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Numero 2 - Marzo 2020
Numero 2 Marzo 2020

Come il bonus diventa un malus

Sia ben chiaro a tutti, soprattutto a quelle OOSS che vorrebbero sottrarre i fondi del bonus ai docenti, che la Gilda agirà con forza per un atto di giustizia e non di prevaricazione nei confronti degli altri lavoratori della scuola


17 Febbraio 2020 | di Gianluigi Dotti

Come il  bonus diventa un malus La Gilda degli Insegnanti ha accolto con sconcerto e grande irritazione l’art. 1, comma 249, della Legge 27 dicembre 2019, n. 160 “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022” (GU Serie Generale n.304 del 30-12-2019 - Suppl. Ordinario n. 45) il quale dispone che: “Le risorse iscritte nel fondo di cui all’articolo 1, comma 126, della legge 13 luglio 2015, n. 107, già confluite nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, sono utilizzate dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico, senza ulteriore vincolo di destinazione.” (cfr. scheda tecnica allegata)
 
Il legislatore ha in questo modo abolito il vincolo di destinazione per le somme del “bonus merito” che la legge 107/2015 all’art. 1, comma 126, destinava agli insegnanti sulla base dei criteri stabiliti dal Comitato di valutazione allargato a genitori e alunni.
 
E’ noto che, fin dall’emanazione della legge 107/2015, la Gilda degli Insegnanti ha contestato il “bonus merito” e ne ha sempre chiesto la cancellazione perché esso ha prodotto divisione tra gli insegnanti rispondendo alla logica della gerarchia e della competizione.  Per questo, la modalità contenuta nella norma della legge di Bilancio 2020- che trasforma il “bonus merito” in FIS- non è accettabile perché, come sistematicamente e con forza la Gilda ha sostenuto, le somme del “bonus” devono rimanere ai docenti.
 
La Legge  di Bilancio invece,  facendo confluire nel FIS le somme del “bonus merito” (destinate agli insegnanti, come si è detto), le assegna anche al personale non-docente. Proprio in questi giorni le altre OOSS si sono attivate per intervenire nella contrattazione d’Istituto e togliere questi soldi agli insegnanti.
 
Il FIS
Il FIS nasce nel 1995 quando nel corso del rinnovo del CCNL, che la Gilda degli Insegnanti non firmò, venne deciso che una quota dello stipendio di ogni insegnante e del personale non-docente contribuisse a formare il Fondo d’Istituto. Fu così che venne istituito il FIS: una sorta di trattenuta mascherata, che oggi ammonta a circa 1.000,00 euro annui tolti dagli stipendi di docenti e non-docenti, con i quali si pagano le attività aggiuntive.
 
La Gilda rifiutò fin da subito l’istituto del FIS nella profonda convinzione che l’insegnante sia un intellettuale e che la sua professione sia quella di trasmettere conoscenze ai discenti mentre la logica che ha portato ad istituire il FIS, oggi ricompreso nel FMOF, è quella impiegatizia della quantità invece che quella professionale della qualità. Infatti i fondi destinati al FIS vengono utilizzati per retribuire le attività del docente che fa altro dall’insegnamento della sua disciplina (oltre naturalmente al personale non-docente). Spesso, addirittura, è il Ds che utilizza il FIS per retribuire le attività di tipo organizzativo svolte dal suo staff, molte delle quali sarebbero di sua competenza.
 
La Gilda degli Insegnanti in tutti questi anni ha con insistenza sostenuto che FIS e MOF, non hanno contribuito a migliorare la qualità dell’insegnamento e i risultati conseguiti dagli studenti ma, al contrario, hanno burocratizzato e impiegatizzato la funzione docente sottraendo risorse agli stipendi di tutti gli insegnanti.
 
Che fare, a questo punto, visto che la Gilda non ha alcuna intenzione di consentire il trasferimento delle risorse del “bonus merito” a tutto il personale scolastico, ritenendo la norma ingiusta e politicamente scorretta?  Convinzione che ha sostenuto nelle riunioni che si sono tenute al Ministero dell’Istruzione, rivendicando, innanzitutto, l’utilizzo delle risorse del “bonus merito” nel rinnovo del CCNL per aumentare lo stipendio di tutti i docenti.
 
In attesa del rinnovo, la Gilda non abbasserà la guardia. Il primo passo sarà l’invito alle RSU Gilda a difendere nelle contrattazioni d’istituto il diritto dei docenti a percepire quei fondi rivendicando le somme del bonus per retribuire le tante attività di insegnamento che gli insegnanti svolgono senza riconoscimento, ad esempio la formazione, il coordinamento delle classi, ecc.
 
Nel caso questo non sia possibile per l’opposizione delle altre sigle sindacali, chiediamo di rifiutarsi di firmare Contratti d’Istituto che non destinino le somme del bonus merito ai docenti.
 
Sia ben chiaro a tutti, soprattutto a quelle OOSS che vorrebbero sottrarre i fondi del bonus ai docenti, che la Gilda agirà con forza per un atto di giustizia e non di prevaricazione nei confronti degli altri lavoratori della scuola. Sottrarre ciò che era stato già assegnato ai docenti per distribuirlo ad altri non è un atto di democrazia ma la dichiarazione che il docente è funzione residuale nel processo dell’insegnamento. Idea a cui la Gilda si è sempre opposta e sempre si opporrà.
 
 

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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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Hanno collaborato a questo numero:
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