinformazioneresocontorendicontoragguaglioverbalecomunicato… Un’amica in vena di scherzi mi manda un documento del MIUR, Indicazioni nazionali e nuovi scenari, opera di un comitato “di cui al D.M. 1/8/2017, n. 537, integrato con D.M. 16/11/2017, n. 910”. Già uno scritto elaborato da un comitato “di cui al D.M. ecc. ecc.” provoca in qualsiasi essere umano l’irresistibile impulso di distruggere a martellate la stampante da cui stanno uscendo le 19 pagine in questione, ma sorvoliamo.
 
Purtroppo il documento è ben reale, ragione per cui occorre leggerlo: “Una buona scuola primaria e secondaria di primo grado si costituisce come un contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi”. Qui vediamo all’opera una delle caratteristiche principali della prosa ministeriale: usare un verbo generico (“si costituisce”) seguito da un sostantivo astratto “un contesto” al posto del verbo appropriato. Perché scrivere “si costituisce come un contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi” al posto di “dev’essere un ambiente idoneo all’apprendimento”? La risposta sta nell’insicurezza di fondo degli autori, che cercano di mascherare la banalità dei concetti con un linguaggio arzigogolato.
 
George Orwell, di cui bisognerebbe rendere obbligatoria la lettura del saggio Politics and the English Language in tutti i corridoi del ministero di viale Trastevere, osservava nel 1946 che uno dei peggiori difetti del linguaggio erano le metafore imprecise o mescolate fra loro, segno che “lo scrittore non è interessato a ciò che sta dicendo”. Che dire, allora, nel 2018, di chi scrive “traghettare la didattica verso proposte...”? Si possono traghettare persone o cose, lupi o agnelli, ma non la didattica, cioè “quel settore della pedagogia che studia i metodi di insegnamento”. Men che meno si può “traghettare” qualcosa verso delle “proposte”, cioè verso “l’atto del proporre”. Il pomposo “Comitato scientifico nazionale per l’attuazione delle Indicazioni nazionali e il miglioramento continuo dell’insegnamento” che firma il documento non era veramente interessato a ciò che stava dicendo (oltre ad essere insicuro e tremebondo).
 
Andiamo avanti: “Le Indicazioni 2012 sono state accompagnate da tre anni di sperimentazione assistita dal Comitato Scientifico Nazionale e sostenuta da appositi finanziamenti, che sono confluiti, nell’ultima annualità, nell’accompagnamento al modello di certificazione nazionale delle competenze”.
 
Ora, supponendo che queste tre righe abbiano un senso compiuto, cosa di cui non sono troppo certo, devo supporre che qui “nell’ultima annualità” abbia il senso di “nell’ultimo anno”, cosa che i dizionari non prevedono: “annualità” ha solo il significato di “somma pagata ogni anno”, non di “periodo di 12 mesi”. Aggiungerei che i finanziamenti possono “confluire” in un bilancio, in spese di investimento, nella creazione di corsi di recupero di italiano, ma non in un “accompagnamento”, che può essere l’azione di accompagnare una persona oppure un “insieme di melodie che sostengono la melodia principale”, entrambi significati che qui non c’entrano una mazza (come direbbe l’ispettore Rocco Schiavone, creato da Antonio Manzini).
 
Il documento continua parlando di “report di sperimentazione”. Era forse troppo banale scrivere “rapporto”? O magari relazioneinformazioneresocontorendicontoragguaglioverbalecomunicatomemoriaesposizione? Sarei ben lieto di inviare a mie spese ai quattordici membri del comitato una copia ciascuno del praticissimo dizionario Zanichelli “Sinonimi e contrari” dove sono elencati questi più corretti sinonimi di “report”, un anglicismo di cui non si sente affatto il bisogno.
 
La scuola dell’infanzia, si dice al paragrafo 4, è ”la scuola dell’attenzione e dell’intenzione”. Sull’attenzione dei giovani virgulti non giurerei, ma certo i nostri eroici colleghi a cui il documento è diretto faranno del loro meglio per conquistarla. Mi chiedo, invece, quali siano le caratteristiche della “scuola dell’intenzione”, visto che “intenzione” significa, fin dal XIII secolo, “proposito di compiere un determinato atto”. Ove “determinato” indica un qualcosa di stabilito, definito, specifico, cioè l’opposto del senso generico in cui compare qui.
 
Si passa poi alla “educazione alla cittadinanza” attraverso “esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente”. Allora: per il “concreto prendersi cura di se stessi” proporrei di fornire agli studenti spazzolini e dentifricio, al fine di realizzare “l’esperienza significativa” del lavarsi i denti a scuola. Per quanto riguarda il “concreto prendersi cura degli altri” suggerisco di convocare i genitori al fine di organizzare settimanalmente gite collettive al santuario più vicino o, ancor meglio, all’eremo di Camaldoli (spese a carico delle famiglie, naturalmente).
 
Sarebbe troppo lungo riprodurre qui l’intero catalogo di vacuità, eufemismi e giri di parole che sono presenti nel documento, incredibilmente verboso. Un ultimo esempio, però, merita di essere citato: “È responsabilità̀ di tutti i docenti garantire la padronanza della lingua italiana, valorizzando al contempo gli idiomi nativi e le lingue comunitarie.” “Valorizzando al contempo gli idiomi nativi” significa che occorre stimolare i pupi a usare il dialetto dei loro nonni? Un bel catalogo di imprecazioni di carattere locale, da pirla (Sondrio) a minchia (Trapani) sarebbe di certo utile per valorizzare gli idiomi nativi.
 
Orwell, Orwell, dove sei quando abbiamo bisogno di te?
 
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Fabrizio Tonello è è docente di Scienza politica presso l’Università  di Padova, dove insegna, tra l’altro, un corso sulla politica estera americana dalle origini ad oggi. Ha insegnato alla University of Pittsburgh e ha fatto ricerca alla Columbia University, oltre che in Italia (alla SISSA di Trieste, all’Università  di Bologna).
Ha scritto L’età dell’ignoranza (Bruno Mondadori, 2012), La Costituzione degli Stati Uniti (Bruno Mondadori, 2010), Il nazionalismo americano (Liviana, 2007), La politica come azione simbolica (Franco Angeli, 2003).
Da molti anni collabora alle pagine culturali del Manifesto.
 
 


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Numero 5 - Novembre 2018
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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