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Numero 2 - Marzo 2019
Numero 2 Marzo 2019

Il contratto separato per i docenti: uno strumento per migliorare il loro status economico e sociale (anche per questo siamo contrari alla regionalizzazione)

Il Punto. Intervista  a Rino Di Meglio


24 Febbraio 2019 | di Ester Trevisan

Il contratto separato per i docenti: uno strumento per migliorare il loro status economico e sociale (anche per questo siamo contrari alla regionalizzazione) ► Nel numero di gennaio di Professione Docente lei ha sostenuto che l’azione di Governo sulla scuola ha sì fatto segnare alcuni passi avanti, ma non sufficienti. Lei ritiene che in questi ultimi due mesi si siano registrati progressi? 
A livello legislativo le uniche cose che si sono concretizzate sono state l’abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, che ha trovato suggello nel contratto della mobilità, e la riduzione delle ore di Alternanza Scuola-Lavoro. Le altre norme della legge 107/2015, di cui attendevamo l’abrogazione, non sono state ancora toccate: ne è un esempio il bonus merito. Anche sul fronte del contratto è tutto fermo: del rinnovo non c’è neanche l’ombra, mancano gli stanziamenti nella legge di Bilancio e l’atto di indirizzo per aprire la trattativa all’Aran.
 
► Non ritiene che sarebbe opportuno un pressing sul Governo per richiamarne l’attenzione su quella che si potrebbe definire la “questione insegnante”?
La Gilda ha lanciato una petizione per recuperare almeno lo scatto di anzianità del 2013 e utilizzare per il rinnovo del contratto le somme stanziate dalla legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola. La raccolta delle firme, che sta avvenendo sia online sulla piattaforma change.org che nelle scuole con i moduli cartacei messi a disposizione dalle nostre RSU e dai nostri TAS, sta procedendo a passo molto spedito. Segno, dunque, che la categoria concorda con le nostre richieste.
 
► Mentre gli insegnanti si impoveriscono sempre di più, le retribuzioni dei dirigenti scolastici vengono equiparate a quelle degli altri dirigenti del pubblico impiego...
L’aumento degli stipendi, stabilito dal rinnovo del contratto dei dirigenti siglato a dicembre, è stato un’offesa cocente. Se poi consideriamo che fino a qualche anno fa i dirigenti scolastici erano nel contratto scuola... Sia chiaro: non vogliamo che i DS siano pagati poco, ma è offensiva la differenza di quasi 10 volte tra il misero aumento accordato agli insegnanti e quello ricevuto da loro. Da ciò si evince quanto sia scarsa la considerazione per la funzione insegnante che, invece, è fondamentale nella scuola.
 
► L’istituzione di un contratto separato per i docenti, che rappresenta una battaglia storica della Gilda, potrebbe servire a migliorare il loro status economico e sociale?
Assolutamente sì. Tra l’altro, l’inapplicabilità del contratto unico del nuovo comparto scuola, che è semplicemente la collezione di quattro contratti diversi, dimostra che avevamo ragione noi in merito all’illogicità di continuare a dividere i lavoratori in comparti non in base alle mansioni svolte, ma alla realtà lavorativa alla quale afferiscono. Si tratta di una grave stortura che ho evidenziato anche in sede di Funzione Pubblica e che svela incredibili contraddizioni come, per esempio, le differenze tra gli stipendi all’interno dello stesso comparto, dove la scuola risulta sempre la Cenerentola. Non a caso siamo l’unica organizzazione che, anche a livello confederale, non ha firmato il CCNQ sui nuovi comparti.
 
► Il ministro Bussetti, nominato a viale Trastevere in quota Lega, ha affermato con una punta di orgoglio che la trattativa tra Governo e Regioni sulla regionalizzazione dell’istruzione è a buon punto. Una buona o una cattiva notizia? 
È una notizia che desta forte preoccupazione: io sono dell’idea che soprattutto la scuola dell’obbligo dovrebbe avere il 90 per cento dei programmi nazionali stabiliti dallo Stato e uguali per tutti gli studenti per garantire dalle Alpi alla Sicilia gli stessi diritti di cittadinanza e le stesse pari opportunità di formazione. Non assumiamo una posizione ideologicamente contraria ad una riorganizzazione del sistema di istruzione nazionale, ma il disegno di legge sull’autonomia differenziata, così come è stato concepito, sarebbe un’operazione brutale che, tra l’altro, comporterebbe anche la regionalizzazione di tutto il personale, esattamente come è stato fatto per le province di Trento e Bolzano. Non avremmo più un contratto nazionale, ma contratti regionali con inevitabili differenziazioni giuridiche ed economiche tra cittadini italiani che, pur svolgendo lo stesso lavoro, percepirebbero retribuzioni diverse in base alla regione di servizio. Il problema non è centralismo o federalismo, ma decidere qual è il progetto, il disegno strategico di chi è al Governo, e capire in quale direzione si intende muoversi. La domanda è: vogliamo essere nazione? 
 
► Cosa ne pensa delle novità introdotte per l’esame di Maturità che esordiranno a giugno?
 Non si dovrebbero mai apportare cambiamenti in corso di anno scolastico per rispetto innanzitutto degli studenti, che si stanno preparando ad affrontare l’esame di Maturità, e poi anche degli insegnanti. Oltre al metodo, contestiamo anche l’eccessiva semplificazione delle prove (molti esami intermedi che prima esistevano sono stati aboliti, ndr) che temiamo nuoccia alla serietà dell’esame. Ci chiediamo se questi non siano passaggi per arrivare all’abolizione del valore legale del titolo di studio.
 
► È soddisfatto dei dati definitivi sulla rappresentatività resi noti dall’Aran? 
 Molto. Abbiamo registrato una forte crescita sia nel numero degli iscritti censiti che nei voti ottenuti alle elezioni delle RSU, un risultato che permette alla Federazione Gilda-Unams di compiere un notevole passo avanti in termini di rappresentatività. Ci rallegriamo della massiccia sindacalizzazione della scuola che in 15 anni è quasi  raddoppiata. Speriamo di poter impiegare questa ulteriore forza conquistata per far valere i diritti degli insegnanti. 







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Numero 2 - Marzo 2019
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
Roberto Casati, Rosario Cutrupia, Alberto Dainese, Domenico De Masi, Vittorio Lodolo D'Oria, Francesco Mazzoni, Marco Morini, Adolfo Scotto di Luzio, Raffaella Soldà, Fabrizio Tonello, Ester Trevisan.