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Numero 4 - Settembre 2020
Numero 4 Settembre 2020

1941 studenti e insegnanti combattono per la libertà sognando l’Europa unita

L’idea di Europa e di Scuola era un sogno che vedeva nell’istruzione e nella cittadinanza un ideale di eguaglianza nei diritti e così è stato per un lungo periodo. Poi non più. Però si può tornare indietro!


28 Agosto 2020 | di Piero Morpurgo

1941 studenti e insegnanti combattono per la libertà sognando l’Europa unita Nel giugno del 1941 la Germania invase l’URSS; qualche mese dopo Lyudmila Pavlichenko [1], una studentessa di Kiev appassionata di archeologia, letteratura latina che avrebbe voluto diventare insegnante e che aveva ottenuto un contratto di ricerca alla biblioteca di Odessa cambiò vita. Alla notizia dell’invasione la ragazza non esitò ad arruolarsi esibendo il certificato di tiratore scelto ed entrò in servizio nonostante il dileggio per il suo essere donna. La studentessa, che si era indignata per il bombardamento di Guernica, combatté in modo eroico nell’assedio di Sebastopoli e fu ferita ben quattro volte. Nulla di tutto ciò figura sui manuali di storia. E si tace del fatto che Lyudmila fu inviata, nel 1942, ai congressi degli studenti negli U.S.A. Lyudmila incontrò il presidente Roosvelt e divenne amica della moglie Eleanore [2] con cui attraversò gli States per testimoniare ai suoi coetanei l’urgenza dell’entrata in guerra. Non mancarono gli atti irriverenti come quando i giornalisti le chiesero il colore della biancheria intima; la risposta fu “si avvicini che così la posso schiaffeggiare”. Fu a Chicago che Lyudmila ruppe il protocollo sovietico e disse “Signori! Ho venticinque anni. Al fronte ho ucciso 309 soldati e ufficiali fascisti. Non pensate, signori, che voi vi state nascondendo da troppo tempo dietro la mia schiena?”. In quell’occasione Lyudmila fu nominata cittadina onoraria degli U.S.A. Woody Guthrie le dedicò, nel 1946, la canzone “Miss Pavlichenko” scrivendo: “il mondo amerà il tuo dolce viso” per quel che hai fatto [3]. Nel 1941 uno studente ebreo Rudolf Vrba decise di apprendere il russo perché gli avrebbe permesso di sopravvivere allo sterminio, il ragazzo fu catturato nel 1942 inviato a Auschwitz da cui riuscì a scappare nel 1944 e a trasmettere a Churchill il suo rapporto [4]. La relazione fu trasmessa anche alla comunità ebraica ungherese che non agì come avrebbe dovuto e il ritardo portò alla morte di 400.000 ebrei. Rudolf Vrba riprese i suoi studi nel 1945 con passione e determinazione e divenne uno dei più affermati professori di neurologia all’università di Vancouver. Ancora -nel 1941- Renia Spiegel, una sedicenne ebrea polacca, scriveva nel diario il suo entusiasmo per la scuola, per l’amore, per le canzoni, per il mondo; ogni giorno una poesia sin dal 1939: “Se l’uomo avesse le ali / Se le anime fossero in ogni oggetto / Il mondo perderebbe la sua durezza / Il sole ci sommergerebbe di luce / La gente danzerebbe oltre ogni limite...” entusiasmo che Renia ribadiva nel maggio del 1942, poi-a giugno- scriveva “Oggi c’è ancora tempo per la vita / Domani il sole potrebbe sparire / Pallottole di fucile tuoneranno e distruggeranno / E noo i pavimenti si copriranno di sangue...”. Pochi giorni dopo aver compiuto diciotto anni Renia fu uccisa nel rastrellamento del ghetto di Przemyś mentre tentava di mettersi in salvo. Il diario era stato affidato al suo adorato ragazzo che lo restituì alla madre nel 1950, ma la mamma lo nascose. Ariana lo scoperse in una soffitta a New York nel 1969 [5].
 
Nell’ottobre del 1941 avvenne il “miracolo dei tre Guidi: Guido Castelnuovo insigne matematica, Guido Coen responsabile dell’istruzione secondaria ebraica a Roma si accordarono con Guido Bonzanigo direttore dell’Istituto Tecnico Superiore di Friburgo affinché un corso clandestino di ingegneria fosse riconosciuto in Svizzera. Il corso si svolse per due anni accademici e nel settembre del 1943 scrisse al nuovo ministro Guido De Ruggiero per ottenere il riconoscimento di quanto svolto. E fu -come scriveva Emma Castelnuovo- il miracolo del quarto Guido.  Eroica fu la partecipazione all’università clandestina degli insegnanti non ebrei: Bisconcini, Lucaroni e Cacciapuoti [6]. Era il 1941 e Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni sognavano l’Europa unita con il Manifesto di Ventotene che denunciava “la volontà dei ceti militari predomina ormai in molti paesi su quella dei ceti civili, rendendo sempre più difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi: la scuola, la scienza, la produzione, l’organismo amministrativo sono principalmente diretti ad aumentare il potenziale bellico; le madri vengono considerate come fattrici di soldati, ed in conseguenza premiate con gli stessi criteri con i quali alle mostre si premiano le bestie prolifiche; i bambini vengono educati fin dalla più tenera età al mestiere delle armi e all’odio verso gli stranieri” e proponeva “la scuola pubblica dovrà dare le possibilità effettive di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi; e dovrà preparare in ogni branca di studi, per l’avviamento ai diversi mestieri e alle diverse attività liberali e scientifiche, un numero di individui corrispondente alla domanda del mercato” [7].  E poi? L’idea di Europa e di Scuola era un sogno che vedeva nell’istruzione e nella cittadinanza un ideale di eguaglianza nei diritti e così è stato per un lungo periodo. Poi non più. Però si può tornare indietro!
 

[1]  L. Pavlichenko, Lady death, the memoirs of Stalin’s sniper, Barsnley 2018;. Il film Resistance disponibile su Netflix è molto avvincente https://www.filmtv.it/film/78276/resistance-la-battaglia-di-sebastopoli/.
[2] https://www.smithsonianmag.com/history/eleanor-roosevelt-and-the-soviet-sniper-23585278/.
[3] https://www.youtube.com/watch?v=SHKjOl9ocR0
[4] R. Vrba, Je me suis évadé d’Auschwitz,, New York 1963 – Paris 2019, un’intervista è disponibile qui: National Institute for Holocaust Education.
[5] R. Spiegel, Renia’s Diary, Holocaust Journal, Preface, Afterword, and Notes by Elizabeth Bellak with Sarah Durand, New York 2019.
[6] E. Castelnuovo, L’Università clandestina a Roma, dattiloscritto originale con autografo di Guido Castelnuovo: http://www.science.unitn.it/~fontanar/EMMA/conferenza_dicembre_2000.pdf
[7] https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/repository/relazioni/libreria/novita/XVII/Per_unEuropa_libera_e_unita_Ventotene6.763_KB.pdf.
   
 
 
 
 


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Numero 4 - Settembre 2020
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
Michele Anelina, Stefano Battilana, Piero Capello, Roberto Casati, Alberto Dainese, Gilda Sardegna, Giulio Ferroni, Maria Alessandra Magali, Elvio Mori, Marco Morini, Fabrizio Tonello, Ester Trevisan.
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