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Numero 2 - Marzo 2019
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Dall’Alternanza scuola-lavoro ai “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”

Il provvedimento contenuto nella Legge di bilancio è decisamente insufficiente e lo scontento dei docenti ha molte ragioni


24 Febbraio 2019 | di Gianluigi Dotti

Dall’Alternanza scuola-lavoro ai “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” La Legge 145 del 30 dicembre 2019 (Legge di bilancio 2019) interviene sui percorsi di ASL (Alternanza Scuola-Lavoro) previsti dalla Legge 107/2015 modificandoli[1].
 
Con il comma 784 della Legge di bilancio il legislatore modifica la denominazione dell’ASL, che dal 1 gennaio 2019 diventa “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”. Alla modifica del nome si aggiunge la riduzione del numero di ore obbligatorio, che dall’anno scolastico 2018/19 diventano 210 per il triennio degli Istituti professionali, 150 per quello degli Istituti tecnici e 90 per quello dei Licei.
 
Come dovranno essere organizzati questi percorsi il MIUR lo dovrà spiegare entro la fine di febbraio emanando le Linee guida dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Nel frattempo i progetti avviati nell’anno scolastico 2017/18 dovranno essere rimodulati sulla base delle risorse finanziarie disponibili.
Infatti, il legislatore interviene pesantemente anche sul finanziamento di 100ml di euro stanziati per l’anno finanziario 2019 e invierà alle scuole per le attività di tutoraggio dei docenti e per le altre necessità solamente il 45% dei fondi previsti negli anni scorsi. I circa 55ml di euro di tagliati saranno utilizzati per coprire il deficit di bilancio dello Stato e non saranno reinvestiti nell’istruzione (si veda la relazione tecnica).


Il provvedimento contenuto nella Legge di bilancio è decisamente insufficiente e lo scontento dei docenti ha molte ragioni.


La prima è che le modifiche intervengono sulla programmazione triennale dei Collegi docenti e dei Consigli di classe con indicazioni confuse e nel bel mezzo dell’anno scolastico (nel gergo calcistico si direbbe a gamba tesa) gettando nello sconforto i docenti, i quali ancora in attesa delle Linee guida non sanno che come devono rivedere la programmazione.


La seconda è che tutti gli insegnanti si aspettavano venisse cassato l’obbligo dell’ASL e che il legislatore non si limitasse a ridurre il numero di ore. Eliminando l’obbligo si poteva dare ai collegi docenti la possibilità di programmare le attività di ASL e il numero di ore relativo in tutta autonomia, anche in base alle risorse presenti sul territorio.


Ed infine, ma non meno importante, è che il taglio dei finanziamenti ricadrà sugli insegnanti peggiorando le loro retribuzioni. Infatti le attività di tutoraggio dell’ASL non sono direttamente proporzionali al numero di ore che gli studenti devono svolgere. Chi se ne occupa, a differenza del legislatore, sa che il grosso del lavoro di progettazione e di rendicontazione (con tutto il carico burocratico connesso) è fatto all’inizio e alla conclusione dell’esperienza e non è assolutamente legato al numero di ore. Quindi il docente si potrebbe trovare nella condizione di fare lo stesso lavoro dello scorso anno, ma di essere retribuito con meno della metà dei compensi.
 
Per questo l’impressione che lascia l’intervento legislativo sull’ASL ci ricorda la classica immagine dell’elefante in una cristalleria.
 
 
 
 

[1] L’ASL è stata introdotta dal d.lgs. 77/2015 ed è stata resa obbligatoria dalla legge 107/2015, cc. 33-43, che ha previsto anche il finanziamento delle attività per 100ml di euro ogni anno.
 
 
 


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Numero 2 - Marzo 2019
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
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Hanno collaborato a questo numero:
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