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Numero 1 - Gennaio 2019
Numero 1 Gennaio 2019

Legge di bilancio 2019: il dettaglio dei punti relativi alla scuola

A rendere la manovra insufficiente è soprattutto la mancanza di un investimento significativo (lo stanziamento è la metà di quello previsto per l’ultimo CCNL) per riequilibrare gli stipendi degli insegnanti, che negli ultimi 15 anni hanno perso oltre il 15% del potere d’acquisto, e recuperare lo scatto di anzianità del 2013.


14 Dicembre 2018 | di Gianluigi Dotti

Legge di bilancio 2019: il dettaglio dei punti relativi alla scuola I due documenti che predispongono il bilancio dello Stato per il 2019 sono stati elaborati nei negli ultimi mesi del 2018: si tratta del Documento di Economia e Finanza (DEF) e della Legge di bilancio.
Mentre il primo è già stato approvato al momento in cui scriviamo queste note, il secondo è in corso di approvazione dal Parlamento.
Nel DEF per il 2019-2021 ci sono generiche indicazioni riguardo ai percorsi di cittadinanza attiva, al reclutamento e alla formazione iniziale, al contrasto alla dispersione, all’ASL, a inglese e motoria alla primaria, ma non c’è traccia delle risorse necessarie a rinnovare il Contratto e ad aumentare gli stipendi agli insegnanti, anzi nella tabella di pagina 63 è prevista una riduzione al 3,4% del PIL per la scuola.
La bozza della legge di bilancio per il 2019 contiene gli interventi previsti dal Governo per la scuola e i docenti.
Si inizia all’art. 5 che prevede che dal 2019 i compensi percepiti dai docenti per le lezioni private e le ripetizioni saranno soggetti ad un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi con aliquota pari al 15%. L’imposta dovrà essere versata entro gli stessi termini del versamento del saldo dell’Irpef.
L’articolo 21 ha come oggetto la revisione del sistema pensionistico. Su questo tema, tuttavia, il confronto, anche con l’ Europa, è in corso e la situazione è attualmente del tutto incerta, con esiti non prevedibili.
Per quanto riguarda lo stanziamento per il rinnovo del Contratto di lavoro che scade a dicembre 2018, risulta che all’art. 34 siano stati stanziati per 1.880.000 dipendenti statali 1.100 miliardi di euro per il 2019, 1.425 per il 2020 e 1.775 per il 2021. Gli importi sono al lordo degli oneri contributivi ai fini previdenziali e dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Sono comprese in queste somme anche le quote per l’Indennità di vacanza contrattuale (art. 2, c. 6 del CCNL 2016/2018 e art. 47bis, c. 2 del d.lgs. 165/2001) e per il ripristino dell’elemento perequativo previsto dall’art. 37 del CCNL 2016/2018. Allo stato attuale il Sole24ore calcola che questi stanziamenti portino ad un aumento mensile lordo per i docenti di 15 euro per il 2019, 20 per il 2020 e 36 per il 2021.
Con l’art. 53 si prevede il finanziamento per l’incremento di 400 posti dell’organico del personale docente dei licei musicali.
Nella legge di bilancio si interviene anche sull’Alternanza scuola lavoro come definita dalla legge 107/2015 all’art. 57 “Misure di razionalizzazione della spesa pubblica”, non cancellando l’obbligo, ma riducendo il monte ore a 180 negli Istituti professionali, a 150 nei Tecnici e a 90 nei Licei. Contestualmente si decurta il finanziamento previsto di 56,52 milioni di euro.
Infine all’art. 58 la legge di bilancio interviene sul sistema di reclutamento dei docenti, modificando in profondità il d.lgs. n. 59 del 13 aprile 2017. (Cfr. Concorsi riparatori vs concorsi zombi, di Antonio Antonazzo)
Nello stesso articolo, al comma 5, si stabilisce che le procedure di reclutamento e di mobilità territoriale e professionale del personale docente dall’a.s. 2019/2020 “non possono comportare che ai docenti sia attribuita la titolarità di ambito territoriale”. Si anticipa in questo modo la norma in discussione in Parlamento che abolisce sia gli ambiti territoriali sia la chiamata diretta dei docenti da parte dei Dirigenti scolastici e si ri-attribuisce a tutti gli insegnanti la titolarità sulla singola istituzione scolastica.
Nel percorso parlamentare ci sarà anche un emendamento per l’assunzione di 1.000 docenti della primaria per ampliare il tempo pieno al sud.
Naturalmente bisognerà aspettare l’approvazione del Parlamento e il testo definitivo, tuttavia già alla luce della bozza posso dire che nella legge di bilancio per il 2019 si trovano alcune risposte alle richieste che la FGU-Gilda degli Insegnanti ha portato avanti fin dalla protesta contro la legge Fornero e contro la 107/2015, e l’abolizione degli ambiti territoriali e della chiamata diretta, così come la riduzione del percorso FIT. Importante anche la previsione dei nuovi 400 posti nell’organico dei musicali e l’ampliamento del tempo pieno al sud.
Queste risposte sono tuttavia insufficienti per soddisfare le aspettative del mondo della scuola e degli insegnanti in particolare.
Infatti la revisione della legge Fornero e la quota 100 rimangono nel limbo, la cancellazione del riservato per i precari storici penalizza questa categoria di docenti. Ma è soprattutto la mancanza di un investimento significativo (lo stanziamento è la metà di quello previsto per l’ultimo CCNL) per riequilibrare gli stipendi degli insegnanti, che negli ultimi 15 anni hanno perso oltre il 15% del potere d’acquisto, e recuperare lo scatto di anzianità del 2013 che rende la manovra insufficiente.









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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
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